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“Elogio dell’imparare” di Brecht, una poesia per ricordarci che non è mai troppo tardi

"Elogio dell'imparare" di Bertolt Brecht ci insegna che per certe cose non è mai troppo tardi.

Una poesia di Bertolt Brecht per ricordarci il valore della vita vissuta appieno, delle esperienze utili a crescere, dell’imparare come forza trainante della quotidianità. “Elogio dell’imparare” di Bertolt Brecht è un elogio al potere della cultura, un invito a non sentirsi mai arrivati, mai troppo vecchi, mai inadatti, perché tutto si impara, se ci diamo una possibilità per crescere.

Scopriamo “Elogio dell’imparare” in occasione dell’anniversario della scomparsa di Bertolt Brecht, che si spegneva il 14 agosto 1956 a Berlino, dopo un lungo periodo di malattia.

Elogio dell’imparare di Bertolt Brecht

Impara la cosa più semplice! Per quelli
il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l’abbicì: non basta, è vero,
ma imparalo! Non avvilirti!
Comincia! Devi sapere tutto!
Tocca a te assumere il comando.

Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tocca a te assumere il comando.
Frequenta la scuola, senzatetto!
Procurati sapere, tu che hai freddo!
Affamato, impegna il libro: è un’arma.
Tocca a te assumere il comando.

Compagno, non temere di chiedere!
Non dar credito a nulla,
controlla tu stesso!
Quello che non sai di tua scienza,
in realtà non lo sai.
Verifica il conto:
tocca a te pagarlo.
Poni il dito su ogni voce,
chiedi cosa significa.
Tocca a te assumere il comando.

Le poesie di Bertolt Brecht

“Io che nulla amo più dello scontento per le cose mutabili, così nulla odio più del profondo scontento per le cose che non possono cambiare.”

Un Brecht più individuale e personale, che si misura con i grandi temi della natura, dell’amore, del tempo nel suo scorrere impietoso. Meno celebri delle “Poesie politiche”, i componimenti de Brecht che indagano l’esistenza e i suoi temi cardine sono pregne di significato e caratterizzate dallo stile distintivo dell’autore. Un’esperienza imperdibile per chi vuole conoscere nuove sfumature di un intellettuale spesso esclusivamente associato a temi politici.

“Elogio dell’imparare” racchiude entrambe le anime della produzione di Brecht: da un lato è forte il rimando sociale del messaggio che l’autore vuole trasmettere al lettore; dall’altro, ci sentiamo chiamati in causa esistenzialmente, a riflettere su come agiamo, su come viviamo e impieghiamo il nostro tempo su questa terra, che è limitato e perciò prezioso.

Chi è Bertolt Brecht

Eugen Berthold Friedrich Brecht, conosciuto come Bertolt Brecht, nasce in Germania nel 1898 in una famiglia borghese. Cresce schivo e solitario; i frequenti problemi di salute gli impediscono di trascorrere un’infanzia spensierata. Nel 1913 comincia a scrivere i suoi primi componimenti. Prosegue gli studi con scarso interesse, più appassionato all’arte, al cinema e alla letteratura.

Quando nel 1920 muore la madre, Bertolt Brecht rompe tutti i legami con Augusta, la città di origine, e si trasferisce a Monaco, città culturalmente ricca e vivace. Qui, infatti, Brecht si entra a far parte della Lachkeller, la “Cantina delle risate”, un gruppo diretto dal famoso cabarettista Karl Valentin, che si esibisce in spettacoli comici e clowneschi.

Questa esperienza influenza moltissimo il lavoro dell’autore che, in questo periodo caratterizzato dalle espressioni dadaiste e futuriste, si interessa sempre di più ai poeti ribelli, come i francesi Villon, Rimbaud e Verlaine e il drammaturgo tedesco Büchner.

I componimenti di Brecht, che prima erano più incentrati sul patriottismo e sulla grandezza della Germania, adesso si focalizzano sulla povertà del popolo: la fame, la guerra, la miseria, l’emarginazione e la povertà sono tematiche che il poeta tratta facendo uso della pietas e riesumando la forma semplice e tradizionale della ballata. Bertolt Brecht diventa sempre più famoso.

Gira l’Europa e conosce molti intellettuali dell’epoca. Alcune delle sue opere teatrali causano tensioni con i governi dei paesi in cui esse vengono rappresentate, come avviene più volte a Berlino Est.

Il suo teatro, che ha fortemente influenzato l’arte scenica del Novecento, lo rende celebre in tutto il mondo e lo fa entrare a pieno diritto nel canone artistico e letterario europeo. Muore nel 1956, a causa di un infarto cardiaco che è solo il culmine di un lungo periodo di malattia.

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