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Carpe diem, la poesia celebre di Orazio sul cogliere ogni attimo della vita

Orazio è il padre del “carpe diem”. Un invito immortale a non farsi troppe domande nella vita, ma cercare la bellezza in ogni sua cosa

Carpe diem ovvero “cogli l’attimo”. Una frase must entrata nel nostro immaginario collettivo e amata da tutti. Questo componimento è l’undicesimo del primo libro delle Odi ed uno dei più celebri dell’intera letteratura latina. Un vero invito a vivere con gioia la vita, sapendo cogliere, nei suoi minimi dettagli, ogni bellezza.

L’attualità del Carpe Diem

Orazio, padre Latino del concetto più bello che ancora oggi è così attuale: il “carpe diem”. Un invito immortale a non farsi troppe domande nella vita, ma cercare la bellezza in ogni sua cosa, in ogni sua sfumatura. La vita, così breve e così precarica, è bella proprio perché vissuta nella sua immediatezza. La morte è qualcosa di sicuro, forse l’unica certezza che abbiamo. Perciò l’importante è saper godere di quel che sia, seguire le proprie passioni, come la filosofia Epicurea insegnava (ed insegna). Questa poesia contiene la locuzione latina più famosa di sempre, amata e riutilizzata in moltissimi modi, anche nella contemporaneità. Impossibile scordarla nel celebre film “L’attimo fuggente”, che si rifà proprio al “carpe diem”. E impossibile scordarla ora, ora che la vita sembra correre fin troppo veloce, nell’apatia e nell’incertezza, fin troppo spesso. Carpe diem, diceva Orazio nel 23 a.C.; Carpe diem continuiamo a dire noi, nel 2021.

l'attimo fuggente

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Carpe diem, la poesia

Tu non chiedere, è vietato sapere, quale fine a me, quale a te
gli dei abbiano assegnato, o Leuconoe, e non consultare
la cabala babilonese. Quanto (è) meglio, qualsiasi cosa sarà, accettarla!
Sia che Giove abbia assegnato più inverni, sia che abbia assegnato come ultimo
quello che ora sfianca con le scogliere di pomice che gli si oppongono il mare
Tirreno, sii saggia: filtra il vino e ad una breve scadenza
limita la lunga speranza. Mentre parliamo sarà fuggito, inesorabile,
il tempo: cogli il giorno, il meno possibile fiduciosa in quello successivo.
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Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati!
Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
5quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum, sapias: vina liques et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

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