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“Canzone di viaggio”, la poesia di Hermann Hesse da dedicare a chi ha bisogno di serenità

I versi di Hermann Hesse tratti da "Canzone di viaggio" esprimono il bisogno di riprendere un po' di fiato, di allontanarci dalle preoccupazioni per ritrovare la serenità.

I versi di Hermann Hesse tratti da “Canzone di viaggio” esprimono il bisogno di riprendere un po’ di fiato, di allontanarci per qualche istante dalle preoccupazioni e dai problemi e cercare un po’ di ristoro all’aria aperta, dove i tanti pensieri si disperdono come polline al vento.

“Canzone di viaggio” di Hermann Hesse

“Sole, brilla adesso dentro al cuore,
vento, porta via da me fatiche e cure!
Gioia più profonda non conosco sulla terra,
che l’essere per via nell’ampia vastità.

Verso la pianura inizio il mio cammino,
sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi;
per sentire la vita della nostra terra
apro tutti i sensi in festa.

Mi mostrerà ogni giorno nuovo,
fratelli nuovi e nuovi amici,
finché senza dolore ogni forza loderò,
e di ogni stella sarò ospite e amico”.

Una cura ai mali della vita

“Sole, brilla adesso dentro al cuore,
vento, porta via da me fatiche e cure!”

La natura sa curare le nostre ferite più profonde. Quella di Hermann Hesse non è solo una poesia che inneggia al viaggio: sono versi ispirati dal potere taumaturgico dello stare immersi nel verde, nella natura che, incontaminata dal nostro malessere, ci osserva, ci culla e ci cura.

Il cammino di cui racconta Hesse in “Canzone di viaggio” può essere interpretato come un percorso di guarigione e sempre maggiore consapevolezza, che l’essere umano non riuscirebbe mai ad acquistare senza il contatto con il mondo che lo circonda amorevolmente.

L’importanza del viaggio

Il viaggio ci offre una nuova prospettiva delle cose, ci permette di allontanarci da un problema e guardarlo da un’altra angolazione.

Non si tratta di scappare, ma di darsi il tempo di riflettere sulla cosa giusta da fare. Che sia un augurio per sé stessi o per una persona cara, l’importante è usare questi versi per donare un po’ di quiete.

Inoltre sono versi da poter dedicare a chi è “affetto” dalla sindrome più bella e positiva di sempre: la sindrome di Wanderlust: il voler scoprire nuovi mondi, essere attratti dalle cartine geografiche, avere sempre i siti di viaggi aperti e molto altro, sono i segnali di chi nutre una forte passione verso tutto ciò che riguarda i viaggi.

La possibilità di viaggiare ci è mancata per tanto tempo. Dopo la pandemia che ci ha colpiti nel 2020, anche il concetto di viaggio è cambiato ed è diventato qualcosa da sperimentare in maniera più coscienziosa, da valorizzare maggiormente data l’espressione di libertà che ne consegue e di cui oggi abbiamo ancor più coscienza.

Un valore a cui forse, in passato, non davamo troppo peso. Ed è così che, questi versi di Hermann Hesse, riletti oggi acquistano una valenza ancor più forte.

Hermann Hesse

Nato il 2 luglio 1877 in Germania, Hermann Hesse è considerato uno degli intellettuali più importanti del secolo scorso. Scrittore, pittore e poeta, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura “per la sua scrittura ispirata che nel crescere in audacia e penetrazione esemplifica gli ideali umanitari classici, e per l’alta qualità dello stile”.

Inizialmente disorientato sul suo futuro, Hesse non riesce subito a trovare la propria strada, fugge dopo pochi mesi di seminario imposto dai genitori. Si trasferisce a Tubinga per proseguire la vita borghese, ma dopo un viaggio verso l’India decide di abbandonale la moglie schizofrenica e i figli. Da questa esperienza nascerà Siddharta.

Hermann Hesse si rifugia in Svizzera dove trova il luogo dello spirito e conduce una vita pacifica. Si schiera apertamente contro il nazismo e nel 1946 vince il Premio Nobel per la letteratura. Morirà il 9 agosto 1962. Dopo la sua morte, sarà simbolo degli dei pacifisti americani contro la guerra in Vietnam.

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