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“Bacio che sopporti il peso”, la poesia d’amore di Alda Merini

Alda Merini rimane una delle poetesse più amate e ricordate di sempre. Questa sua poesia dedicata al bacio è un inno alla sensibilità femminile, intrisa di passione e arte.

“Bacio che sopporti il peso” è una delle poesie più brevi ma più significative di Alda Merini. La sua capacità nel saper cogliere il profondo anche nelle cose più semplici, si rivela anche e soprattutto in questo breve componimento.

Dopo la sua morte, nel 2009, la poetessa dei Navigli ci ha lasciato un vuoto immenso, che oggi colmiamo ricordando e amando sempre di più le sue parole. Lei che della diversità ne ha fatto la sua arma vincente, che della malattia ne ha fatto il mezzo artistico più potente.

Bacio che sopporti il peso di Alda Merini

Bacio che sopporti il peso
della mia anima breve
in te il mondo del mio discorso
diventa suono e paura.

Il mondo dentro un bacio

Cos’è un bacio? Cosa c’è dietro ad un gesto così semplice, naturale, quotidiano? Alda Merini, come con un lente di ingrandimento, analizza ciò che per lei è. Un momento, breve, intenso, che come ella scrive “sopporta il peso dell’anima”. Ovvero, in grado di avvolgere totalmente il volume di un’anima complessa come la sua.

Il bacio diventa un gesto in grado di condensare passioni, pensieri, pulsioni, sentimenti, in pochissimo tempo. Ed è proprio questo “il peso” che questo gesto sopporta, racchiudendo quella che è l’essenza stessa di una persona che vuole esprimere i propri sentimenti attraverso il gesto d’amore per eccellenza: il bacio appunto. 

La poesia, ciò che la poetessa chiama “discorso”, è vista come un “mondo”. Un mondo in grado di prendere forma e diventare suono e paura. Suono, parole, per il suo potersi esprimere, finalmente, e paura perché la paura in realtà è il sentimento che ci accompagna sempre, che ci fa sentire frangibili e vulnerabili.

E quando un bacio diventa un piccolo gesto in grado di metterci a nudo, essere vulnerabili è la condizione principale in cui possiamo trovarci. Una condizione che la poetessa conosce molto bene: spesso, infatti, la poetessa dei Navigli nel corso della sua vita è stata messa a nudo e resa vulnerabile e fragile. 

Ma la sua debolezza, le difficoltà incontrate sono state anche la sua forza, capace di elevarne l’animo e la sensibilità. Una sensibilità che ha consentito alla Merini di tramutare i suoi sentimenti e stati d’animo in versi d’autore ed eterni, come nel caso di questa poesia.

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Alda Merini e il desiderio di libertà

Alda Merini (1931 – 2009) è stata una poetessa e scrittrice italiana, una delle autrici più tormentate del panorama nazionale degli ultimi cento anni e oltre. La Merini esordì giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico. Nel 1947 fu internata per la prima volta in una clinica, dopo l’incontro con “le prime ombre della sua mente”.

Da lì in avanti la sua lunga vita fu caratterizzata da ricoveri in case di cura, da periodi di solitudine e di silenzio. Nonostante le difficoltà psichiche, la Merini è riuscita a lasciare ai posteri un’intensa e ricchissima produzione. Non solo versi, ma anche aforismi e libri in prosa.

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Alda è stata una poetessa, una donna che non si può descrivere con poche parole. La sua poetica è così vasta, profonda, intima, tanto che ha saputo raccontare dell’amore, dell’essere donna, degli uomini, della sua città, della pazzia.

Da sempre anticonvenzionale, lontana dal voler essere imprigionata da etichette e da qualsiasi status sociale, la Merini si è prefissata di essere libera. Forse è questo il dono più bello che le poesie ci hanno lasciato: il desiderio di libertà.

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