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“Alba” (1895), la poesia di Luigi Pirandello per ritrovare la speranza

Una poesia di Luigi Pirandello per ritrovare la speranza: si intitola "Alba" ed è stata composta nel 1895.

Nove strofe di visioni in cui natura, corpo e anima si intrecciano indissolubilmente: “Alba” di Luigi Pirandello è una poesia vibrante di energia e di passione, un augurio di speranza che scopriamo in occasione dell’anniversario di nascita dell’autore siciliano, nato il 28 giugno 1867 ad Agrigento.

“Alba” è apparsa per la prima volta nella rivista Natura ed arte (anno V 1895-1896 n.18).

“Alba” di Luigi Pirandello

Vedi tu come, non ancor dal fumo
dei pensieri il cervello annebbiato,
al tuo spirito (l’alba t’ha destato)
io vita, io mondo un altro aspetto assumo?….

Ti parlerò meglio all’aperto: vieni!
fuori le porte de l’a te funesta
città! Slarga il tuo petto intanto a questa
aura ristoratrice. Ecco i miei beni:

l’aria, il verde, la luce… non le case
degli uomini ammucchiate! non le oscure
chiese, o le sedi socïali impure,
d’ogni viltà, d’ogni miseria invase!

Ben venga a te, che questa mane, avanti
che il sol nascesse, abbandonavi il letto;
e fuori or vieni insolito diletto
a trâr da me, come da strani incanti.

Guarda! Nel sogno de la terra assorti,
sorgono a l’aria gli alberi: li scuote
invano il vento, invano li percuote
la pioggia… Forte, come lor son forti,

non sei tu in me! Nel grembo mio profondo
stendi le tue radici. Tu potrai
vivermi sempre, non morir giammai,
abbracciar tutto e divenire il mondo!

Non tendi a questo? Gli alberi tue membra
saran; la terra, il corpo; in ogni fiume
le tue vene, il tuo spirito nel lume
del dí vedrai… Già divenir ti sembra

quel che vedi… Lo senti? Orbene, questo
che tu senti son io: sono te stesso;
di me tu vivi, io di te vivo. Adesso
ritorna in mezzo agli uomini modesto,

ne la città rientra. Primavera
nuova presto verrà. Bisbiglia intanto
a chi ti passa triste e fosco a canto,
come un augurio, ne l’orecchio: – Spera.

Una nuova alba

Ci si sveglia, un mattino, con i raggi del sole che filtrano nella stanza in penombra. I pensieri non hanno ancora trovato la via giusta per farsi strada e affollarsi nella mente e nel cuore. Intorpiditi dal sonno, svuotati dalla pesantezza del giorno prima, siamo vasi da rifocillare.

Questo è l’incipit di “Alba”, la poesia in cui Luigi Pirandello dialoga con un “tu” mai esplicitato per raccontare, su più livelli, l’effetto benefico della natura sull’essere umano.

Dapprima ci sono la contemplazione e il benessere che deriva dalla serenità naturale, contrapposte agli elementi caotici tipici dell’ambiente urbano. Poi, la similitudine: essere resilienti come gli alberi che resistono al vento e alla pioggia, fluidi e freschi come le acque del ruscello, forti come le radici. Infine, il riconoscimento del sé come parte integrante del paesaggio naturale e il gran finale: la chiusa imperativa, che conferisce il senso a tutta la poesia: non sei solo. Guardati intorno, ascolta. Sii forte. Spera.

Luigi Pirandello, l’esordio

Luigi Pirandello nasce nella città di Agrigento, allora meglio conosciuta con il nome di “Girgenti”, il 28 giugno 1867.

In particolare, l’autore di “Alba” nasce e cresce in una frazione rurale del paese denominata “Caos”. Su questo dettaglio, Pirandello ha sempre amato intessere storie e fare battute. Diceva infatti scherzosamente di essere “figlio del caos”.

Cresciuto in un contesto borghese e benestante, Pirandello soffre perché immerso in un clima di grande disillusione, quello che ha caratterizzato gli anni del Risorgimento italiano. Anche le sue opere risentono di questa negatività latente. Studia lettere a Roma, poi si trasferisce in Germania, dove si laurea con una tesi sul dialetto girgentino.

Quando, alla fine degli anni ’90 dell’Ottocento, torna a Roma, Pirandello comincia a collaborare con alcune riviste e ad entrare negli ambienti frequentati dai letterati del tempo.

Lo spartiacque del 1903 e i capolavori

In questo periodo, lo scrittore pubblica le prime novelle e qualche romanzo. Nello specifico, nel 1901 viene pubblicato “L’esclusa“, seguito dopo poco tempo da “Il turno“.

La fortuna volta le spalle all’autore siciliano a partire dal 1903, anno in cui la miniera di famiglia viene distrutta a seguito di un terribile allagamento e in cui la moglie di Pirandello comincia a dare i primi segni di malattia mentale – a causa di questa patologia la donna vivrà il resto dei suoi giorni in una casa di cura -.

Da questo momento, le opere di Luigi Pirandello cambiano radicalmente: la miseria, il tema della follia e dei legami familiari diventano centrali nelle pagine dello scrittore, che dà vita ai suoi lavori più apprezzati in tutto il mondo.

Fra questi, “Il fu Mattia Pascal“, “I vecchi e i giovani“, “Suo marito“, “Quaderni di Serafino Gubbio operatore“. Inoltre, l’autore comincia ad approfondire il genere teatrale, che presto gli porterà un enorme successo.

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