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Genere e numero: gli errori da evitare nel passaggio da singolare a plurale

Si dice "un'ora e mezzo" o "un'ora e mezza"? Fausto Raso, giornalista specializzato in problematiche linguistiche, ci aiuta a risolvere questo e ad altri dilemmi linguistici legati a genere e numero delle parole

Ci sono parole di cui spesso si sbaglia l’utilizzo, sia nel linguaggio parlato sia in quello scritto, legato al genere e al numero. Per fare chiarezza, vogliamo analizzare le principali regole grammaticali legate al maschile/femminile e al singolare/plurale per scoprire in modo facile ed intuitivo lโ€™uso corretto delle parole e dei modi di dire italiani che piรน comunemente portano allโ€™errore.

Dopo avervi spiegato la regola generale, vi proponiamo una lista di errori grammaticali legati a genere e numero da evitare, seppur frequenti nel linguaggio corrente.

Genere e numero

La regola

Genere e numero sono concetti base legati alla lingua italiana: il “Genere” si usa per capire se una parola รจ maschile o femminile, mentre il “Numero” consente di indicare se una parola รจ singolare o plurale.

Le regole per individuare la corretta scrittura delle parole da singolare a plurale sono semplici: perchรฉ basta guardare la fine della parola e quindi la desinenza. Per questo, esiste una suddivisione in gruppi, a seconda della vocale con cui termina la parola che vogliamo rendere al plurale:

Nel PRIMO GRUPPO la desinenza finisce per ‘A’ al singolare ed ‘E’ al plurale. Alcuni esempi sono: la tazza, la mela, la barca.

Nel SECONDO GRUPPO, tutto maschile, la desinenza finisce per ‘O’ al singolare ed ‘I’ al plurale. Alcune parole sono: lo zucchero, il tavolo.

Nel TERZO GRUPPO rientrano invece le parole che terminano con ‘E’ al singolare e con ‘I’ al plurale. Non esistono regole specifiche per identificarli, ma si riconoscono facendo pratica. La forma plurale, comunque, termina sempre in ‘I’. Alcuni esempi: il padre, la madre, il pesce, la lezione, il mare, la nave.

Il QUARTO GRUPPO vede parole la cui desinenza finisce per ‘O’ al singolare e per ‘A’ al plurale. Nella lingua italiana non esistono molte parole con questa peculiaritร .

Infine troviamo il QUINTO GRUPPO dove la desinenza finisce per ‘A’ al singolare oppure per ‘I’ al plurale. In questo caso il femminile e il maschile non hanno regole, infatti si dice: ‘le ali’ ma anche ‘i temi’.

Singolare o plurale, maschile o femminile?

La corretta scrittura di alcune parole

Conoscere la regola non basta: esistono spesso delle eccezioni che portano poi a dei veri e propri dubbi grammaticali.

Di seguito, vi proponiamo la corretta scrittura di alcune parole spesso protagoniste di dilemmi linguistici, spiegandovi inoltre quando vanno scritte al plurale oppure rimangono invariate, e perchรฉ.

ALTERNATIVA, รจ sempre una sola: questo o quello. Non si puรฒ dire, quindi, ci sono due alternative.

BAGNOMARIA, il plurale รจ ‘bagnimaria’. Alcuni vocabolari, perรฒ, indicano l’invariabilitร  del termine.

BILINGUE, รจ un aggettivo della II classe (come ‘facile’), nel plurale cambia la desinenza ‘e’ in ‘i’: libri bilingui.

CARCERE รจ maschile solo nel singolare, nel plurale รจ tassativamente femminile: il carcere, le carceri.

ASMA, รจ di genere maschile (anche se alcuni vocabolari lo considerano ‘bisex’): un asma allergico.

ASSISE. E’ solo femminile plurale: le assise del partito democratico (non l’assise).

ECO, nel singolare puรฒ essere sia maschile sia femminile; nel plurale tassativamente maschile: un eco, un’eco, gli echi.

MARRONE, aggettivo che significa ‘colore del castagno’, resta invariato: giacca marrone, scarpe marrone.

MEZZO, quando si riferisce all’ora resta invariato: le sei e mezzo; un’ora e mezzo.

PANTALONI, รจ solo plurale. Errato ‘il pantalone’.

PRONTO SOCCORSO, il suo plurale (da preferire) รจ ‘pronti soccorsi’.

RETRO, le parole composte con ‘retro’ prendono il genere del sostantivo che segue: la retrobottega, la retromarcia. Quasi inesistenti le eccezioni: i retroscena.

SABATO, si pluralizza normalmente: i sabati.

SOTTOVIA, รจ di genere femminile: la sottovia.

VIGILE, aggettivo e sostantivo. Nella forma femminile resta invariato: la vigile urbana.

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