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Le 10 parole “tormentone” dell’estate 2024

Vi abbiamo chiesto quale sia il termine più rappresentativo per la stagione del grande caldo e del mare. Ecco le 10 parole tormentone di quest'estate.

Finalmente è arrivata l’estate. Fra canzoni, libri, discorsi iconici e momenti di attualità, accade spesso che ci siano espressioni e parole che rimangono impresse in mente finendo per identificare un intero periodo.

In un post sulla nostra pagina Facebook vi abbiamo chiesto quali siano i termini più identificativi della stagione. Ecco le 10 parole “tormentone” dell’estate secondo i nostri lettori.

Le 10 parole “tormentone” di quest’estate

Caldo

Era fuor di dubbio: il “caldo” estivo è fra le parole più gettonate nei commenti al post in cui vi chiedevamo quali fossero i termini più rappresentativi di questa stagione.

C’è chi lo adora e chi non lo regge – probabilmente la maggior parte della gente -. Nonostante le scorse settimane non siano state particolarmente difficili da gestire in fatto di temperature, già da ieri non si fa che parlare delle città da bollino rosso. Ci aspetta una lunga estate all’insegna dei 40 gradi e dei consigli per sopportare meglio il caldo? O saremo più fortunati rispetto all’anno scorso e potremo goderci il mare, la montagna e le città in cui viviamo senza soffocare? Chi vivrà, vedrà…

“Storie brevi”

Più di qualcuno di voi ha parlato di “storie brevi”, probabilmente in riferimento all’omonima hit estiva di Annalisa e Tananai.

Incontri fugaci, caratterizzati dalla consapevolezza della fluidità e della libertà. Quella estiva è la stagione in cui, per eccellenza, si instaurano intrecci momentanei, fatti di coincidenze e sensazioni più che di promesse e percorsi costruiti.

Il divertimento, ma anche il desiderio di prendersi meno sul serio, di fare esperienze nuove senza troppa paura… E poi, chissà. A volte, è proprio da incontri così sereni e leggeri che nascono le cose più importanti.

Nostalgia

“Vorrei tornare agli anni ’80”, “vorrei essere negli anni ’90”, e chi più ne ha, più ne metta. Nostalgia, insomma.

L’estate è forse la stagione in cui, più di tutte, sentiamo la mancanza di ciò che è stato: i giochi d’infanzia, le merende coi nonni, le vacanze al mare con gli amici, gli amori sfioriti, gli anni in cui ci si sentiva giovani e forti, capaci di ogni cosa. I tempi migliori, quelli che non ritorneranno più, che abbiamo avuto modo di analizzare col bisturi, rimuovendo ogni traccia di imperfezione per cucirceli addosso, nel cuore, per sempre.

Un passato che non ritornerà ma che, ciclicamente, si affaccia con la sua aura nel nostro presente.

Lavoro

Non per tutti l’estate è sinonimo di vacanza, mare, libertà, gioia. C’è chi, ed è una fetta consistente della popolazione, lavora più che in altri mesi e in altre stagioni. Per cui, “lavoro” è stata una parola piuttosto gettonata fra quanti hanno risposto al post in cui si parlava di termini “tormentone”.

“Sesso e samba”

Come nel caso di “Storie brevi”, non si tratta di una parola tormentone, bensì di un binomio che rimanda direttamente all’ormai virale canzone di Tony Effe che, cantata con Gaia, racconta una storia di brividi, passione e incontri fugaci ambientati nelle notti d’estate.

Pioggia

Pioverà? Non piove. Piove troppo.

L’Italia è un paese ricco e variegato, caratterizzato da diverse zone climatiche. In prevalenza, però, potremmo dividere il paese in due zone: quella in cui in estate prevale la pioggia, con fenomeni improvvisi come grandinate e trombe d’aria, e quella in cui la pioggia non si vedrà per mesi e mesi. Siccità completa.

In tutti i casi, la pioggia è una grande protagonista; in presenza o in absentia.

Parossismo

Qualcuno di voi, poi, ha citato un termine colto che ci ha colpito perché potrebbe legarsi a diverse realtà attuali: “parossismo”. Secondo il vocabolario “Treccani”:

(ant. parosismo e parocismo) s. m. [dal gr. παροξυσμός «irritazione, esasperazione», der. di παροξύνω «eccitare», comp. di παρα- «para-2» e ὀξύς «acuto»]. – 1. In medicina, e anche nel linguaggio letter., l’acme di un processo morboso, durante il quale la sintomatologia si presenta con caratteri di maggior gravità. 2. fig. a. Esasperazione di un sentimento, di uno stato d’animo, condizione di forte eccitazione […]

Insomma, il parossismo indica il punto di non ritorno, il culmine di un processo, di un sentimento, di un percorso. L’estate è la stagione più calda, in cui tutti siamo portati allo sfinimento e in cui sembra meno facile mantenere il controllo. I parossismi sono già all’ordine del giorno per questa ragione.

Ma potremmo anche legare il termine alle recenti eruzioni dell’Etna, o alle ondate di proteste contro la guerra che stanno infiammando le piazze, o al culmine della felicità, dopo le combattute elezioni, per i francesi che sono scesi a festeggiare la sconfitta del partito estremista dato per vincente. Insomma, un’estate parossistica, questa.

Tormentone

Il “tormentone”. L’idea del tormentone, in sé, ha un che di molto estivo. Ecco perché in molti lo hanno associato al lessico iconico di questa stagione. Sempre secondo il vocabolario “Treccani”:

tormentóne s. m. [der. di tormentare; nel sign. 2, per l’azione erosiva della larva sulle radici delle piante]. – 1.  Preoccupazione, fastidio, rovello che costituisce un continuo tormento; in partic. , nel linguaggio teatrale, battuta ripetuta in modo ossessivo, spec. con effetto comico.

In partic. , nel linguaggio giornalistico, tema, argomento polemico riferito sempre allo stesso soggetto, spesso sintetizzato in una frase o in un’immagine efficace e incisiva, che viene continuamente riproposto in modo martellante in articoli di giornale, vignette satiriche, programmi radiofonici e televisivi. Anche, ripetizione ossessiva di una notizia: il t. dell’estate.  2. Nome comune della larva del maggiolino.

Noia

Andiamo a una parola che, secondo noi, ha molto a che fare con l’estate. La “noia”, che etimologicamente ha un’accezione negativa, è quello strano e complesso stato d’animo che ci rende più umani: ci annoiamo quando la nostra vita è troppo monotona, quando non c’è nulla di nuovo all’orizzonte, quando sentiamo il peso del nostro corpo e della nostra mente.

In estate è più facile provare noia: magari nelle ore di grande caldo, in cui non possiamo fare altro che stare in casa e aspettare. Fermi un attimo, però: dal “dolce far niente” sono nati capolavori inauditi. Se non avessimo la noia, non avremmo spunti e desideri di innovarci, di cambiare le cose. Ma soprattutto, non sapremmo cosa vuol dire aspettare. Perché questo ci insegna, più di tutto, la noia – cantata peraltro anche da Angelina Mango a Sanremo -: il saper aspettare.

Libertà

Infine, una parola che, citata da molti di voi, vuole essere anche un augurio per la vostra estate: che sia una stagione libera. Libera dallo stress e dall’ansia, dalla paura e dai condizionamenti, dal dolore. Che sia un’estate piena, in cui riusciate a recuperare la giusta dimensione, la serenità. In cui possiate riscoprire la bellezza delle piccole cose che spesso, nella frenesia del quotidiano, ci sfuggono.

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