Il latino, lingua classica e innovatrice: nel vasto repertorio del linguaggio scientifico, esiste un elemento unificante, una sorta di “collante” che, pur essendo distante nel tempo, rimane estremamente rilevante: il latino (insieme al greco), che costituisce la base di radici, suffissi, prefissi e loro varianti.
Senza la conoscenza delle lingue classiche, risulta difficile padroneggiare il linguaggio specialistico, poiché esse fungono da ponte e punto di congiunzione tra le diverse lingue tecniche, giuridiche, filosofiche e costituiscono la struttura portante dei linguaggi scientifici e tecnologici, rappresentando un collante della comunicazione universale e l’elemento fondamentale di base.
Il latino, che ha plasmato l’identità linguistica dell’Europa per circa venti secoli, continua a fornire, insieme al greco, i componenti essenziali per i neologismi in ambito tecnico e scientifico, rendendoli semanticamente chiari grazie all’influenza di queste antiche lingue.
Inoltre, latino e greco hanno contribuito e continuano a contribuire a uniformare il significato e l’uso dell’inglese scientifico.
Queste lingue garantiscono coerenza interna ai vari settori terminologici e impediscono che questi si espandano attraverso aggiunte arbitrarie e propizie nelle varie particolari situazioni.
Curiosità sui latinismi e sul latino
1. Sfogliare ed esfoliare
I derivati della parola “foglio” non sono molto numerosi, e le varianti con grafia moderna e latineggiante coesistono in modo abbastanza equilibrato: termini come “bifoglio” e “bifolio” si trovano nelle scienze del libro, mentre “foliazione” o “fogliazione” sono comuni nel linguaggio dell’editoria e sono noti anche al pubblico generale.
I termini “affoliazione” e “affogliazione” sono molto rari e specialistici, ma hanno un’origine antica e vengono utilizzati principalmente in ambito giuridico e burocratico.
I derivati di “foglia”, invece, seguono percorsi differenti: in botanica, si mantiene la grafia con “-gl-“, come avviene anche in petrografia, mentre in matematica e topologia prevale maggiormente la grafia latineggiante, anche se la forma moderna è accettata.
Il modello latino, spesso introdotto attraverso altre lingue (probabilmente dall’inglese, come nel caso dell'”acido folico”, una sostanza vitaminica estratta dalle foglie), è dominante in termini come “defoliante” e nelle varie forme di “esfoliare”.
Nella lingua italiana, i doppioni di origine latina (o allotropi) sono sempre stati molto diffusi (si pensi a “famigliare” e “familiare” o ai più rari e altisonanti “soglio” e “solio”, riferiti al “trono” e al “potere” di un sovrano).
In alcuni vocabolari specialistici, si preferisce adottare in modo sistematico una grafia rispetto a un’altra: è il caso della botanica, dove le forme che derivano da “foglia” sono prevalenti, quasi in modo simbolico.
In altri contesti, soprattutto quando i termini entrano nel linguaggio comune, è l’uso prevalente a determinare la forma che si impone: sarebbe infatti difficile sostituire d’autorità “esfogliante” o “sfogliante” con “esfoliante”, così come cambiare “sfogliare” in “esfoliare”.
Potrebbe essere utile, semmai, una forma di supervisione autorevole nell’introduzione di neologismi, per suggerire, soprattutto a specialisti e autori, le soluzioni più appropriate rispetto alle regole formative dell’italiano.
2. Eleggibile o eligibile: entrambi corretti?