La lingua italiana si trova “solo” al ventunesimo posto nella classifica delle lingue più parlate nel mondo: sono circa 63 milioni le persone che parlano la nostra stessa lingua. Nonostante questa posizione piuttosto modesta, l’italiano è riconosciuto come una delle più importanti al mondo, grazie alla sua enorme influenza sulla cultura, l’arte, il commercio e l’industria.
La lingua italiana, la nostra lingua madre, rappresenta un valore essenziale per conservare e tramandare l’identità di una comunità e tramandare il patrimonio culturale. Proprio per questo il 21 febbraio si celebra la Giornata internazionale della Lingua Madre, proclamata dalla Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nel novembre del 1999. Dal 2000 essa viene celebrata ogni anno il 21 febbraio per promuovere la diversità linguistica e culturale ed il poliglottismo.
Giornata della lingua madre, perché dobbiamo essere orgogliosi della lingua italiana
5 curiosità sulla lingua italiana che non tutti conoscono
Il primo modo per valorizzare e promuovere la lingua italiana, ancor prima di difenderla dall’invasione di neologismi e anglicismi, consiste nel conoscere meglio le sue sfumature e le sue origini. Di seguito, vi presentiamo di seguito 5 curiosità sulla lingua italiana che forse non tutti conoscono.
In che modo l’italiano deriva dal latino
A differenza di ciò che si può pensare, soprattutto se si è studiato latino a scuola, l’italiano non deriva non dal latino classico, quello appunto studiato nelle università e adottato dal Vaticano come lingua ufficiale. La nostra lingua deriva dal cosiddetto latino volgare.
Il latino parlato, nell’antica Roma da soldati, contadini e abitanti delle province. Dante Alighieri fu il primo a sostenere che il volgare dovesse sostituire il latino letterario, comprensibile solo a pochissime persone, e scrisse addirittura un trattato dedicato a questo tema, il “De vulgari eloquentia”.
In quali Paesi si parla l’italiano
Oltre che dell’Italia stessa, l’italiano è la lingua ufficiale degli stati del Vaticano e di San Marino, del Canton Ticino e del Sovrano Ordine di Malta (da non confondere con Malta). La lingua italiana è una delle lingue ufficiali dell’Unione Europea e ha anche lo status di lingua delle minoranze in tre paesi: Slovenia, Croazia e Brasile. In Italia, tuttavia, per ragioni culturali e geografiche, non si parla solo l’italiano. In Valle d’Aosta, alla lingua francese è riconosciuto uno status ufficiale, come anche al tedesco e al ladino in Trentino-Alto Adige.
Il più antico documento ufficiale scritto in italiano
Ci sono in realtà due scritti che si contendono il diritto di essere riconosciuti come il più antico documento scritto in lingua italiana. Sono l’atto notarile Placito Capuano del 960 e l’iscrizione della catacomba di Commodilla che secondo vari studiosi risale al VI o al IX secolo ed è, secondo alcuni studiosi, il consiglio di non rivelare i propri segreti ad alta voce.
Quanto è studiata la lingua italiana nel mondo
L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Il record è impressionante date le dimensioni relativamente ridotte del paese. La BBC afferma inoltre che imparare la nostra lingua non è un’impresa impossibile in quanto “In italiano si legge come si scrive […]. La pronuncia è chiara […]. Il vocabolario è simile ad altre lingue di origine latina. […] Anche se alcuni aspetti della lingua possono sembrare difficili all’inizio, basta afferrare alcune semplici regole per essere in grado di comunicare in una varietà di situazioni”.
I dialetti dell’italiano
Dovete sapere che in Italia si parlano così tanti dialetti che secondo l’Enciclopedia Treccani è persino difficile contarli. Per questo motivo gli studiosi hanno pensato di dividere il Paese in tre grandi zone dialettali: una linea immaginaria che va da La Spezia a Rimini separa la zona Nord da quella Centrale, che a sua volta confina con il Sud lungo la linea Roma-Ancona. In effetti, gli scienziati stanno ancora discutendo se considerare i dialetti in quanto tali o come lingue a sé stanti.
Secondo un’indagine dell’Unesco, in Italia oggi vengono parlate 31 lingue tra l’italiano ed i vari dialetti. I più parlati e ricordati sono: il veneto, il napoletano, il friulano, il piemontese, il sardo, il lombardo, l’emiliano ed il romagnolo, il siciliano e il ligure.
Lo Stato italiano riconosce e tutela 12 lingue minoritarie con la legge 482 del 1999: “La Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.”
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