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Roberto Saviano: “Se la pandemia non innesca una rinascita, ci sommergerà”

"Un mondo così non è più sopportabile, non lo è mai stato, ma adesso ce ne rendiamo conto e abbiamo la possibilità di cambiare", commenta Roberto Saviano

A concludere la maratona del Salone del Libro di Torino è la voce di Roberto Saviano che, in collegamento da Brooklyn, ringrazia Nicola Lagioia e lo staff per questa straordinaria edizione del Salone del Libro di Torino. “Un bellissimo atto di resistenza”, lo definisce lo scrittore campano. 

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L’isolamento

“Da quasi vent’anni vivo in isolamento. Ma c’è una differenza sostanziale tra l’isolamento che vivo io – racconta Saviano – e quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi. Quando sei chiuso perché sotto scorta, il mondo fuori lo conosci. Il problema di questa pandemia è che sei chiuso e non conosci quello che accade fuori. Fuori c’è qualcosa che non è più leggibile, gli orizzonti cambiano continuamente. 

La libertà

“Il rischio più grande è quello di perdere diritti – continua Saviano -, di perdere la possibilità di gestire la propria vita, in nome della sicurezza. Fra proteggersi e cedere i propri diritti il passo è bravo. E, in questa situazione, il tema della libertà si è rivelato ancora una volta fondamentale. Se in Cina ci fosse stata libertà d’espressione, probabilmente quel medico che primo ha intuito la presenza del coronavirus non sarebbe stato arrestato e delegittimato. In una società libera quel tipo di attenzione sarebbe stata accolta, seppure fra mille critiche. Questo per dire – continua Saviano – quanto conta la possibilità di comunicare, quanto la libertà ci può salvare sempre”.

Il futuro

“La speranza è quella di identificare nel disagio che ognuno si porta dentro che le cose devono cambiare e subito. Non è più sopportabile un mondo del genere – asserisce Saviano -. Non può essere solo questione di numeri, PIL, finanza. Perché permettere che questa rabbia sia incanalata soltanto in movimenti più reazionari? Un mondo così non è più sopportabile, non lo è mai stato, ma adesso ce ne rendiamo conto. Adesso abbiamo una carica, abbiamo la forza per girare il tavolo. Le cose devono cambiare, perché la pandemia se non innesca una rinascita, ci sommerge”. 

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