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“Riaprire solo in caso di sicurezza”, la lettera di 150 librai al Premier Conte

In seguito all'ultimo decreto legge, 150 librai del Led chiedono più attenzione e sicurezza per tutta la filiera editoriale, cliente compreso

“Se siamo dei luoghi essenziali del tessuto culturale italiano, allora sarebbe il caso che questa funzione ci fosse riconosciuta sempre e in modo strutturale, attraverso una serie di misure economiche a sostegno delle nostre attività nel quotidiano.” E’ uno dei passi della lettera inviata al premier Giuseppe Conte da Led (Librai Editori Distribuzione in rete). La missiva in poche ore ha raccolto oltre 150 firme di librai in tutta Italia, da Bookish di Roma a Trame di Bologna.

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Le perplessità dei librai

La lettera è una risposta al decreto legge annunciato ieri, che prevede la riapertura delle librerie dal 14 aprile. Ecco alcuni passi della lettera, pubblicata integralmente qui. “Mentre sono ancora in vigore misure che costringono le persone dentro casa e sospendono la mobilità, viene chiesto a noi librai e, di conseguenza ai nostri lettori, di tornare a muoverci per raggiungere le librerie. Ma a quali condizioni? In merito alla proposta di riaprire le librerie, molte e molti di noi nutrono una serie di dubbi e perplessità che ci piacerebbe fossero sciolti”. Tra le domande che i librai si pongono: andare a comprare un libro sarà una giustificazione valida per uscire, esattamente come andare al supermercato? La scelta di un libro avviene per contatto diretto, per passaggi di mano e di idee. Come gestire tutto questo? Sono state previste delle indicazioni precise per la sicurezza del lavoro?

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Attenzione costante verso i librai

I librai Led puntualizzano la necessità che il governo rivolga la sua attenzione verso il loro lavoro. Ma essi vorrebbero che ciò avvenga sempre, soprattutto dopo la pandemia. “Se siamo dei luoghi essenziali del tessuto culturale italiano, allora sarebbe il caso che questa funzione ci fosse riconosciuta sempre e in modo strutturale, attraverso una serie di misure economiche a sostegno delle nostre attività nel quotidiano.”

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La richiesta delle librerie Led

Secondi i librai riaprire “non può essere considerato un puro gesto simbolico”. La riapertura deve essere “un’azione strutturata e gestita nella sua complessità, così come dovrebbe avvenire per tutte le altre attività necessarie alla vita sociale”. I librai chiedono più attenzione e sicurezza per tutta la filiera editoriale, cliente compreso. “Riaprire le librerie non può essere considerato un puro gesto simbolico, ma deve essere un’azione strutturata e gestita nella sua complessità, così come dovrebbe avvenire per tutte le altre attività necessarie alla vita sociale”. In mancanza di garanzie, molti librai si riservano di non riaprire l’attività nemmeno dopo l’entrata in vigore del decreto, almeno finché non sarà possibile esercitare il loro lavoro nelle condizioni e con le tutele adeguate.

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