Il nuovo libro di Francesco Abate, “Torpedone trapiantati“, pubblicato da Einaudi (Stile libero) è la cronaca di un’esilarante gita di trapiantati con le loro famiglie al seguito.
Sì, avete capito bene: trapiantati, persone a cui è stato donato un organo nuovo, e quindi è stato concesso di rinascere. La storia che sta a monte è quella dell’autore, che ha avuto un trapianto di fegato dieci anni fa.
Il tema di fondo del libro è quindi pesante, ma la scrittura di Francesco Abate rende tutto più leggero, con la sua ironia. Così conosciamo personaggi strampalati, e anche storie che ci stringono il cuore e fanno scendere lacrime.
Ma c’è un filo che tiene tutto insieme, e l’autore lo sa bene. I trapiantati hanno una grossa responsabilità: quella di vivere ed essere felici. Quindi, per chi si fosse spaventato, non è un libro su una malattia, ma è sulla vita, sul trascorrere dei giorni di queste persone che hanno avuto la seconda occasione, sulle domande che si fanno, su come vivono adesso.
E la speranza non viene mai meno; è questa la cosa bellissima che si sente dentro quando si è terminata la lettura. Se poi volete leggere la storia del trapianto a cui è stato sottoposto l’autore, leggetevi “Chiedo scusa” , edito da Einaudi. Comincia tutto da lì.
Claudia Sancasciani