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“La Verità sul caso Harry Quebert”, libro per chi desidera “imparare”, “vivere” e non solo “leggere”

Senza indugio Joël Dickér e le “779” pagine de “La Verità sul caso Harry Quebert”. Inizialmente rapita dalla copertina – che considero “magnetica” – che ha provocato in me notevole “suspense” e curiosità attraverso la portiera dell’automobile semiaperta e la figura di una donna che sembrerebbe appena scesa dalla macchina, A tratti, per me, un “giallo”, la vicenda si svolge, tra New York e la cittadina di Aurora, passando da Concord e Goose Cove, tra il 1969 e il 2008 e la scomparsa di una bionda ragazzina di 15 anni, dolce, sensibile, amante dei gabbiani e innamorata dell’Amore Nola Kellergan. La sua personalità e un importante manoscritto, forse a lei dedicato, risulteranno essere i primi tra i diversi segreti di Aurora e dei suoi abitanti, che via via, dopo trent’anni dalla sua scomparsa, cominceranno, inevitabilmente, ad essere svelati…

Intorno a questo improvviso scenario, ruotano le vite di personaggi chiave: quali un famoso scrittore ed ex professore di liceo Harry Quebert, uomo riservato a cui la vita sembra aver tolto l’importanza del vivere e che ormai sessantenne, viene inaspettatamente accusato di sequestro di persona e duplice omicidio e quindi privato della propria libertà. Il giovane scrittore Marcus Goldman, che, all’apice del successo, viene colpito dal “blocco dello scrittore” e che, per riprendere a scrivere, si rivolge all’ex professore di liceo e grande amico Harry, affinchè possa fruire degli stessi buoni consigli che il professore era solito elargire ai tempi del liceo e poter riprendere così la stesura dell’atteso libro da pubblicare. Trasferitosi, quindi, ad Aurora, in riva all’oceano, troverà ospitalità da Harry, senza immaginare che, suo malgrado, dovrà investigare sull’amico. Con l’Avv. Roth, difensore di Quebert, dovrà percorrere la strada più tortuosa per cercare di difendere l’amico-scrittore dalle accuse presumibilmente fondate. Non mancheranno per Marcus momenti di forte abbattimento e di grande incredulità, ma attraverso le “lezioni di vita” di Harry “non dovrà mai darsi per vinto”, dovrà scegliere se “… lottare, al tempo stesso con se stesso e con il mondo…”.

Cadrà, ma capirà l’“importanza del cadere” e “dei fallimenti” e solo se sarà capace di “osare” potrà “vincere” e farne buon uso. Dovrà imparare a costruire “l’impresa più grande e difficile …” e capire che “dopo i libri … ci sono solo i libri, dopo le persone ci sono solo le persone, ma dopo l’amore c’è il sale delle lacrime…”. (cit. 31 capitoli indicati, con genialità, da parte di Dicker nei corrispondenti 31 capitoli in ordine decrescente). Non meno rilevanti sono i personaggi di Jenny, cameriera nel locale di proprietà della madre Tamara, Clark’s di Aurora, che segretamente innamorata di Harry convolerà comunque a nozze con Trevis, capo della Polizia di Aurora che, insieme all’ex capo della Polizia di Aurora, Gareth Pratt, si prenderà carico delle indagini del caso. Non meno avvincenti ed uniti da un ambiguo legame personale, sono i personaggi di Elijah, potentissimo ed inavvicinabile uomo d’affari e Luther, il suo autista, uomo sensibile, amante della pittura, innamorato di Eleonor, il cui viso sfregiato e i problemi di linguaggio ne fanno però un personaggio enigmatico. Il solitario pastore evangelista David Kellergan, trasferitosi ad Aurora con la figlia Nola, l’adolescente scomparsa, per il quale la musica, ascoltata ad alto volume, rappresenta il “non sentire” la realtà che invece lo circonda.

Lo scrittore mi ha dato la possibilità di “entrare” e “partecipare” al vissuto dei protagonisti, di riflettere sui sentimenti e sui valori che sono i cardini della vita, quali l’Amore ed il vero Amore, di non uguale significato, senza età, che inebriano ma annientano; l’Amicizia, che non abbandona, che tradisce e rende ingenui; la Famiglia, un valore inestimabile e porto sicuro e tranquillo; la Libertà, di amare, tradire, scegliere ma anche di nascondersi e di nascondere e che diventa una trappola dalla quale, il più delle volte, è difficile uscirne; la Gioventù, durante la quale tutto è permesso, o quasi, dove vige l’incoscienza e l’ingenuità, ma anche il rancore e la gelosia.

Uno stile, dello scrittore, che definirei misurato, non banale, brillante, con una giusta forma descrittiva dei luoghi e dei protagonisti che “viaggiano” nel presente costruito su basi del loro triste e torbido passato, capace di far crescere il mio interesse fino all’ultima parola, realizzando lo scopo di ogni lettore, facendomi cioè “… sentire pervasa da una grande emozione, per un istante ho pensato solo a ciò che ho letto, ho guardato la copertina e ho sorriso con una punta di tristezza perché i personaggi mi mancheranno, per il dispiacere di aver finito di leggere”.

È, quindi, un libro intrigante, coinvolgente, passionale, emozionante e nostalgico, una storia che non si dimentica, dove la curiosità non cessa di esistere ma aumenta al decrescere dei “31 consigli” e delle “lezioni di vita” di Harry.

Consigliatissimo a tutti i miei conoscenti e a tutti coloro che desiderano “imparare”, “vivere” e non solo “leggere”.

Marisa Perone

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