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Quali libri regalare (davvero) a Natale: come scegliere un libro

Se Babbo Natale avesse mai letto una sola delle mie lettere, a questo punto avrei una biblioteca paragonabile, per numero di volumi, almeno alla London’s British Library...

‘La potenza del hau (lo spirito delle cose donate) è il trasferimento di identità dal donatore al ricevente. Lo scambio si basa su tre principi:
1. dare;
2. ricevere – l’oggetto deve essere accettato;
3. ricambiare.
Nell
’oggetto fatto dono è presente l’identità nascosta che va riconosciuta e restituita. Il valore del dono sta nell’assenza di garanzie per il donatore, un’assenza che presuppone una grande fiducia negli altri’
M. Mauss

 

Se Babbo Natale avesse mai letto una sola delle mie lettere, a questo punto avrei una biblioteca paragonabile, per numero di volumi, almeno alla London’s British Library, ma per qualche strana ragione le mie richieste devono essere andate perse..quello che invece mi è capitato (nonostante sistemi informatici più e meno avanzati di catalogazione dei testi in mio possesso) è di ritrovarmi con libri doppi (vuoi perché acquistati due volte, vuoi perché regalati da chi non sapeva che li avevo già).

 

Diciamoci la verità: regalare un libro non è affatto facile.

Se la persona che riceverà il nostro regalo è (come me) un lettore vorace, che prendere? Come essere sicuri che non abbia già il testo? Comprare l’ultima uscita non è sempre una garanzia (e se il nostro amico ha ordinato una anteprima sui siti delle librerie online? E se è già passato in libreria anche solo un minuto prima di noi?).

 
Ogni editore scrive lunghe liste dei libri “top ten” da regalare a Natale, sul web ci sono decine di siti che ogni anno scrivono articoli con i 10, 50, 100 migliori libri da regalare per amici/familiari/ragazzi…insomma, una giungla perigliosa e piena di possibilità di errore.

Inoltre, benissimo la scelta del libro fresco di stampa per minimizzare il rischio di vedere sul ricevente il regalo l’espressione da “oh, grazie, ma ce l’avevo già”, ma si può regalare un libro che non si conosce e non si è ancora letto? A chi affidarsi? Ai consigli dei librai o alle recensioni (purtroppo sempre più di parte)? Al numero di copie vendute? Alla fama legata al nome dell’autore (come se poi gli scrittori molto prolifici o molto noti fossero sempre una garanzia del valore della prosa)? All’oculatezza delle scelte delle case editrici (tenendo presente che troppo spesso le grandi sono legate a logiche più commerciali che artistiche e che le piccole invece spesso non sono molto “in vetrina” nelle librerie)? E se non piace?

 

Io non riesco a regalare libri che non ho letto, che non conosco, che non so di cosa parlino. Mi sembrerebbe di usare il libro come mero oggetto, di prenderne uno “basta che sia” solo per l’esigenza di depennare un nome dalla lista dei regali da fare. E non apprezzo che mi vengano regalati libri da persone che non li hanno letti: rimango col dubbio del “perché mi hai preso proprio questo?” e dalla mancanza del dono “affettivo” del regalo. Insomma, secondo me il regalo non va inteso come mero protocollo sociale (una sorta di norma intitolabile “A Natale si fanno i doni”), ma anzi come forma di comunicazione; a maggior ragione se il regalo in questione è un libro, di per sé oggetto “parlante”. Per questo non posso esimermi, ogni volta che qualcuno mi regala un libro, dal chiedermi cosa mi stia comunicando, quale messaggio la scelta di quel testo voglia veicolare.

 

Il suggerimento, quindi, è quello di regalare solo cose conosciute, come magari un bel classico, perché no in una bella edizione, oppure, ancora meglio, regalare testi della nostra biblioteca, magari spiegando nella dedica perché lo stiamo donando (e se non avete doppioni, e, come me, proprio non riuscite a separarvi dai vostri libri, almeno compratene una copia).

 

Male che vada, l’anno prossimo il nostro amico avrà un libro da regalare, possibilmente non a noi che glielo abbiamo donato quest’anno.

 

Rachele Bindi

20 dicembre 2014

Nel dubbio..auguri!

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