Oggi mediamente hanno più successo le librerie di medie dimensioni, quelle che riescono a conservare un rapporto personale con i lettori ma che sanno anche esporre e presentare i libri in modo efficace. A dirlo è Stefano Mauri, vicepresidente della Fondazione Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, che ogni anno organizza il Seminario di perfezionamento della Scuola per Librai . Giunto alla sua quarantaduesima edizione, il tradizionale appuntamento in quattro giornate si tiene in questi giorni presso la storica Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Lo stato delle librerie italiane oggi: intervista a Stefano Mauri
In occasione del Seminario, abbiamo intervistato Mauri per analizzare lo stato delle librerie italiane oggi e scoprire le principali novità del Seminario 2025.
Quali sono i principali temi e novità del Seminario della Scuola per Librai di quest’anno?
Durante la settimana, dal martedì al giovedì, libraie e librai da tutta Italia avranno modo di incontrare alla Fondazione Cini professionisti dell’editoria e di lavorare, anche insieme, su aspetti fondamentali del loro mestiere: la gestione della libreria, dall’assortimento al rendiconto finanziario, il servizio al cliente, conti economici e rendiconti finanziari, senza dimenticare l’incontro con Chiara Valerio, Il paradosso del moscone. C’è differenza tra lettore e libraio? e la tavola rotonda con esempi “virtuosi” dei capi delle principali catene librarie in Inghilterra, Stati Uniti, Spagna e Italia, che parleranno di nuovi format di librerie, come Javier Arrevola, Michael Busch, Alessandra Carra e James Daunt.
A loro si unirà Johnny de Falbe che racconterà i segreti di una delle principali e più amate librerie indipendenti inglesi, la John Sandoe Books.
Il convegno internazionale di venerdì, invece, che vede tra gli ospiti alcuni dei principali editori europei – Jesús Badenes del principale gruppo editoriale spagnolo, Planeta, Véronique Cardi del principale gruppo editoriale francese, Hachette, Felicitas Von Lovenberg del secondo gruppo editoriale tedesco e primo gruppo editoriale svedese, BONNIER, Sonia Draga, importante editore polacco e anche presidente della Federazione Europea degli Editori – rifletterà sulla misteriosa natura del libro: sempre uguale a se stesso da Aldo Manuzio in poi, eppure sempre capace di portare con sé innovazione.
Qual è lo stato delle librerie italiane oggi?
È difficile generalizzare, diciamo che oggi mediamente hanno più successo le librerie di medie dimensioni, quelle che riescono a conservare un rapporto personale con i lettori ma che sanno anche esporre e presentare i libri in modo efficace. E soprattutto nel mare magnum di ciò che viene pubblicato, capace di scegliere i libri giusti.
Come stanno reagendo i librai alla flessione che il mercato sembra avere nell’ultimo periodo?
Innanzitutto, precisiamo che la flessione non è della domanda ma della capacità di spesa grazie al fatto che la 18app che aveva avuto effetti miracolosi sulla lettura giovanile, da questo governo, senza tanto spiegare perché, probabilmente a causa di una cattiva informazione sui benefici di questa legge che tanti Paesi ci avevano copiato, è stata trasformata in una meno accessibile Carta Cultura.
Dopodiché le librerie sono anche un mestiere vocazionale: ovviamente quando c’è un calo del mercato le più fragili, le meno motivate, le più sfortunate saranno inevitabilmente costrette a chiudere. La 18app peraltro ha funzionato per otto anni, ma ora sarà costretto a chiudere anche qualche piccolo imprenditore che aveva aperto proprio grazie all’andamento positivo che questa aveva creato.
In un mondo sempre più connesso e digitale, la tecnologia rappresenta un ostacolo o un’opportunità per i librai oggi?
Si teme sempre l’impatto della nuova tecnologia in questo settore come in altri settori, però sino a ora, e qui ci ricolleghiamo al tema della giornata conclusiva del Seminario, il libro ha dimostrato di essere nel cuore delle persone e di saper superare qualsiasi cambiamento e innovazione.
Le nuove tecnologie digitali hanno consentito di sviluppare libri in un formato più comodo per chi viaggia come gli e-book e gli audiolibri e non hanno fatto altro che aumentare in una parte del pubblico il desiderio per il libro di carta, ma soprattutto i social hanno messo in contatto lettori, editori e autori, facendoci sentire tutti parte di una grandissima comunità articolata in moltissime nicchie. Beato chi legge, è destinato ad una vita decisamente migliore.
Photocredit: Yuma Martellanz