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Perché i classici della letteratura sono estremamente attuali oggi

Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Lupo, professore di letteratura italiana contemporanea e scrittore, autore del libro "Breve storia del mio silenzio" tra i 12 candidati Strega

Oggi viviamo in un’epoca contraddistinta dal Coronavirus: il Covid-19 ha modificato abitudini e comportamenti quotidiani. Esiste una stretta correlazione tra i classici della letteratura e il concetto di epidemia. Pensiamo al Boccaccio, al Manzoni, o alla letteratura del ‘900 con “La peste” di Camus e con “L’amore ai tempi del colera” di Marquez. 

I grandi classici della letteratura e le epidemie

Manzoni ne “I Promessi Sposi” ha raccontato di una milano colpita dalla peste. Come dice Don Abbondio, “la peste è stata come una scopa che ha spazzato via molte persone”. Un’espressione che fa pensare all’immunità di gregge di cui si parla oggi. Boccaccio nel “Decamerone” ha invece rappresentato  l’epidemia come momento di fuga dalla realtà. Ci si isola, si trova riparo, ci si intrattiene raccontando storie. Nel caso di Marquez e Camus abbiamo altre situazioni. Marquez ci rappresenta una storia d’amore che si conclude durante il colera, invece Camus rappresenta una distopia.

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Dieci libri che riflettono la situazione attuale, secondo i lettori

Abbiamo chiesto ai nostri lettori quali sono, a loro avviso, i libri che riflettono meglio la situazione attuale. Ecco, le loro risposte

Libri per comprendere il futuro

I classici della letteratura possono rappresentare un rifugio dai problemi della realtà, un modo per evadere. I libri non sono solo una maniera per fuggire dall’attualità: essi sono anche un modo per comprendere la realtà e capire cosa occorre fare dopo. Dopo una pestilenza, il mondo riprendere il suo normale corso, magari meglio di prima. E’ possibile pensare che, al di là di questo orizzonte che ci incute timore, occorra disegnare un altro mondo. Nel Decamerone di Boccaccio, i giovani che si sono allontanati da Firenze per raccontarsi storie in campagna. Essi non sono solo scappati dalla peste, ma hanno superato l’epidemia, hanno trovato il rimedio per andare oltre. La letteratura ci da questa possibilità: quella di essere la prefigurazione di quello che potrebbe accadere. Noi immaginiamo quello che verrà raccontando storie.

La diffidenza nei Promessi Sposi

La situazione attuale ha portato le persone a diffidare sempre più nei confronti del prossimo. Proprio come nei Promessi Sposi, quando Renzo va a Milano e veniva guardato storto da quelli che gli erano intorno. Segno di come la paura del contagio possa cambiare la nostra percezione del prossimo, diventato un pericolo. 

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“I promessi sposi”, otto passi che raccontano la peste ieri come oggi

Passi che descrivono l’arrivo della peste a Milano e che risuonano attuali, riportandoci inevitabilmente a quanto sta accadendo intorno a noi

Atmosfere kafkiane

Oggi stiamo vivendo una situazione paradossale. Per la prima volta, come generazione, ci siamo trovati di fronte a qualcosa che ci ha limitati in termini di libertà. Provvedimenti giusti ma che ci stanno facendo sentire come all’interno di un film distopico. Un po’ come nelle atmosfere dei romanzi di Kafka, come ne “Il processo“. Kafka è l’autore dell’asfissia, racconta l’orrore metafisico dei luoghi chiusi. Il restare chiusi in casa e il divieto ad occupare gli spazi esterni, i parchi, fa venire in mente questo senso kafkiano di asfissia.

Differenze culturali e letterarie in Europa

Ci siamo accorti che esiste un’Europa del nord e una mediterranea/latina. Le incomprensioni e le divergenze tra i diversi stati europei di oggi hanno origini storiche, trovando spazio all’interno di grandi classici della letteratura. Essi sono il frutto di una lunghissima tradizione filosofica, letteraria, religiosa. L’etica del lavoro, il calvinismo, il capitalismo spinto spesso sono in contrapposizione all’Europa solidale, cristiana, che mette al primo posto la salvaguardia dei più deboli. Noi italiani siamo figli di quell’immagine di Enea che scappa da Troia con alle spalle in mano e per mano il figlio. Questa è la nostra dimensione: Enea è l’uomo che sta in mezzo tra queste due diverse epoche, il passato (padre) e il futuro (figlio). La nostra dimensione di welfare nasce da questa immagine.

L’importanza della salute

Questa emergenza ci ha fatto riscoprire una gerarchia delle cose, sbarazzando ciò che è futile e inutile. Per troppi anni abbiamo dato importanza a cose futili. Oggi abbiamo capito che il più importante valore dell’umanità: la salute. 

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