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Oscar 2024, i libri da cui sono tratti i film candidati alla statuetta

Si avvicina la notte degli Oscar. Scopriamo insieme 5 libri a cui sono ispirati i film in lizza per le statuette che verranno assegnate stanotte.

La notte degli Oscar è sempre più vicina. E mentre ci chiediamo chi fra “Oppenheimer” e “Povere creature” accumulerà più statuette, e se l’italiano Matteo Garrone trionferà col suo “Io capitano“, scopriamo 5 dei libri da cui sono tratti o a cui sono liberamente ispirati alcuni dei film candidati per le più prestigiose categorie degli Oscar 2024.

5 libri da cui sono tratti i film candidati agli Oscar 2024

Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica” di Kai Bird e Martin J. Sherwin

Uno dei film più quotati per la maggior parte delle candidature agli Oscar di quest’anno è “Oppenheimer”, il biopic in cui Christopher Nolan ricostruisce la vita e la carriera del fisico più famoso del mondo, creatore della bomba atomica.

La sceneggiatura della pellicola trae ispirazione dalla celebre biografia nata dalla penna di Kai Bird e Martin J. Sherwin, che nel 2006 si è aggiudicata il Premio Pulitzer.

“Oppenheimer” ripercorre la parabola di una vera icona dell’America degli anni Quaranta, dall’oscurità alla fama che lo portò a partecipare alle grandi sfide e ai grandi trionfi del XX secolo, fino all’umiliazione di trovarsi coinvolto, nel 1954, in una terribile inchiesta che avrebbe compromesso per sempre la sua reputazione.

Riflessione profonda sul rapporto tra scienza e potere, questo magistrale racconto proietta, attraverso la vita di un uomo, nuove luci e nuove ombre sulla storia di tutti noi.

Povere creature” di Alasdair Gray

Un altro dei film candidati agli Oscar su cui si concentrano più aspettative è il sorprendente “Povere creature” di Yorgos Lanthimos, tratto dall’omonimo libro di Alasdair Gray che racconta, attraverso la storia di Bella Baxter, un percorso di maturazione alla ricerca dell’assoluta libertà.

Chi è veramente Bella Baxter, giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia?

Sarà arduo, quasi impossibile, dare una risposta, perché Bella è molto più della donna che è stata: oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini, con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia, incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera.

La zona d’interesse” di Martin Amis

“La zona d’interesse” si è rivelata una pellicola fuori dal comune, che affronta uno dei temi più presenti nella storia del cinema – quello dell’Olocausto – in chiave macchiettistica e parodica, grazie a un protagonista che rappresenta un assoluto anti eroe. Il film di Jonathan Glazer è candidato agli Oscar nelle categorie Miglior film, Miglior regista, Miglior film internazionale, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior sonoro. È tratto dall’omonimo libro di Martin Amis.

Al Kat Zet, la zona d’interesse, la vita scorre placidamente: madri che passeggiano con le figliolette, ricchi pasti serviti alla mensa ufficiali, tediosa burocrazia negli uffici, caldi incontri nelle alcove.

Tutto intorno un’altra vita – se questa è vita – freme e spira, a centinaia, a migliaia, giú per le fosse, su per i camini. Ma qui, lungo il viale alberato della zona d’interesse, comprendente terreni, officine e centro residenziale delle SS, due amici d’infanzia – Golo Thomsen, ufficiale di collegamento fra l’industria bellica e il Reich, nonché nipote del gerarca Martin Bormann, e Boris Eltz, capitano valoroso e senza scrupoli – possono fantasticare sulle morbide forme della procace Hannah Doll, moglie dello spietato Kommandant del campo, come in un qualunque caffè del centro.

Qui si può ridere del tatuaggio sul braccio delle Haftlinge- «il tuo numero di telefono?» – e affogare il grattacapo di una partita di 150 unità femminili troppo deperibili in una dose extra di buon brandy. Il grottesco per parlare dell’orrore.

Gli assassini della terra rossa” di David Grann

“Gli assassini della terra rossa” ha invece ispirato “Killers of the flower moon” di Martin Scorsese, che corre agli Oscar per moltissime categorie.

Negli anni Venti la popolazione più ricca d’America erano gli indiani Osage dell’Oklahoma: nel momento in cui gli idrocarburi stavano per diventare la risorsa più importante del pianeta, sotto il loro suolo furono trovati enormi giacimenti. Giravano in auto di lusso, vivevano in case faraoniche, mandavano i figli a studiare nelle migliori scuole d’Europa.

Poi, a uno a uno, iniziarono a morire ammazzati. Sparati, avvelenati, vittime di agguati e imboscate, sempre in circostanze misteriose.

E in questo strascico di «vecchio west» – tra petrolieri emergenti come J.P. Getty e fuorilegge come Al ‘Terrore fantasma’ Spencer – chiunque osasse investigare finiva anch’egli sottoterra.

Nimona” di N.D. Stevenson

Infine un film poco conosciuto, ma tutto da scoprire, candidato agli Oscar come Miglior film d’animazione: si tratta di “Nimona”, ispirato all’omonima graphic novel di N.D. Stevenson.

Nimona è una ragazzina che vuole diventare l’assistente del cattivo più cattivo del regno, Lord Ballister Cuorenero. Ma forse il suo capo non è poi così cattivo. E forse Nimona non è una semplice ragazzina. Una storia di azione, paladini, grandi cambiamenti e rancori.

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