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“L’ultimo messaggio di Leonardo”, il romanzo che rivela la firma nascosta di Leonardo da Vinci

"L'ultimo messaggio di Leonardo" è un romanzo che rivela il mistero della firma nascosta di Leonardo da Vinci ne La Vergine delle Rocce

MILANO – Maria Pirulli, storica dell’arte, e Stefano Ferrio, giornalista e scrittore, raccontano nell’avvincente romanzo L’ultimo messaggio di Leonardo edito da Skira, una delle ipotesi più sorprendenti che animano la prima versione de La Vergine delle Rocce: l’esistenza di una firma nascosta di Leonardo da Vinci.

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L’ultimo messaggio di Leonardo, la trama

Mentre nel mondo si celebra il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci, nella Milano del XXI secolo si giunge a una sconvolgente rivelazione: la psicoterapeuta e fotografa Adele Cattaneo, in compagnia del piccolo Edmondo, bambino sordo di cui deve prendersi cura, decifra per prima la firma nascosta dell’artista, cui alludono le mani dei personaggi di una delle sue opere più famose ed enigmatiche, ossia la bellissima Vergine delle Rocce. A guidare la studiosa verso una così rivoluzionaria scoperta è la misteriosa relazione che, attraverso il tempo e lo spazio, lega la sua esistenza a quella del genio più ammirato del Rinascimento italiano. Un intreccio fra scienza e letteratura dà così vita a un romanzo dove il lettore viene catapultato nei colpi di scena suscitati da un vertiginoso gioco di specchi.

Leonardo Da Vinci Vergine delle Rocce Louvre
La Vergine delle Rocce, 1483 – 1486, Leonardo da Vinci, olio su tavola, 199×122; Musée du Louvre, Parigi

L’intervista agli autori di L’ultimo messaggio di Leonardo

Maria, Come hai iniziato questa ricerca?

Mentre studiavo arte e lingua dei segni, un giorno parlai con uno studioso sordo che mi disse “sai che stanno ipotizzando che c’è qualcosa che ha che fare con la lingua dei segni in un dipinto di Leonardo?” Da li mi si è accesa la lampadina e ho cominciato ad indagare.

Le posizione delle mani della Vergine, dell’Angelo e del San Giovanni Battista rivelano la firma del maestro sintetizzata nelle sole iniziali LDV, ossia Leonardo da Vinci. Ma c’è qualcosa di più?

Qualcuno c’era già arrivato e aveva intuito la firma LDV; ma non era riuscito a pubblicare la scoperta. Io l’ho individuata anche nella conformazione rocciosa della grotta. C’è però anche una spiegazione filosofica: quel LDV che si riconosce nella forma delle mani dei vari personaggi, non indica solo la firma del maestro ma anche la frase Lumen Dei Verbum cioè La Parola di Dio è Luce. Il dito dell’angelo, infatti, indica si San Giovanni Battista ma indica anche il grembo della Madonna che si è ipotizzato raffiguri un feto, ossia il punto luce all’interno della grotta.

LdV 1
L (la mano di Maria, in alto), D (la mano dell’angelo, al centro), V (la mano di San Giovanni Battista, in basso)

Quanto è durata la tua ricerca?

Questa ricerca è stato un puzzle durato 10 anni. Seguivo le mie intuizioni, mettevo insieme i tasselli del puzzle e andavo avanti a cercare i pezzi mancanti.

Come e perché è nata l’idea di rendere il tuo saggio “La lingua dei segni nella Vergine delle Rocce” un romanzo?

L’idea di realizzare il romanzo è partita mentre stavo facendo tutte le varie ricerche per la pubblicazione del saggio. Quando mi sono resa conto che le tematiche trattate erano abbastanza complesse e che c’era molto parallelismo tra i miei studi, la mia vita, le mie esperienze con i sordomuti, il linguaggio dei segni e quello che era successo a Leonardo, ho pensato e immaginato di rendere questo saggio come una sorta di thriller artistico. Ho sempre immaginato di sviluppare il mio saggio in una forma divulgativa, di raccontarlo in un modo più fruibile al pubblico.

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Stefano, tu sei un giornalista e uno scrittore. Quando hai iniziato a scrivere?

Scrivo da quando ho 6 anni, l’età della ragione. Sono un favolista. Ho un’attitudine a trasformare in favole dei soggetti che possono andare dal più schietto realismo al più barocco immaginario.

Com’è stato l’incontro con Maria e la sua scoperta?

Sono stato illuminato dalla rivelazione di Maria che mi ha trasmesso questa sua folgorante intuizione che tra l’altro traduceva in un’ipotesi così fondata dal punto scientifico.

Nei tuoi libri inserisci atmosfere gotiche che attraggono il lettore. Ma come ci riesci?

Scrivo pensando di dover scrivere ciò che vorrei leggere. Bisogna sostituire e riempire di contenuti e immagini la mente di chi legge.

Che consiglio dai per invitare a leggere L’ultimo messaggio di Leonardo?

Il mio invito è quello di lasciarvi trasportare in questo caleidoscopio avvincente di colpi di scena e di avventure, in questo mondo leonardesco dove non c’è limite a nulla.

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