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L’introduzione del digitale nel mercato editoriale visto da Matteo Corona

SPECIALE LIBRI E DIGITALE - L'introduzione del digitale nel mercato editoriale stravolgerà i tradizionali equilibri e comporterà un'evoluzione in ogni ambito del settore. Ne è convinto lo scrittore Matteo Corona, che riflette con noi sui cambiamenti introdotti dalle nuove tecnologie e dagli ebook nel mondo del libro...

L’autore traccia lo scenario dei cambiamenti che coinvolgono l’editoria con la digitalizzazione

Stamattina, avendo la casa sottosopra causa restauro intonaci, vado  a fare colazione al bar. La signora dietro al banco è furibonda perché costretta a pagare denaro extra. L’aumento riguardava la filodiffusione nel suo locale, ovvero la trasmissione di musica. Per far ascoltare legalmente brani ai clienti bisogna coprire i diritti d’autore, perciò ogni anno elargisce una cifra alla società SIAE. Dal prossimo anno dovrà versare una somma anche alle case discografiche. Questo il motivo del suo disappunto, tale da farla rinunciare, in futuro, alla filodiffusione.

Mentre, appollaiato sullo sgabello, mastico brioche mista caffè e penso come abbozzare questo articolo dedicato all’avvento di nuove tecnologie nel mondo dei libri, traumatizzato dalle giuste lamentele della signora (appena sveglio il mio apparato cognitivo si stressa facilmente, un’oretta di silenzio è ideale per raggiungere piene facoltà) riesco a intuire che, forse, il suo disappunto è una metafora delle rivoluzioni digitali.

Le rivoluzioni, di qualsiasi tipo esse siano, generano nuovi equilibri, squilibranti per chi preferiva o era abituato alla situazione precedente. E per chi ne traeva vantaggio.

È successo con il terremoto Napster, che ha stravolto le regole del gioco permettendo a tutti di scaricare musica gratuitamente, ha reso impotenti le case discografiche costringendole a trovare nuove fonti di sostentamento e fatto incazzare autori, manager e, infine, lungo un assurdo (quanto reale) domino causa-effetto, la mia barista preferita.

È successo al cinema, che, dopo esser riuscito a sopravvivere a una recente crisi d’identità  proponendo proiezioni 3D nelle sale ora piange di nuovo a causa della facilità con cui si possono vedere film di ultima uscita su TV tridimensionali alta definizione.

E’ successo alle sale giochi, scomparse nel giro di una stagione, trucidate dalle console che ti permettevano di videogiocare a casa senza perder tempo a cambiare spiccioli per gettoni in retrobottega tetri e fumosi, col rischio di perdere l’autobus dopo la scuola e quindi spiegare ai genitori: 1 il ritardo, 2 che fine avevan fatto i soldi.

Succederà lo stesso coi libri. Non so se scompariranno quelli fatti di carta. Non è importante se si leggerà sfogliando o cliccando, è importante non smettere di farlo.

 

Amazon è ormai un gigantesco gatto con gli stivali che infila passi enormi nel futuro della letteratura perché è talmente grande e potente che non solo ha preso in mano le redini della diffusione di libri ed e-book nel mondo, ma riuscirà anche ad imporre nuove regole negli anni a venire.

 

Amazon è diventato potente perché si è adattato ai cambiamenti  del mondo.

 

L’editoria italiana sta lentamente facendo lo stesso, promuovendo strategie al passo con i tempi e investendo sempre di più negli e-book.

La possibilità del self publishing permetterà a tutti di veder trasformare il libro nel cassetto in un prodotto acquistabile e scaricabile dalla rete, di bypassare le noie e i costi della tiratura, della stampa e quindi di ottenere una percentuale molto più vantaggiosa su ogni copia venduta. Gli esordienti disporranno di qualche cartuccia in più per combattere la loro guerriglia nella jungla dell’editoria. Gli editori potranno avere più possibilità di scoprire il nuovo caso editoriale dell’anno.

I ragazzi andranno a scuola tenendo in spalla una cartella con centinaia di testi. Ma il peso dello zaino sarà risibile e non più di quindici chili: conterrà semplicemente un tablet.

La velocità mina la qualità della letteratura?

Io non ci credo.

Nel medioevo si viveva lentamente, potevi mangiare carne senza alcun tipo di elemento chimico nocivo ma morivi di fame, a trentacinque anni eri vecchio e il feudatario si prendeva tua moglie il giorno dopo le nozze. Ora è molto facile reperire carne. Non ha la raffinatezza eccelsa dei maialini medievali ma l’aspettativa e la qualità generale di vita nei paesi industrializzati è notevolmente aumentata. C’è molto da fare ancora, però non si può negare che il mondo sia migliorato dalla preistoria ad oggi. Abbiamo, certo, altri problemi.

Carne pregiata non la trovi al supermercato. Se proprio la vuoi è il caso di trovare il tempo e il posto per allevare galline o maiali come si faceva una volta. O rivolgerti a un amico che lo fa.

Ma la qualità non è scomparsa. La velocità non ha impedito a Bolt di diventare il numero uno.

La qualità emerge sempre ed è ciò che dà sapore al mondo.

 

Semplicemente, ci saranno altri sistemi per ottenerla.

Neanche i libri sfuggono a questo.

Amazon fa paura alle grandi case editrici italiane perché rischiano di fare la fine di quelle piccole, costrette, pochi anni fa, a essere inglobate dalle sorelle connazionali maggiori (o a fallire), a causa delle pressanti esigenze dei mercati capitalisti.

La corsa inarrestabile alla crescita prevede la produzione di grandi quantità in pochissimo tempo.

Massimizzare i profitti è la religione della bestia economica.

 

Il mercato è un grande organismo in continua trasformazione.

In fondo, noi mammiferi funzioniamo allo stesso modo. La genetica ci fa preferire una parete gialla e uniforme a una stanza in disordine. Percezione della forma, vale per tutti. L’occhio si stancherebbe presto a guardare il caos, meglio la tranquillità del monocromatico. Dal cuore al cervello, dalle gambe alle braccia, tutto in noi vive grazie a un principio naturale: minimo sforzo, massima resa. Altrimenti, a quest’ora, saremmo ancora delle enormi scimmie bradipe con l’aspettativa di vita di una zanzara. O peggio ancora, estinti.

L’uomo crea sistemi a sua immagine e somiglianza, e continuerà a farlo.

 

Se non ti adatti, scompari.

Evoluzione più che rivoluzione.

 

Matteo Corona

 

15 ottobre 2012

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