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Librai uniti per salvare le librerie indipendenti

Abbiamo intervistato Oliviero Riparbelli per analizzare più approfonditamente le problematiche legate alle librerie indipendenti

MILANO – Le librerie indipendenti stanno scomparendo: occorre cambiare la legge Levi. È questo il grido d’allarme lanciato da Oliviero Riparbelli e Valerio Sabino, fondatori di LSDlibri.it, marketplace per la compravendita dei libri scolastici usati e non, e da Giuseppe Miceli, della storica “Libreria Borgo” di Roma. Insieme stanno dando vita a una raccolta firme per rappresentare le librerie indipendenti in sede di commissione, proponendo così le adeguate modifiche all’attuale legge per fermare la crisi che sta colpendo il mercato librario indipendente. Abbiamo intervistato Oliviero Riparbelli per analizzare più approfonditamente le problematiche legate al settore.

Come nasce LSDlibri.it?

LSDlibri.it nasce come risposta a un problema diffuso: il gap sempre più grande che si sta creando tra il territorio e l’online. Piccole e medie imprese faticano a digitalizzarsi; le librerie indipendenti stanno accusando molto questa situazione. Impossibile competere con i big player dell’online. LSDlibri.it è un marketplace per la compravendita dei libri scolastici usati ma, soprattutto, un’associazione di librerie nata con l’obiettivo di mettere in atto una strategia comune di crescita digitale, rispondendo a una grande sfida del nostro tempo.

In che modo la Legge Levi penalizza le librerie indipendenti?

La legge Levi permette di scontare i libri nuovi del 15% e, in caso di promozioni, del 25%.
Questo provvedimento non tutela il libero mercato, ma lo distrugge. Le librerie indipendenti acquistano i libri dagli editori con il 30% di sconto in media. Per i libri scolastici lo sconto si aggira intorno al 17% e spesso è del 13% o 14%. Per competere con editori, grande distribuzione organizzata (GdO) e big player dell’online, le librerie devono vendere sottocosto.

Quali provvedimenti richiedete?

– Riduzione del tetto massimo di sconto per i libri di varia al 5%;
– Nessuno sconto sui libri scolastici;
– Equiparare lo sconto in merce o in buoni spesa allo sconto sui libri (i supermercati con l’escamotage dei buoni spesa vendono il nuovo con il 25% di sconto durante il periodo di apertura delle scuole);
– In caso di vendite online, spese di spedizione conteggiate separatamente e non inferiori alle tariffe postali (piego di libri raccomandato);
– Aumento delle sanzioni, con sospensione o revoca della licenza, in caso di reiterate violazioni.

Nell’offerta libraria, quale peso hanno i libri usati all’interno del mercato editoriale?

Dovrebbero averne di più, questo servirebbe a garantire un reale risparmio ai consumatori, nonché a favorire un modello di economia circolare. I libri sono storie che dovrebbero passare di persona in persona. Nel caso specifico dei libri scolastici, le nuove edizioni escono ormai con cadenza annuale e spesso consistono in semplici cambiamenti della copertina, dei contenuti digitali o dell’impaginazione del testo.

Cosa state facendo nello specifico affinché le cose cambino?

Insieme a Giuseppe Miceli della “libreria borgo”, che per primo si oppose al decreto Levi nel 2011, abbiamo avviato una raccolta firme per rappresentare le librerie indipendenti in sede di commissione, proponendo così le adeguate modifiche per fermare l’emorragia che sta dissanguando il nostro settore.

Cosa consigliate a coloro che vogliono aprire la loro attività di libraio ed a coloro che stanno pensando di chiudere la loro attività?

È dura ma si può fare. Però, se si vuole aprire sul territorio, l’unico modo per non soccombere è creare veri luoghi di incontro e aggregazione, organizzando eventi e presentazioni. Bisogna abbattere qualsiasi tipo di barriera con il cliente, farlo sentire “in famiglia” e comunque mantenere sempre la massima professionalità. Nel 2019 non si può ancora credere che i clienti capitino da te per caso o si vendano da soli il prodotto che gli proponi.
Per chi sta pensando di chiudere forse l’unica soluzione può essere unirsi con un altro libraio e rilanciare l’attività insieme, oppure optare per un’attività mista ad esempio un’enoteca e una libreria insieme. Altrimenti, se le difficoltà sono ormai insostenibili, meglio chiudere per evitare di peggiorare la situazione.

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