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“Il volto della tragedia”, il commento di Massimo Gramellini sul terremoto

Ecco i passi principali del Buongiorno di oggi dello scrittore Massimo Gramellini su La Stampa, a commento del terremoto che ha colpito ieri il centro Italia

“Quando la smetteremo di lasciarci sorprendere dal prevedibile?”. E’ questo l’interrogativo lanciato dallo scrittore Massimo Gramellini all’interno del suo Buongiorno di oggi sulle pagine de La Stampa, a commento del terremoto di ieri notte che ha sconvolto alcuni centri del Lazio e delle Marche, che ha causato al momento 247 morti. Il suo intervento inizia descivendo una delle foto simbolo di questa tragedia: quella di suor Teresa, portata in salvo da un ragazzo che non conosceva. Ecco i passsaggi principali del suo intervento.

“I volti delle tragedie si assomigliano tutti: polvere, sangue, paura. Questa suora con la fronte insanguinata e un telefonino attempato nella mano sinistra si chiama Mariana, è albanese, ha 32 anni. Appena i muri della stanza hanno cominciato a crollarle addosso si è nascosta sotto il letto e ha invocato aiuto, fino a quando un ragazzo l’ha tirata fuori in qualche modo dalle macerie del convento di Amatrice che ancora ricoprono tre sue consorelle e quattro ospiti anziani. La suora insanguinata è un’immagine che evoca giudizi divini o possibili attentati a sfondo religioso, ma qui Dio c’entra poco e le belve del terrorismo per nulla. Questo è un attentato che gli italiani si sono fatti da soli. Ogni cinque anni, puntuale come una ricorrenza sacra, la terra dell’Appennino trema.

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Nell’emergenza lo Stato esibisce la sua faccia migliore, ieri per la prima volta incarnata alla Protezione Civile da una donna, la sensibile e tosta Immacolata Postiglione, e persino la politica caciarona mostra eccezionalmente uno sguardo grave e responsabile. Ma sulle luci della riscossa, specialità della casa, incombono l’ombra della mancata prevenzione e il solito mantra che accompagna ogni tragedia dell’incuria in Italia: quando la smetteremo di lasciarci sorprendere dal prevedibile?”

 

 

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