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“Il sistema periodico” di Primo Levi, un libro da scoprire in occasione del Giorno della Memoria

Fra le più belle opere che ci ha lasciato Primo Levi c'è "Il sistema periodico", una geniale e toccante raccolta che unisce la grande Storia all'esperienza personale.

Cerchi un libro per vivere con più consapevolezza il Giorno della memoria? Fra le opere di Primo Levi si nasconde un gioiello dal titolo “Il sistema periodico“.

Con “Il sistema periodico”, l’autore torinese concepisce un libro unico nel suo genere. Una raccolta di racconti che mette insieme esperienza singola ed esperienza universale trovando come intermediaria la scienza che, metaforicamente e concretamente, lo ha salvato dallo sterminio a cui è sopravvissuto: la chimica.

“Il sistema periodico”, la sinossi

Azoto, carbonio, idrogeno, oro, arsenico…

Sono ventuno gli elementi chimici che dànno il titolo ai racconti di questo libro, e ventuno i capitoli di un’autobiografia che per affinità e accostamenti corre sul filo di una storia personale e collettiva, affondando le radici nell’oscura qualità della materia, raccontando le storie di un mestiere «che è poi un caso particolare, una versione piú strenua del mestiere di vivere».

È questo il gigantesco minuscolo gioco che lega osservazione, memoria, scrittura: ne esce ricostruita la vicenda di una formazione maturata negli anni del fascismo, poi nelle drammatiche vicende della guerra: di chi, partendo dalla concretezza del lavoro, impara a capire le cose e gli uomini, a prendere posizione, a misurarsi con ironia e autoironia.

Un De rerum natura metafora dell’esistenza, in cui emergono, nel volgersi del racconto, stranezze, fallimenti e riuscite imprevedibili.

Un modo diverso per conoscere la Shoah

Siamo abituati a leggere le tremende vicende della Shoah attraverso storie raccapriccianti di famiglie sterminate, di vite strappate alle proprie radici, di uomini, donne e bambini stroncati dalla violenza famelica e immotivata.

Leggere opere che parlano della Shaoah e che ci insegnano il valore del Giorno della Memoria è importante per garantire che nulla di ciò che è già accaduto continui ad accadere. L’esperienza di lettura è forte, dolorosa, traumatica. Ci mette dinanzi a verità scomode che ci portano a riflettere sull’attualità, e che ci feriscono nel profondo.

Tuttavia, esistono libri che, pur raccontando la Shoah lasciano spiragli di speranza. “Il sistema periodico” è uno di questi.

Non solo perché Primo Levi, autore dell’opera, alla fine si salva, ma anche perché il libro è costruito con un impianto originale, diverso dal solito, che racconta il male e lo condanna con forza, ma che allo stesso tempo non dimentica di raccontare ciò che di positivo la vita abbia da offrire.

Primo Levi era un chimico. Grazie alla sua professione, in effetti, esce vivo dai campi di sterminio tedeschi. Ed è proprio dalla chimica che prende spunto “Il sistema periodico”, una raccolta di racconti in cui ogni titolo è dedicato a un elemento della tavola periodica.

La storia privata di Primo Levi, fra infanzia, adolescenza ed età adulta, procede intrecciandosi alla Storia con la “S” maiuscola, di modo che leggendo l’opera incontriamo davvero il suo autore. Ci sembra di riuscire a toccarlo, a capire i suoi pensieri, le sue paure, i suoi sogni.

Insomma, la caratteristica più toccante de “Il sistema periodico” risiede nel suo essere un’opera che, pur raccontando un tragedia di disumanità, è intrisa dell’umanità del suo autore e di tutte le vittime dell’Olocausto.

Primo Levi

Primo Levi nasce a Torino il 31 luglio 1919, da una famiglia di origini ebraiche sefardite. Il padre, ingegnere elettronico, lavora lontano da casa ma, pur essendo praticamente assente nella vita del figlio, gli infonde la passione per le scienze e la letteratura. Trascorre un’infanzia tranquilla, eccezion fatta per i problemi di salute che arrivano di frequente.

Si iscrive al ginnasio e poi all’università, portando a termine il percorso di studi in chimica e laureandosi nel 1941.

A questo punto, la Storia entra prepotente nell’esistenza di Primo Levi, un giovane con tutta la vita davanti. Come tante altre persone innocenti, anche lui viene deportato in uno dei campi di concentramento ideati da Hitler.

Prima viene mandato a Fossoli, uno dei due campi esistenti in Italia. Poi, viene trasferito a Buna-Monowitz-Auschwitz, dove resterà fino al 26 febbraio 1945, giorno in cui avviene la liberazione dei detenuti superstiti dal campo.

Ciò che permette all’autore de “Il sistema periodico” di sopravvivere alle sofferenze – fisiche e morali – di cui è testimone ogni giorno, è proprio la laurea in chimica. Il giovane, infatti, viene adoperato in qualità di “specialista” in una fabbrica di gomma.

Al termine di questa terribile esperienza, l’uomo torna in Italia dopo un viaggio estenuante – raccontato nel libro “La tregua” – e sente l’urgenza di dover comunicare a tutti ciò che ha visto e provato durante gli anni di detenzione.

Dalla penna di Primo Levi è uscito, così, “Se questo è un uomo”, un capolavoro della letteratura mondiale che è stato tradotto in moltissime lingue e ha commosso chiunque lo abbia letto.

Levi ha continuato a scrivere e scrivere, raccontando le sue esperienze ma rendendole universali. “La tregua”, “Il sistema periodico”, “I sommersi e i salvati”, “Ad ora incerta” sono solo alcune delle opere che ha scritto esplorando, sempre con successo, diversi generi letterari ma non riuscendo mai a superare del tutto la terribile sofferenza vissuta ad Auschwitz.

Muore l’11 aprile 1987, nell’atrio del palazzo in cui ha sempre vissuto.

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