La storia degli embrioni scambiati all’ospedale Pertini di Roma è di quelle che arrivano al mio stomaco come un cazzotto. L’avevo lasciata lì a decantare, come si fa quando un concetto richiede una lunga elaborazione e non trova una soluzione interiore. Insomma in breve: due coppie decidono di procreare con l’inseminazione artificiale, si rivolgono all’ospedale e qui gli embrioni vengono impiantati nell’utero sbagliato. Ora stanno per nascere due bambini, un maschio e una femmina, da genitori che non sono – tecnicamente – biologici, ma surrogati. E i genitori biologici rivendicano con sordo rancore il diritto a essere la ‘vera’ famiglia di quelle creature, anche se la legge non prevede per loro questo diritto: i figli sono di chi li mette al mondo.
Che garbuglio. Salomone avrebbe fatto in fretta: sono gemelli? Bene, uno per uno, e non se ne parli più!
Ma i problemi scatenati dal caso sono infiniti: etici, legislativi, emotivi e chi più ne ha più ne metta. Per esempio, la madre che li porta in grembo avrebbe anche potuto perderle , le due creature. Quei bambini avrebbero anche potuto non ‘attecchire’, lì… Invece la magia della vita è scattata e lei l’ha portata- con amore, di sicuro – fino al momento in cui la nascita li porterà via da lei. E’ giusto che l’altra coppia, di cui i bambini avranno il DNA, voglia appropriarsene? Basta un’appartenenza di sangue a dare un destino? Che conti dovranno mai fare questi bambini, col loro incredibile caso, vada come vada la vicenda giudiziaria che si è innescata? Perché le due coppie hanno deciso di farsi la guerra e non di parlarsi, di vedere se assieme era possibile pensare a questi due bambini dalla strava vicenda biologica e aiutarli a crescere il più serenamente possibile? Perché di figli desiderati, da entrambe le famiglie, si tratta.
Ma a me viene spontanea una domanda, e forse può sembrare stupida: era davvero necessario tutto questo traffico di ovuli e sperma, congelatori e impianti, ospedali e pratiche burocratiche, avvocati e leggi da inventare, quando sulla faccia della Terra tante creature hanno bisogno di una famiglia, di chi voglia loro bene, dia loro un futuro, cibo, carezze, istruzione, valori veri ?
C’era bisogno della scienza, o sarebbe bastato un gesto d’amore a non ingenerare tanto devastante conflitto per chi è coinvolto nella vicenda e non solo?
Gloria Ghisi
30 luglio 2014