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Giuseppe De Bellis, ”Antonio Cassano è una persona diversa dai cliché che lo circondano”

SPECIALE I LIBRI NEL PALLONE - In vista del Campionato Europeo di Calcio, abbiamo intervistato gli autori che hanno scritto libri insieme a calciatori o dedicati ai protagonisti del panorama calcistico. Il giornalista Giuseppe De Bellis spiega come nel suo libro 'Tutti i peccati di Fant'Antonio' abbia voluto abbattere i pregiudizi che hanno contraddistinto la carriera del calciatore della Nazionale Italiana...

Il Vice direttore de ”Il Giornale” racconta la figura di Antonio Cassano, offrendo una chiave di lettura diversa  

 

MILANO – Un calciatore diverso dai pregiudizi che hanno accompagnato la sua carriera. E’ quello che emerge di Antonio Cassano all’interno del libro "Tutti i peccati di Fant’Antonio", scritto dal Vice direttore de "Il Giornale" Giuseppe De Bellis, il cui intento era di dare una chiave di lettura diversa dalle altre nei confronti dell’attaccante della nazionale italiana.

 

Perché ha voluto scrivere un libro dedicato ad Antonio Cassano?
Le motivazioni sono diverse. In primo luogo, la condivisione delle origini: lui è barese, io sono barese. Ho voluto scrivere questo libro perché considero Cassano il giocatore più maltrattato dalla critica degli ultimi trent’anni del calcio italiano, ed ho voluto quindi provare a spiegare/interpretare il “cassanismo” oltre l’immagine consueta che viene data di Cassano, cioè quella della genio ribelle.

  

Cosa ha voluto far emergere in questo libro?
Ciò che ho voluto far emergere è che esiste una banalizzazione del personaggio Cassano. Un cliché che lo inquadra nella categoria dei giocatori matti. Ho ribaltato il concetto: Cassano è vittima di un pregiudizio. Cioè tutto ciò che fa viene letto e interpretato usando uno schema preventivo: lui è cattivo, quindi si comporta così. Invece, secondo me, è molto diverso.

 

Quale particolare aneddoto legato alla vita di Fant’Antonio l’ha più impressionata?
La storia di una partitella nelle giovanili. Lui, il più forte di tutti, capace di superare in dribbling l’intera squadra avversaria e che prima di arrivare in porta passa la palla a un compagno disabile che segna un gol che altrimenti non avrebbe mai fatto. Un altruismo fuori dal comune, specie tra i ragazzi.

 

Nonostante polemiche con allenatori, giornalisti e arbitri, Cassano è uno degli sportivi più amati, invocato dall’opinione pubblica al Mondiale 2010 e ritenuto uno dei giocatori su cui puntare maggiormente in vista del prossimo Europeo. Cosa rende Cassano un personaggio così amato dagli sportivi?
La sua capacità di inventare. La sua confidenza con il pallone. La consapevolezza che ci sia in lui un talento autentico e lucente.

 

La vita calcistica di Antonio Cassano è stata spesso caratterizzata da stravaganze e polemiche, ma Antonio è sempre rimasto fuori dagli scandali legati alle partite truccate. Che idea si è fatto lei delle ultime vicende riguardanti il calcio scommesse?
L’idea che non esiste settore immune da scandali e vergogne. E che essere ricchi, benestanti, famosi e amati non è sufficiente a mettere al riparo da comportamenti criminali. Tuttavia credo anche che si siano sovrapposti piani diversi. Una cosa è scommettere (per lucrarci) sulle proprie partite (e quindi sconfitte), un’altra è invece pareggiare perché a entrambi va bene per la classifica. In questo caso è un problema etico, non penale.

 

Di quale altro calciatore o sportivo italiano le piacerebbe scrivere un libro in futuro?
Andrea Pirlo, perché è un genio. Perché rappresenta ciò che è il calcio: semplicità e genialità insieme.

 

7 giugno 2012

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