Per il ritorno sul mio blog, avevo previsto un post differente. Grano d’aprile nasce per dar voce alla mia passione per i libri, scritti e letti. Magari anche da me. Eppure non posso fare a meno di cambiare rotta. E l’espressione non è casuale.
La rotta può essere presa da chi parte verso un suo personale sogno. Una sua intima speranza. Una disperata voglia di vivere. La rotta è presa dalle navi, dai traghetti, che dovrebbero farti godere una vacanza. Una fuga temporanea e necessaria dalla quotidianità. Una quotidianità che magari ti sta un po’ stretta, ma non è poi così male.
E poi ci sono gommoni carichi di anime. Che magari sono anche poco più che gommoni, ma sono comunque pieni zeppi di anime. E poi ci sono persone. Che vanno incontro al buio della notte, che coincide spesso con il buio della vita. E ancor più di frequente con il nero del mare in tempesta.
Ebbene, non posso far ritorno qui. Parlare di libri, dire che i romanzi spesso e volentieri raccontano la vita. E far finta che quelle morti siano un contorno che sa solo di salsedine.
Chi la saprebbe veramente raccontare una tragedia? Chi, dico io, riuscirebbe per davvero a trovare le parole? Sono addolorata. Incapace di parlare, ancor più di scrivere. Chi sa dire che sapore ha, adesso, quel mare?
Vittoria Coppola
21 aprile 2015
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