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Daniele Vaira, “La scrittura mi fa sentire vivo”

Intervista all'autore italo-costaricano Daniele Vaira, autore di “Cafuné”, un libro di poesie che rappresenta un viaggio nella dolcezza e nell’emozioni, un percorso all’interno di se stessi e del significato più profondo della parola

“Cafuné” è una parola portoghese che esprime il gesto dell’accarezzare i capelli della propria amata ed è il titolo del nuovo libro di poesie di Daniele Vaira, scrittore italo-costaricano, giunto alla quinta pubblicazione. Un viaggio nella dolcezza e nell’emozioni, un percorso all’interno di se stessi e del significato più profondo della parola, ma anche una rivendicazione delle nostre passioni. Di seguito, l’intervista all’autore di “Cafuné” Daniele Vaira.

Intervista a Daniele Vaira

Perché ha scelto Cafuné, una parola straniera come titolo?

Mi piaceva l’idea di condividere la bellezza di un termine intraducibile, ma che ha dentro di sé tutta la magia e la delicatezza di un gesto pieno di tenerezza e amore, come quello appunto di passare le dita tra i capelli della persona amata.

C’è un tema predominante nel tuo libro?

C’è un’atmosfera che pervade tutto il libro, fatta di fotogrammi, gesti quotidiani, emozioni riprese da più angolazioni. Un tema fondamentale è quello del valore della parola: ho scelto volutamente la brevità, ho scritto e poi limato e poi limato ancora. Volevo che i versi acquistassero importanza e densità in un momento storico in cui, spesso, si parla e si scrive giusto per fare rumore senza soffermarsi sul contenuto. Una delle mie frasi preferite è quella dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano: “La mia regola è usare solo parole che migliorino il silenzio”.

Siamo ancora in grado di apprezzare il silenzio e la poesia?

In un momento storico così complesso e forsennato, andare piano e ascoltarsi, prendere coscienza della nostra interiorità è una bella sfida. Fare poesia è una scelta un po’ controcorrente che non guarda alla praticità, ma al desiderio di empatizzare, di condividere e anche di capirsi e capire la realtà in cui viviamo. Per me scrivere e leggere rappresenta una passione. Credo sia fondamentale assecondare e valorizzare ciò che siamo, a prescindere da quello che sarebbe giusto o vantaggioso fare.

La scrittura è uno strumento per stare bene?

Mi fa sentire vivo anche attraverso emozioni che provocano disagio o inquietudine e dà un senso alle mie giornate, come se indirizzasse anche un mio percorso. Mi piace quando riesco a fermare un istante vissuto o immaginato che è sempre carico del fascino della quotidianità. C’è una poesia a cui sono particolarmente affezionato che recita: “Mi appoggio al tuo buonsenso/e faccio il pieno sulle tue gambe/come un fiore che piega la luce/ con un cenno d’amore”.

Sono previste presentazioni a breve?

Sicuramente ci sarà una presentazione a ottobre a Roma e poi sto cercando di organizzare anche momenti di incontro con i lettori in altre città, coinvolgendo artisti e arti differenti. Invito i lettori che volessero conoscere la mia storia, la mia poesia e le novità di Cafuné a seguirmi sul profilo Instagram @danvaira.

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