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Conversazione con Vincenza Alfano, autrice di “Balla solo per me”

Vincenza Alfano, napoletana, è insegnante e scrittrice. Fra le opere pubblicate, ricordiamo la raccolta di racconti Il cuore nel cassetto (Graus 2007) e i romanzi Via da lì (Boopen LED 2010), L’unica ragione (Homo Scrivens 2012), Balla solo per me (Perrone 2016).

 

 

Ciao, Enza. Napoli e il San Carlo fanno da sfondo alla storia che racconti in Balla solo per me, il tuo ultimo romanzo. Una storia d’amore, anzi di amori, direi: di Laura per la danza e per un uomo che ama lei ma anche un’altra donna, di Maria che ama lo stesso uomo. A questo groviglio di sentimenti forti si intreccia la storia di Coppelia. Vita e palcoscenico si sovrappongono. Cosa sono per te Napoli, la danza e l’amore?

Napoli è la mia città, la mia radice, la fonte principale della mia ispirazione, la danza è una passione nutrita fin da quando ero bambina, l’amore è il centro dell’esistenza mia, dei miei personaggi, dei miei lettori.

 

 

Il tuo rapporto con la scrittura si gioca su diversi piani. Non solo scrivi, infatti, ma hai condotto un laboratorio di scrittura creativa dal nome interessante, Officina delle parole. Vuoi parlare ai lettori di Libreriamo di questa esperienza e di come abbia influito – se ha influito – sulla tua scrittura?

C’è una continua osmosi fra l’attività del laboratorio e la mia scrittura. Crescono insieme e si alimentano a vicenda. Il laboratorio è un luogo d’incontro con altri scrittori o aspiranti tali, ci prendiamo lo spazio di una riflessione che possa trasformarsi in consapevolezza dei limti e delle attitudini di ciascuno. Io miro soprattutto a indagare quale sia il senso dello scrivere, se non c’è urgenza, motivazione non può esserci buona scrittura. Penso che questa esperienza abbia migliorato la mia scrittura, ogni volta che chiarisco un nodo ai miei corsisti mi sembra di aver fatto un passo in avanti insieme con loro. Insomma insegnando si impara, si cresce, si diventa più esigenti con se stessi.

 

 

Un aspetto degli autori che mi incuriosisce sempre: che lettori sono? Che lettrice è Enza Alfano, cosa ama leggere? Qual è l’ultimo libro che hai letto? E l’ultimo che ti ha appassionato?

Sono una lettrice compulsiva, amo soprattutto gli scrittori italiani perché ho un debole per gli aspetti linguistici della scrittura, mi piacciono le parole, i suoni, il ritmo della pagina, l’idea di leggere un autore in traduzione mi crea quindi qualche difficoltà. Ho appena finito di leggere Cade la terra di Carmen Pellegrino e Anna di Niccolò Ammaniti. Appena preceduti da Come uccidere le aragoste di Piero Balzoni e La Madonna dei mandarini di Antonella Cilento. Adesso sto leggendo Terapia di coppia per amanti di Diego De Silva. Sono in pole position Murgia e De Luca. Insomma, questa è davvero una domanda difficile, leggo in media due libri a settimana. Dimenticavo, stasera ho inizato Gli amori infelici non finiscono mai di Isabella Borghese, prossima ospite del mio laboratorio.

 

 

L’identità di chi scrive secondo te è in crisi in un’epoca in cui si legge poco (almeno così si dice)? Cosa pensi, Enza, della contraddizione fra la grande massa di carta stampata (e di libri digitali) circolante e la bassa percentuale di italiani che leggono, stando alle statistiche?

Molti scrivono e pochi leggono ma la qualità di uno scrittore dipende da quanto ami leggere e da quanto sia profonda la sua memoria letteraria. I conti quindi non tornano, la qualità della carta stampata è messa fortemente in discussione da questo dato. Ognuno può agevolmente trarre le dovute conseguenze.

 

 

C’è già una nuova opera in gestazione?

Sì, ho in cantiere un nuovo romanzo, anche più d’uno.

 

 

Grazie, Enza, per il tuo tempo e le tue risposte.

Grazie a te, per questa bella opportunità di riflettere ad “alta voce”.

 

Rosalia Messina

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