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Conversazione con Paolo Cammilli

Paolo Cammilli ha esordito con il romanzo Maledetta primavera (Newton Compton, 2015). Quest’anno ha pubblicato Io non sarò come voi (Sperling & Kupfer).

 

 

Ciao, Paolo. Una carriera letteraria che fa parlare la tua, con l’exploit in rete e una casa editrice di tutto rispetto che compra i diritti. I lettori di Libreriamo vorranno sentirla raccontare da te questa favola moderna: il primo romanzo, una casa editrice di cui fai parte, un altro romanzo… Vuoi parlarne?

Il motore iniziale è stato il desiderio di raccontare una storia di sangue molto nota che però, a livello mediatico e giudiziale, stava seguendo un iter inconcepibile con un epilogo che si prospettava folle, ridicolo. Non sentivo voci forti e decise nel condannare questa aberrazione. Quindi, pensai di pubblicare un romanzo che partiva dal fatto in questione per poi decifrare le trame relazionali a esso legate. Non inviai il manoscritto ai gruppi editoriali di riferimento ma lo pubblicai con la mia casa editrice, nata allo scopo di promuovere anzitutto questo romanzo. Il successo in rete fu la spinta a essere considerato dalle grandi case editrici, sorprese dal numero di copie vendute da un’esordiente con una casa editrice appena costitutita (Porto Seguro Editore).

 

 

Storie violente quelle che racconti. Cominciano in sordina come storie di persone qualunque, di ragazzi qualunque che vivono in provincia, poi si vira verso il delitto. In Io non sarò come voi nessuno o quasi è innocente, né le vittime né i carnefici. Una visione cupa della realtà raccontata con una certa leggerezza. Forse la cosa che più mi ha colpito è che le relazioni sono quasi tutte spietate, rapporti di puro potere, l’amore (se è amore, a volte non sembra) intrecciato a un odio feroce. Anche il tuo prossimo romanzo ruoterà intorno a questi temi?

Non trovo che le relazioni di cui scrivo siano spietate, mi appaiono semplicemente umane, con le loro miserie e loro splendidi riscatti. Io non sarò come voi, a mio parere, è un romanzo sulla speranza, sul valore di ciò che è giusto rispetto a ciò che ci viene più utile. Non riesco a concepire l’amore, almeno nei suoi palpiti iniziali, se non come una battaglia piuttosto dura, regolata da principi di potere, avvicinamenti e sospensioni. L’odio, forse è l’unica prova dell’esistenza dell’amore! Il prossimo romanzo sarà diverso ma non strizzerà l’occhio a nessuno.

 

 

È un caso che uno dei personaggi meno cattivi del romanzo, l’omone dagli occhi storti che sembra destinato a innamorarsi di quella sbagliata, si chiami come un celebre attore dell’era fascista?

Sì, è un caso. Non è invece un caso che si chiami come il barbiere che vuole intimidire Bud Spencer in Lo chiamavano Bulldozer.

 

 

Cosa legge Paolo Cammilli? Qual è l’ultimo libro che hai letto? E l’ultimo che ti ha appassionato?

Leggo un po’ di tutto, prediligo però romanzi con personaggi reali, sanguigni. L’ultimo libro che ho letto è stato Chi muove le onde di Fabio Genovesi, mentre l’ultimo romanzo che mi ha appassionato è stato Chiedi alla polvere di John Fante.

 

 

Un consiglio spassionato agli esordienti in cerca di editore?

Non fatevi illusioni e soprattutto non mettete i vostri sogni nelle mani di coloro che nemmeno leggeranno il vostro manoscritto. Lottate con tutti i mezzi che avete e fatelo in prima persona.

 

 

Grazie, Paolo, per il tuo tempo e le tue risposte.

Grazie a voi!

 

Rosalia Messina

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