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Come salvare i librai dalla crisi, ecco la libreria del futuro

In atto c'è un cambiamento epocale in cui la vera sfida è riuscire a tenere viva la passione per il libro e la libreria. Ecco, le indicazioni di Alberto Ottieri, direttore del comitato didattico della Scuola dei Librai Umberto ed Elisabetta Mauri

Dopo la chiusura della storica libreria Paravia di Torino, cresce la paura per le sorti delle librerie italiane nel prossimo futuro. Ma, prima di gridare alla disfatta, vogliamo allargare il nostro sguardo per una panoramica più complessiva sul mercato librario. Mercato che nel 2019 ha visto una crescita del 5% valore e del 3,9% in quanto a copie vendute, ma che registra un leggero calo per quanto riguarda le librerie indipendenti.

A raccontarci le prospettive e le criticità del mercato del libro è Alberto Ottieri, vicepresidente di Messaggerie Italiane e direttore del comitato didattico della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, che sarà presente al XXXVII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, in programma dal 28 al 31 gennaio 2020 a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore.

Chiude a Torino la Paravia, la seconda libreria più antica d’Italia

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Cosa sta succedendo alle librerie indipendenti?

C’è innanzitutto un problema di passaggio generazionale. Accade infatti che le importanti librerie storiche sono gestite da una generazione di librai che non trova successori o qualcuno che subentri. Alla difficoltà del passaggio generazionale, si aggiunge tendenzialmente una riduzione della libreria. Infatti, i giovani che oggi si avvicinano al mondo delle librerie scelgono di aprire librerie più piccole, tendenzialmente a conduzione familiare e più orientate ai social media.

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L’idea di una libreria piccola e a conduzione familiare costituisce una valida alternativa alle librerie del passato?

Io credo di sì. Infatti, se si guarda al saldo fra chiusure e aperture, il bilancio non risulta così drammatico. Per ogni libreria storica che chiude, ne nascono di nuove. Si tratta di librerie diverse, più piccole, con costi di gestioni più bassi, gestite da un giovane libraio, da una coppia, o magari da un gruppo di amici. D’altra parte, è innegabile che, se la situazione è incoraggiante da un punto di vista di presenze delle librerie sul territorio, per quanto riguarda il fatturato la situazione un po’ cambia. Se, ad esempio, chiude una libreria da 1 milione di euro e ne aprono 3 da 200mila euro, i conti non tornano. Ad ogni modo, è un tessuto nuovo a cui bisognare dare il tempo e gli strumenti di radicarsi. 

Cosa serve per aprire una libreria?

Per aprire una libreria occorre essere preparati a tutto tondo. Non basta l’amore e la conoscenza dei libri, bisogna imparare a gestire diversi aspetti imprenditoriali: come il marketing, la burocrazia, i contatti con le case editrici, le presentazioni con gli autori, i social media. È questo che fa ogni giorno la Scuola dei Librai: offrire al futuro libraio tutto quanto gli possa servire, mettere a sua disposizione tutti quegli strumenti indispensabili per una gestione promettente. 

Come immagina la libreria del futuro?

Immagino una libreria molto attraente, iperspecializzata sul libro, di dimensioni ridotte, ma con una grande attività sia di recupero libri, sia di promozione degli autori. Immagino dei librai bravi, veloci, competenti, che scelgono quali libri vendere e quali non vendere, che si avvalgono dei social per ampliare il bacino d’utenza e raggiungere nuovi e giovani lettori, superando la barriera fisica della libreria. Immagino una libreria che sia un pozzo di conoscenza, piena di strumenti per farsi conoscere e promuovere gli autori, che si differenzi nella proposta dei titoli e scelga di dialogare con la comunità a cui appartiene, inclusi giovani e scuole.

L’idea di un bistrot letterario o un caffè letterario può essere una carta vincente?

Queste forme di contaminazione le ritengo valide, ma anche accessorie. Bisogna partire da una buona base, che è la libreria di cui parlavo, e costruire su di essa delle occasioni, come possono essere un settore cartoleria, oppure l’usato, l’editoria scolastica, le attività di formazione e la didattica con le scuole. Ma le colonne portanti della libreria rimangono i suoi librai.

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Perché un amante dei libri dovrebbe fare “la pazzia” di aprire una libreria?

In Italia ci sono migliaia di province senza librerie, ci sono vuoti da colmare, distanze da ridurre. Per aprire una libreria oggi, ci vogliono persone motivate, lettori appassionati, che abbiano nuove idee imprenditoriali (penso alla Piccola Farmacia Letteraria nata a Firenze). Se uno non vuole diventare milionario, ma essere imprenditore di sé stesso con un piccolo budget, quella di aprire una libreria può costituire una valida possibilità. 

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Come possono le istituzioni sostenere le librerie indipendenti?

Un modello di eccellenza, in questo senso, è la Francia, che per le librerie prevede: tassi agevolati, prestiti a fondo perduto, defiscalizzazione totale dai redditi di una serie di voci (fra cui l’affitto), scuole di formazione (come la Scuola per librai) e investimenti significativi da parte dello Stato. Ad esempio, il Centro del Libro francese può contare su un fondo di 100 milioni di euro, da investire in promozione della lettura eccetera, cifra che in italia si riduce a circa 3 milioni. L’unica novità italiana di grande successo – anche se non sufficientemente pubblicizzata – è stata l’APP 18. Infatti, nel 2019 sono stati venduti oltre 50 milioni di libri venduti ai giovani diciottenni. 

L’ e-commerce è il nemico più pericoloso dei librai?

Per una media-grande libreria avere un concorrente così potente, che ha un assortimento molto più vasto del tuo, riduce sicuramente le ragioni per andare in libreria. È indubbio che, crescendo l’e-commerce, i librai devono riuscire a differenziarsi molto di più rispetto al passato, diventando un punto di riferimento per la comunità. I segnali non sono così negativi e le librerie continuano a essere nel mondo uno zoccolo duro nella vendita dei libri. Per cui, alla fine, se devi scegliere fra acquistare un libro online o affidarti a un librario veloce e competente, alla fine decidi di andare in libreria. In questa prospettiva, siamo convinti che librerie e e-commerce possano coesistere. 

L’allarmismo provocato dalla chiusura di diverse librerie sul territorio è giustificato?

Questo allarmismo va letto con molta attenzione. Infatti, la vera scommessa del libro nel suo insieme è quanto la nuove generazioni saranno vicine al consumo del libro e alle librerie. In atto c’è un cambiamento epocale, che va accompagnato, seguito. È un momento di trasformazione, in cui la scommessa è riuscire a tenere viva la passione per il libro e la libreria. Il primo passo per arrivarci è investire nella promozione alla lettura e trasmettere ai giovani il valore della conoscenza. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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