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“Come ciliegi a dicembre”, un libro da leggere per ricominciare ad amare la vita

Essere come i ciliegi, che ritornano a fiorire dopo il lungo e freddo inverno, più forti di prima. Ecco cosa ci insegna "Come ciliegi a dicembre", il delicato romanzo di Ariel Andrés Almada.

Ci sono libri che, più di altri, hanno il potere di risollevarci, di farci sentire meglio con noi stessi e con il mondo che ci circonda. “Come ciliegi a dicembre” di Ariel Andrés Almada, lettura perfetta da intraprendere in inverno, possiede questa e tante altre caratteristiche. Ve le raccontiamo nel nostro articolo.

“Come ciliegi a dicembre”, la sinossi

«Senza inverno non può esserci primavera, Saki», disse Takumi, indicando un ciliegio con i rami coperti di neve, «e ricorda che sempre, succeda quel che succeda, torna la primavera.» Tutti i problemi nascondono una meravigliosa opportunità.

A soli diciassette anni, Saki è preda della tristezza e dell’apatia senza una ragione apparente. I suoi genitori, disorientati, si rivolgono a Takumi, il maestro di tiro con l’arco che trasformerà questa nobile arte in un insegnamento di vita per la giovane.

Ogni freccia, infatti, sarà per lei una riflessione profonda, che la porterà a trovare un senso alle sue incertezze per diventare forte come una quercia e flessibile come il bambù. Con l’aiuto di Takumi, Saki imparerà a essere costante nei suoi obiettivi e scoprirà che la vita può offrirle sempre nuove occasioni.

Perché, in fondo, dietro a ogni problema si nasconde una meravigliosa opportunità, come accade ai ciliegi che, spogli a dicembre, torneranno a fiorire in primavera.

L’antica formula allievo/insegnante

La storia che è al centro di “Come ciliegi a dicembre” è imperniata attorno a una cornice che tanti autori hanno usato nel corso della storia – nella letteratura così come nel cinema -: il rapporto fra l’allievo e il suo insegnante.

Il libro si apre con un malessere psicologico di natura imprecisata che invade il cuore di Saki, giovane che ad un tratto si sente addosso tutto il peso del mondo. Da questa situazione di disturbo inizia il percorso di rinascita di una ragazza che ricomincia ad amare la vita poco a poco, all’inizio senza neanche rendersene conto.

Il suo maestro, Takumi, insegnandole l’arte di tirare con l’arco, la sta rieducando a vivere, prendendosi cura di corpo, mente e anima.

Ciò che succede a Saki e che ci racconta Almada è simbolo del nostro percorso di vita. Per ciascuno di noi è difficile in quantità e modalità diverse. Ognuno di noi ha guide diverse. Però, c’è qualcosa che ci accomuna tutti: se troviamo la forza per reagire e il tempo per rallentare, chiudere gli occhi e osservare con attenzione noi stessi e ciò che ci circonda, riusciremo a guardare alla vita come a una maestra, che ci impartisce lezioni preziose e ci abbraccia mentre cresciamo, e amiamo.

Rifiorire

“Cosa possiamo fare noi? Possiamo cercare di trovare il senso che si nasconde in ciò che ci sta accadendo e, partendo da quello, fare in modo di diventare più forti”.

Perfetto come lettura invernale da accompagnare a una tisana o a una cioccolata calda mentre ascoltiamo il crepitio del camino, “Come ciliegi a dicembre” è un romanzo breve che lascia il segno.

Lo fa in tanti modi diversi: trattando la tematica del rapporto genitoriale, approcciandosi al senso di smarrimento che troppo spesso investe i più giovani, mostrando una strada, quella dell’accettazione del presente e del lavoro su se stessi, che è la più difficile ma anche la più fruttuosa.

Già dal titolo, “Come ciliegi a dicembre” ci educa a pensare in un’ottica nuova le difficoltà: non un problema a cui sopravvivere, ma un’opportunità di cui fare tesoro per imparare e crescere sempre di più.

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