Sei qui: Home » Libri » Chiara Valerio, ”Un autore deve farsi conoscere ancor prima del suo libro”

Chiara Valerio, ”Un autore deve farsi conoscere ancor prima del suo libro”

“E’ chiaro che sia più facile per un grande editore piuttosto che uno medio entrare nella cinquina dello Strega, tuttavia ritengo che i premi letterari non debbano diventare voci di bilancio...

MILANO – “E’ chiaro che sia più facile per un grande editore piuttosto che uno medio entrare nella cinquina dello Strega, tuttavia ritengo che i premi letterari non debbano diventare voci di bilancio, mentre una grande vetrina devono essere i festival letterari sparsi per l’Italia”. Idee chiare quelle di Chiara Valerio, autrice dell’ “Almanacco del giorno prima” e protagonista oggi a Gavoi dell’Isola delle Storie. L’abbiamo intervistata a poche ore dall’incontro.

 

Cosa l’ha ispirata per la storia del suo libro?

Mentre stavo ancora facendo il dottorato di ricerca, sento alla radio la notizia di queste “riassicurazioni”, cioè di queste società assicurative che si comprano, per rivenderle, le polizze di clienti che non vogliono più pagare la propria assicurazione sulla vita. Mi metto quindi a studiare il fenomeno, che nasce in America alla fine degli anni ’80, e mi emoziono molto, perché penso che assomiglia molto alla storia di  “Le anime morte” di Gogol’ e il suo protagonista Čičikov. Ho quindi iniziato a studiare il mondo delle assicurazioni, i derivati sulle vite altrui, le nude proprietà sulla vita delle persone.  

 

Razionalità contro amore: secondo lei chi prevale all’interno dell’animo umano?

Non credo ci sia una differenza nitida. Credo che le cose finiscano l’una nell’altra. C’è una ragione dei sentimenti e un sentimento della razionalità che convivono continuamente. E’ un abitudine molto umana tentare di separare le due cose, ma è altrettanto umano tentare di unire cose lontane. Credo ci sia una specie di regione liquida.

 

Lei si occupa della collana “Narrativa.it” per l’editore “Nottetempo”.  Cosa ne pensa della situazione editoriale italiana? Qual è lo spazio dedicato agli esordienti?

Lo spazio dedicato agli esordienti è molto ampio, anche perché gli esordienti sono diventati quasi una categoria merceologica. La novità è in sé una cosa che si vende. Abbiamo deciso con la Bompiani di realizzare questa collana per raccogliere gli scrittori nuovi, gli esordienti, o persone che non avevano ottenuto la giusta attenzione in altre collocazioni editoriali. Siccome leggiamo molto e facciamo un grosso lavoro di scouting, abbiamo voluto creare questo canale.

 

A proposito di esordienti, cosa ne pensa delle critiche legate a premi letterari come lo Strega, legati a format “ingessati” e poco aperti agli esordienti e alle case editrici emergenti?

Abbiamo concorso con un romanzo molto bello scritto da Elisa Ruotolo “Ovunque, proteggici”, siamo rimasti fuori per tre voti. E’ chiaro che sia più facile per un grande editore piuttosto che uno medio entrare nella cinquina dello Strega, anche se ciò non dovrebbe accadere. Accedere alla cinquina significa provare a far vivere un libro più delle prime tre settimane di lancio che vive in libreria. Tuttavia, ritengo che i premi letterari non debbano diventare voci di bilancio.

 

In tal senso, per promuovere e rilanciare la lettura, che ruolo hanno i festival letterari come quello di Gavoi?

Gavoi è un’isola felice, nel senso che c’è uno spazio dedicato agli esordienti a cui ha tenuto da sempre Marcello Fois, e si da voce a quelle realtà estere che non sono mainstream, come ad esempio la Polonia. E’ un grande lavoro di cultura quello che si fa a Gavoi. Uno scrittore deve venire prima del suo libro, deve farsi conoscere al pubblico ancor prima della sua opera. Ciò è possibile grazie a questi appuntamenti letterari.

5 luglio 2014
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata