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Buon compleanno – 1 dicembre. Tanti auguri a Daniel Pennac e Tahar Ben Jelloun

Oggi il mondo delle lettere augura buon compleanno a due grandi scrittori contemporanei, Daniel Pennac e Tahar Ben Jelloun, nati entrambi nel 1944

MILANO – Oggi il mondo delle lettere augura buon compleanno a due grandi scrittori contemporanei, Daniel Pennac e Tahar Ben Jelloun, nati entrambi nel 1944 e che oggi compiono settantadue anni.

Daniel Pennac

Daniel Pennac, pseudonimo di Daniel Pennacchioni nasce a Casablanca l’1 dicembre 1944 in una famiglia di militari, e passa la sua infanzia tra Africa, sud-est asiatico, Europa e Francia meridionale. Pessimo allievo, solo verso la fine del liceo ottiene buoni voti, quando un suo insegnante, nonostante la sua dislessia, comprende la sua passione per la scrittura e, al posto dei temi tradizionali, gli chiede di scrivere un romanzo a puntate, con cadenza settimanale. Nel 1968 ottiene la laurea in lettere all’Università di Nizza, diventando contemporaneamente scrittore e insegnante. Scrive la prima opera nel 1973, “Le service militaire au service de qui?” in cui descrive la caserma come un luogo tribale, che poggia su tre grandi falsi miti: la maturità, l’uguaglianza e la virilità. In tale occasione, per non nuocere a suo padre, militare di carriera, assume lo pseudonimo Pennac, contrazione del suo cognome. Abbandona la saggistica in seguito all’incontro con Tudor Eliad, con il quale scrive due libri di fantascienza: ‘Les enfants de Yalta’ del 1977, e ‘Père Noël’ del 1979 ma che ebbero scarso successo commerciale. Successivamente, decide di scrivere racconti per bambini. Già autore di libri per ragazzi, nel 1985, comincia in seguito a una scommessa fatta durante un soggiorno in Brasile, una serie di romanzi che girano attorno al personaggio di Benjamin Malaussène, capro espiatorio di ‘professione’, alla sua inverosimile e multietnica famiglia, composta di fratellastri e sorellastre molto particolari e di una madre sempre innamorata e incinta, e a un quartiere della banlieu di Parigi, Belleville. Nel 1992, pubblica il saggio ‘Come un romanzo’ a favore della lettura. Nel 1997 scrive “Messieurs les enfants”, da cui verrà tratto un film di Pierre Boutron. Il 26 marzo 2013 è stato insignito della Laurea ad Honorem per il suo impegno nella pedagogia presso l’Università di Bologna.

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Tahar Ben Jelloun

Nato a Fes, nell’allora Marocco francese, l’1 dicembre del 1944 da una benestante famiglia di etnia berbera, Ben Jelloun ha trascorso la sua adolescenza a Tangeri e ha compiuto gli studi di filosofia a Rabat, dove ha scritto le sue prime poesie, raccolte poi in “Hommes sous linceul de silence” (1971). In patria, ha svolto per diversi anni il ruolo di docente di filosofia, ma non essendo abilitato all’insegnamento in lingua araba, nel 1971 è costretto ad emigrare a Parigi, dove tre anni dopo consegue un dottorato in psichiatria sociale sulla confusione mentale degli immigrati ospedalizzati, che verrà in seguito pubblicata col titolo “L’estrema solitudine”. La sua esperienza di psicoterapeuta sarà anche riversata nel romanzo “La reclusione solitaria” del 1976. Nel frattempo ha continuato a scrivere, sempre esclusivamente in francese, collaborando regolarmente col quotidiano ‘Le Monde’. Il primo romanzo, “Harrouda” è del 1973. Con il Premio Goncourt assegnatogli per ‘La Nuit sacrée’ nel 1987, è divenuto lo scrittore straniero francofono più conosciuto in Francia. Interviene con dibattiti e articoli sui problemi della società, soprattutto sul problema della periferia urbana e del razzismo. Con il libro “Il razzismo spiegato a mia figlia” e per il suo profondo messaggio gli è stato conferito dal segretario delle Nazioni Unite il Global Tolerance Award e nel 2006 ha vinto il Premio Internazionale Trieste Poesia. Dal 2011 è membro della giuria del premio letterario Guillaume-Apollinaire.

 

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