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Albert Camus, il 4 gennaio 1960 moriva in un incidente d’auto

62 anni fa ci lasciava Albert Camus, Premio Nobel e uno dei più grandi geni della letteratura mondiale. La sua morte è un "giallo"

Il 4 giugno 1960 moriva a causa di un incidente stradale Albert Camus. La fine tragica di un grande autore del ‘900 che con le sue opere ha permesso all’umanità d’interrogarsi sui motivi della propria Esistenza. Associato molte volte all’Esistenzialismo lo stesso Camus teneva a distanziarsene. Più propriamente Camus può essere definito scrittore e filosofo dell’Assurdo (Lo Straniero) e della Rivolta (La Peste).

Albert Camus, la sua morte è un “giallo”

Albert Camus trascorre il Capodanno del 1960 in Provenza con la famiglia del suo editore Michel Gallimard a cui era molto legato. I Gallimard – oltre a Michel, ci sono anche la moglie Janine e la figlia Anne – e Camus si rimettono in viaggio per Parigi, sulla Facel Vega FV3B guidata dall’editore. Camus accetta il passaggio all’ultimo momento, dopo aver già acquistato il biglietto del treno per Parigi. La sera del 3 gennaio, si fermano a Thoissey. Il gruppo trascorre la serata festeggiando Anne Gallimard, che proprio quel giorno compie 18 anni, e dorme nell’albergo Chapon Fin.

La mattina del 4 gennaio 1960, dopo colazione, i quattro ripartono di buon’ora. Intorno alle 10, mentre attraversano Villeblevin, in Borgogna, su un tratto rettilineo della frazione Petit-Villeblevin, Michel Gallimard perde improvvisamente il controllo dell’auto. La velocità in quel momento è di circa 140 chilometri all’ora. Il mezzo finisce contro uno dei platani che fiancheggiano la strada e da lì rimbalza contro un altro albero, accartocciandosi e sfasciandosi.

Albert Camus estratto dall’auto in fin di vita

Michel Gallimard, gravemente ferito, muore dopo alcuni giorni in ospedale. Albert Camus, che è sul sedile del passeggero, viene estratto dall’auto in fin di vita. Ha fratture al cranio e alle vertebre cervicali.Si salvano Janine e Anne Gallimard, che erano sui sedili posteriori e sono state sbalzate in un campo, riportano solo delle ferite.

Janine Gallimard riferirà  l’auto sbandava senza ragione di lato, con un forte rumore di qualcosa che cedeva nella sua parte inferiore, prima dell’impatto con il platano. Alcuni testimoni oculari riferiranno a loro volta che l’auto aveva cominciato a sbandare all’improvviso, da sola, senza ragione, in un tratto di strada largo nove metri e con pochissimo traffico. L’esame dei periti accerterà poi che un’asse dell’auto si è spezzata, probabilmente in seguito al blocco di una ruota, dovuto allo scoppio di uno pneumatico, rendendo la vettura incontrollabile.

Giovanni Catelli denuncia l’assassinio di Camus in un libro

Nel 2010, tuttavia, uno scrittore italiano, Giovanni Catelli, esperto di letteratura ceca, mentre si trova a Praga a compiere delle ricerche sul poeta Jan Zabrana, si imbatte in un suo diario inedito, chiamato Quaderno blu n° 91. In un’annotazione di questo diario, Zabrana afferma di aver appreso, da una fonte affidabile, che l’incidente in cui è stato ucciso Camus è stato provocato ad arte dal KGB. Alcuni agenti sovietici avrebbero danneggiato uno degli pneumatici della Facel Vega in modo che esplodesse durante il viaggio, per ordine del ministro degli Esteri sovietico Dmitri Shepilov, deciso a far tacere una voce scomodissima. Ma, nonostante tutti gli indizi e le prove presentate nel libro il caso resta aperto.

Albert Camus, il più giovane letterato al Nobel

Albert Camus nacque a Mondovì (oggi Drean) nel 1913 in Algeria, da un contadino francese emigrato che morì nella battaglia della Marna (1914). Dopo la morte del padre, assieme alla madre Catherine Hélène Sintés, e alla nonna materna, la quale rivestirà un ruolo molto importante nella sua educazione a causa della severità e dell’accentramento dei poteri familiari (la madre non ebbe mai gran parte nella crescita del figlio), si trasferisce ad Algeri dove seguirà tutti i gradi di scuola. Superò la povertà delle origini grazie al suo straordinario intelletto. Dopo la laurea in Filosofia ad Algeri  – all’epoca una delle più prestigiose università francesi – intraprese l’attività di giornalista e si affermò rapidamente come scrittore.

Malgrado fosse ancora giovane, nel 1957, con un bottino di quattro romanzi, sette saggi e quattro opere teatrali, Albert Camus fu insignito del premio Nobel per la Letteratura. A quel punto, sembrava che la sua vita dovesse definitivamente decollare, nonostante i problemi di salute: era affetto da tubercolosi che in gioventù lo aveva costretto a smettere l’attività di calciatore. Ciononostante era anche un forte fumatore. Il ministro della Cultura André Malraux lo voleva alla direzione della Comédie Francaise ma lui, ritenendo che si trattasse di uno sforzo eccessivo per le sue condizioni, aveva chiesto di dirigere un teatro sperimentale. All’inizio del 1960, questo accordo era ormai cosa fatta, restava solo da firmare il contratto.

Albert Camus, le opere e i libri

Novellista, saggista, drammaturgo e romanziere Camus ha profondamente marcato la sua epoca e il suo pensiero continua oggi ad avere tanta influenza. Le opere di Camus sono generalmente classificate in due cicli: L’ASSURDO e la RIVOLTA. 

L’ASSURDO prende vita in 3 opere. Nel 1942 con l’Etranger (Lo Straniero) seguito dal saggio Le Mythe de Sisyphe (Il mito di Sisifo) e nel 1944 Caligula opera teatrale (in prosa, 4 atti).  Il successo di quest’ultima lo portò a rappresentare due nuovi spettacoli: L’Etat de siège (Lo stato d’assedio -1948) e Les Justes (I giusti – 1949).

Nel 1947 con La Peste inizia il ciclo della RIVOLTA. I dubbi sull’esistenza e la presa di coscienza dell’assurdo emergono con più forza e nasce uno spirito rivoluzionario che diventa interprete di tutti coloro che in quel periodo lottavano per la libertà. Nel 1951, Camus pubblicò un lungo saggio, L’Homme révolté (L’uomo in rivolta) che rimetteva in causa il concetto di rivoluzione, “ogni rivoluzionario finisce oppressore o eretico”. La sua concezione antimarxista e la sua critica antitotalitaria del comunismo reale provocò la rottura con Jean Paul Sartre

Albert Camus, l’ambasciatore degli scrittori dissidenti

Nel 1956 con il racconto La Chute (La Caduta) sorprese sia i suoi ammiratori che i suoi detrattori.  Quando ricevette il premio Nobel di letteratura a 44 anni divenne il più giovane vincitore dopo J.R. Kipling. I discorsi pronunciati a Stoccolma e poi a Uppsala furono calorose difese dell’arte e della libertà, diventando la “bibbia” degli scrittori dissidenti e perseguitati.

Prima di morire stava lavorando su un grande racconto autobiografico Le Premier Homme (Il primo uomo incompiuto, 1994) pubblicato postumo.

 

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