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Addio Fantasmi, Nadia Terranova racconta il suo romanzo candidato allo Strega

Nadia Terranova racconta a Libreriamo il suo ultimo romanzo, Addio fantasmi, finalista al Premio Strega 2019

MILANO – “Addio, fantasmi” è un’espressione piena di speranza. Significa aver affrontato qualcosa di spaventoso, e aver finalmente trovato un equilibrio. Significa aver fatto pace con se stessi e il proprio passato. Ed è proprio di questo che parla l’ Addio fantasmi di Nadia Terranova, una dei cinque finalisti al Premio Strega 2019.

Di cosa parla Addio fantasmi?

Ida, trentasei anni, fa ritorno alla sua città d’origine, Messina. Sta succedendo qualcosa di importante: l’appartamento di famiglia sta per essere messo in vendita, e occorre ristrutturarlo, scegliere cosa tenere e cosa gettare via per sempre. E Ida si ritrova ad affrontare gli oggetti di una vita, ciascuno dei quali porta dietro un significato profondo, e anche a guardare in faccia il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è più tornato. Da quel giorno la vita di Ida e sua madre è cambiata per sempre: una vita fatta di silenzi feroci, di giudizi, di reciproche ostilità nascoste. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.

Nadia Terranova, Ph Daniela Zedda
Nadia Terranova, Ph Daniela Zedda

L’intervista a Nadia Terranova

Cosa ha voluto dire per te scrivere questo romanzo? Ci sono dei fantasmi a cui sei riuscita a dire addio?

Mentre scrivevo il romanzo mi sono chiesta se ci fossero dei fantasmi a cui dovevo dire addio, ma mi mi sono accorta che forse anche no, non c’era da dire addio a nulla. Più che dire addio, bisogna solo affrontarli e rielaborare in maniera diversa il rapporto con loro. Il tempo, del resto, non guarisce nulla, il tempo passa e basta. Per questo bisogna assorbire il dolore e interiorizzarlo.

Ida e sua mamma vivono un duello estenuante tra di loro. Cosa hai voluto rappresentare nel rapporto madre figlia?

Il conflitto è costitutivo dei rapporti d’amore, non è un’eccezione o un errore, ed è costitutivo anche del rapporto madre e figlia. Io volevo raccontare due donne che da adulte si giudicano si guardano si osservano si dicono delle cose e il loro amore passa attraverso il giudizio attraverso la costruzione di parametri con cui guardare loro stesse.

La scomparsa del padre non è realmente una morte, non si può parlare di lutto. Perché questo rende tutto più difficile per Ida?

Volevo raccontare un momento in cui la morte non fosse qualcosa di tangibile, qualcosa che si può davvero pensare, qualcosa con cui si può davvero fare i conti. Volevo raccontare un momento lungo ventritré trite anni, un minuto lungo ventitré anni, un momento in cui non essendoci una morte, non essendoci una fine, bisognava parlare di un lutto eterno, di una vera e propria insepoltura.

Scrittrici a confronto

C’è un romanzo proprio di questi ultimi mesi, sempre edito da Einaudi, che richiama molto le tematiche che troviamo in Addio fantasmi: è Idda, di Michela Marzano. Anche in quel libro si parla di quanto sia difficile fare i conti con un passato doloroso, del ruolo della memoria e degli oggetti nel percorso di conoscenza di sé.

«Io e Michela Marzano abbiamo dialogato per la prima volta in un bellissimo incontro al Salone del Libro di Torino» racconta Nadia Terranova. «I nostri romanzi certamente hanno fatto i conti con tematiche simili talvolta sovrapponibili, i nostri personaggi hanno lati che si incontrano, entrambe abbiamo parlato di ritorni e di memoria. Ci siamo conosciute per la prima volta al Salone, non ci eravamo mai incontrate prima, ma abbiamo dialogato consapevoli di conoscerci profondamente, grazie ai nostri romanzi».

Michela Marzano non è però l’unica scrittrice contemporanea con cui è possibile tracciare un parallelo: «C’è Elvira Seminara, anche lei autrice Einaudi, che nel suo Atlante degli abiti smessi racconta cosa succede quando una donna vuole disfarsi del suo guardaroba, perché ogni vestito ha una storia. Anche con questo romanzo c’è una corrispondenza con Addio fantasmi nel modo di raccontare la storia degli oggetti» spiega Nadia Terranova. E conclude: «Sono convinta che le autrici, in particolare, si trovino a fiutare bene lo spirito del tempo».

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