“Le storie di Vigàta” sono il regalo che i lettori di Repubblica troveranno in edicola a partire da sabato 1 agosto. Dieci libri di Andrea Camilleri in omaggio col giornale, tutti i sabati e le domeniche fino al 30 agosto. Dieci racconti ambientati negli anni Trenta a Vigàta e che esprimono l’altro Camilleri, non quello di Montalbano, ma quello più sconosciuti ai lettori. Un’iniziativa che celebra questo primo anniversario della morte di Camilleri, segnato dal ricordo dei tantissimi che l’hanno amato.
La trovatura
Il ciclo delle “Storie di Vigàta” comincia sabato, dunque, con “La trovatura”. Storia di una presunta maga che, arrivata in paese per vedere le sue profezie, sfrutta l’avidità di un ricco proprietario terriero per ricevere un ricco guadagno e permettere a un povero contadino di fruire di una grossa somma di denaro. La maga furba e generosa è la prima maschera popolare di una serie che vede personaggi stravaganti strappati dalla memoria di Camilleri e reinventati dalla sua immaginazione. Uomini e donne che si muovono nella Sicilia fascista, sì, ma sempre paradossale come vuole la lezione pirandelliana.
La congiura
Domenica 2 agosto tocca a “La congiura”. L’orizzonte temporale è il 1930 e protagonista è Ciccino Ferrera, detto “Beccheggio” per via del suo passo traballante, che arriva a Vigàta col treno da Palermo per vendere i vestiti di una sartoria del capoluogo. Brutto, basso e strabico, non suscita le gelosie di mariti, padri e fidanzati delle numerose clienti che vanno a provare i suoi abiti: ma probabilmente Ciccino ha doti nascoste.
Di padre ignoto
“Di padre ignoto” (in uscita sabato 8 agosto) racconta della bella Amalia Privitera, ex interprete della Madonna nel presepe vivente del paese e diventata amante di numerosi maschi vigatesi:, ciascuno inconsapevole di tutti gli altri e ciascuno possibile padre del bambino che partorirà la donna.
Breve la vita felice di Benito Cirrincione
“Breve la vita felice di Benito Cirrincione”, scrive Camilleri in “Un giro di giostra”, in uscita domenica 9 agosto. Storia di un ragazzo a cui i genitori hanno dato il nome di Mussolini sperando in un sussidio fascista e che va incontro a un destino beffardo.
Il merlo parlante
Ne “Il merlo parlante (in edicola per Ferragosto) troviamo Ninuzzo Laganà che, per mantenere la promessa fatta alla madre, cerca una donna “con la faccia di mogliere”, vale a dire né bella né brutta, una che non deve far girare la testa ai “masculi”.
La lettera anonima
Si salta un giorno, poiché il 16 agosto non uscirà il giornale, e il 17 ecco “La lettera anonima”: è il 1945 e a Vigàta sembra scoppiata un’epidemia violenta di missive senza nome capaci di suscitare chiacchiere e pettegolezzi a mai finire.
Le scarpe nuove
Ne “Le scarpe nuove” (22 agosto) il gran teatro di Camilleri mette in scena la festa di San Calò, il “santo nivuru” del paese che protegge poveracci, morti di fame e malati e ogni anno alimenta una giornata particolare. Il giorno dopo, il 23 agosto, tocca a “La rivelazione” che racconta il ’43 siciliano della liberazione dal fascismo per mano degli Alleati e il ritorno alla politica degli oppositori condanni al carcere e al confino.
La fine della missione
La doppietta finale vede, fra i libri di Andrea Camilleri, “La fine della missione” (29 agosto) che fa salire sul palco di Vigàta l’avvocato Totino Mascarà, uno che a trentacinque anni suonati non si decide ancora a “farisi zito”, cioè a fidanzarsi.
I duellanti
“I duellanti” (30 agosto), la lotta senza quartiere, personale e commerciale, di due gelatai rivali. Una sfida che assume proporzioni tali da chiedere l’intervento del Podestà.