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Riapertura scuole dal 26 aprile in tutta Italia, tranne in zona rossa

Riapertura scuole dal 26 aprile. E' questa la decisione del presidente del Consiglio Mario Draghi, confermata nel corso della conferenza stampa di oggi 16 aprile presso la sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio

Riapertura scuole dal 26 aprile. E’ questa la decisione del presidente del Consiglio Mario Draghi, confermata nel corso della conferenza stampa di oggi 16 aprile presso la sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Tornano  le lezioni in presenza presso tutte le scuole italiane, anche le superiori, tranne che nelle zone rosse. Lo conferma nel corso della conferenza stampa il ministro della Salute Roberto Speranza, il quale sottolinea come la scuola rappresenti un caposaldo della società. Secondo Draghi non si può pensare di riaprire le altre attività se non si riportano i ragazzi delle superiori a scuola. Attualmente le classi sono al 50% nelle zone arancioni, mentre proseguono al 100% in Dad le lezioni nelle aree rosse.

La reazione dei presidi

L’idea del premier Draghi della riapertura delle scuole il 26 aprile “è stata più volte manifestata, l’ha presentata come un auspicio; la possibilità di realizzarla dipende anche dai trasporti. Non so come si farà, da oggi al 3 maggio, a realizzare queste condizioni”. Così il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli. “Poi c’è il tema dello screening tramite tamponi veloci: non abbiamo avuto novità. Con queste difficoltà mi sembra problematico”. I presidi italiani restano in attesa di notizie dal Comitato tecnico scientifico. “Tutti auspichiamo la riapertura ma il tema è la fattibilità, non abbiamo informazioni che le condizioni vi siano, vedremo”.

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Una ricerca ha dimostrato come le lezioni svolte in presenza non siano responsabili dell’aumento dei contagi durante la pandemia

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“Lo abbiamo sempre sostenuto sin dall’inizio della pandemia: l’unica vera scuola è quella in presenza che si fonda sul rapporto diretto tra docenti e alunni, mentre quella a distanza altro non è se non un surrogato da adottare soltanto in una situazione di emergenza.” È quanto afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. ” Tuttavia assistiamo ormai da troppo tempo a una querelle tra fautori della scuola aperta e sostenitori della scuola chiusa che non ci sembra trovi fondamento nelle evidenze scientifiche. Vorremmo, infatti, che qualcuno ci spiegasse perché adesso si è deciso di tornare in classe nonostante i dati relativi ai contagi siano più alti rispetto a quelli registrati quando all’inizio di marzo si stabilì di sospendere le lezioni in presenza”. I dati: l’8 marzo i contagi erano 13.900 e 318 i decessi, mentre l’11 aprile, giorno della ripresa dell’attività didattica in presenza, si sono contati 15.744 contagi e 331 morti.

“Ci preoccupa non poco l’ipotesi per le scuole superiori di un ritorno al cento per cento degli studenti a maggio, anche alla luce dello stop alle vaccinazioni per gli insegnanti. Una vera e propria incongruenza, soprattutto considerato che per completare l’immunizzazione dei docenti prenotati mancavano soltanto 400mila somministrazioni. Una platea – conclude Di Meglio – che si sarebbe potuta esaurire in un paio di giornate, visto che attualmente le dosi inoculate viaggiano al ritmo di quasi 300mila al giorno”.

 

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