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I latrati del web, quando il cyberbullismo è violenza gratuita

In occasione di OFF-LINE Luca Pagliari racconta l'incontro con una ragazza di Perugia, vittima di cyberbullismo da parte del suo ex-ragazzo

Stamattina a Perugia si è tenuta la terza tappa del tour nazionale OFF LINE all’interno del quale viene proiettato dodicidue, docufilm che ho ideato e realizzato nel 2017. “OFF LINE – LA VITA OLTRE LO SCHERMO” è un progetto nelle scuole a opere dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’associazione “Un’altra storia”. Si parla di bullismo e cyberbullismo, ma anche di sogni, speranze e paure.

Un paio di anni fa, proprio a Perugia, al termine di un incontro mi avvicina una ragazza esile, fatica a parlarmi perché un po’ si vergogna e poi non è semplice tirare fuori il proprio dolore. Non lo è per niente. Mi racconta di avere scarsa fiducia nella vita, una vita di merda perché “tutti ti giudicano e nessuno ti capisce”. Mi rendo conto che questo è solo l’incipit, perché è altrove che vuole arrivare e infatti alla fine dice quello che deve dire “da qualche settimana ho iniziato a tagliarmi. Per questo ho sempre le maniche lunghe”.

Parliamo un po’. Come sempre mi sento inadeguato, spero di metterla subito in contatto con le psicologhe della Polizia Postale e mentre cerco di elaborare un piano di emergenza lei tira fuori lo smartphone e mi dice: “Tra l’altro il mio ex ragazzo mi scrive questo”.

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Leggo la chat, c’è poco da aggiungere. Sono i latrati del web, parole fuori controllo, proiettili vaganti. Sparano tutti nel poligono della rete, giovani e meno giovani, analfabeti, studenti e professori, donne, uomini, etero e gay.

È così facile sparare, non richiede l’utilizzo del pensiero, basta scrivere. La cattiveria non esige sforzi mentali, si accontenta di poco, funziona come la forza di gravità. La cattiveria ti cade dal cervello e finisce sulla tastiera. Basta cliccare e il siluro parte. Come in “Caccia a ottobre rosso”. È così che funziona. Non devi contare fino a tre, la cattiveria si consuma in un nano secondo.

È così facile sparare, non richiede l’utilizzo del pensiero, basta scrivere. La cattiveria non esige sforzi mentali, si accontenta di poco, funziona come la forza di gravità.

Fortunatamente in mezzo al fuoco incrociato del cyberbullismo ho conosciuto in rete ottime persone che oggi mi sono amiche e io continuo a considerare questo strumento una grande opportunità. C’è una selezione naturale, ti ritrovi a condividere riflessioni con persone simili, la comunità prende corpo, insomma, si cerca di applicare il difficile esercizio dell’utilizzo del pensiero. Mica poco.

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Luca Pagliari

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