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Green Pass a scuola, l’allarme dei presidi: “Non siamo preparati”

"Sulla questione Green pass siamo in alto mare". L'allarme dei presidi a pochi giorni dall'avvio di un nuovo anno scolastico. Il Ministero dell'Istruzione al lavoro per una soluzione

Il rientro a scuola si avvicina, ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere. Primo fra tutti quello riguardante le modalità di controllo del Green pass per il personale e per i docenti. Ad esprimere forte preoccupazione è il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi: “Stiamo aspettando indicazioni per capire come bisognerà procedere – ha detto -. Ma se le scuole devono controllare tutti i giorni i certificati di docenti e personale rischiamo che le lezioni inizino a mezzogiorno”.

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Dal 1° settembre il Green pass in Italia sarà obbligatorio anche per la scuola, l’università e i trasporti. Ecco tutte le misure spiegate nelle Faq dell’esecutivo.

L’appello dei presidi

Rusconi, in rappresentanza di tutti i presidi italiani, si augura che si trovi al più presto una soluzione. Il nodo cruciale per i dirigenti scolastici è quello dei controlli del certificato verde che dal primo settembre diventa obbligatorio per il personale. “Il Garante della privacy sostiene che le scuole possono solo controllare i dati ma non conservarli o avere un registro – ha aggiunto Rusconi, secondo cui – la cosa più semplice sarebbe inviare l’elenco del personale della scuola con codice fiscale e che la regione desse indicazioni su chi ha il Green pass o meno”.

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Secondo il nuovo Dpcm, dal prossimo 5 agosto il Green Pass sarà obbligatorio esibirlo per avere accesso a numerosi luoghi ed eventi. 

Green Pass, la posizione dei docenti

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha deciso di intraprendere un’azione al fine di rendere note – tramite azione in sede giurisdizionale amministrativa- alcune criticità relazionate alla Nota AOODPIT prot. n. 1237 del 13.08.2021 del Ministero dell’Istruzione avente ad oggetto Decreto-legge n. 111/2021 – Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti.

L’associazione con la citata azione non è intervenuta sull’obbligo di green pass, né sull’obbligo vaccinale, ma su alcuni punti; in particolare quello relativo al pericolo di un gravissimo danno erariale derivante dalle sanzioni per violazione della privacy e dai contenziosi che ne possano derivare. Pertanto, l’associazione ha inteso presentare una istanza al TAR per richiedere “la necessità di un ulteriore DPCM per le norme di dettaglio”.

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La soluzione del Ministero dell’Istruzione

Dal Ministero dell’Istruzione la risposta non è tardata ad arrivare: c’è un lavoro molto serio con il ministero della Salute e il Garante della privacy per l’attuazione dell’utilizzo del Green pass e per ottimizzare le procedure dei controlli. In particolare, si è al lavoro per realizzare una piattaforma dedicata alla quale i presidi avranno accesso e sulla quale comparirà automaticamente, ogni mattina, lo stato del green pass di ciascun docente: verde per chi ha la certificazione valida e rosso per chi invece non è in regola. A quel punto il preside dovrà verificare soltanto che chi non ha il documento sanitario non entri in classe e provveda a fare il tampone al più presto. In caso contrario scatta la procedura per la sospensione — al quinto giorno di semaforo rosso — dal lavoro e dallo stipendio. 

La soluzione della piattaforma può garantire il rispetto della privacy perché rende visibili soltanto i dati della validità istantanea del green pass e non fornisce altri dati al preside che è il datore di lavoro del personale scolastico.

 

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