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“Vince chi molla” di Niccolò Fabi, il coraggio di lasciare andare e lasciarsi andare

"La salvezza non si controlla/ vince chi molla". Siamo abituati a lottare per vincere, a focalizzare la meta di un percorso. E se per una volta lasciassimo andare? "Vince chi molla" di Niccolò Fabi è un invito ad accettare il flusso della vita e godersi il percorso più dell'aspettativa del traguardo.

“La salvezza non si controlla”. Niccolò Fabi, che domani festeggia il suo 55esimo compleanno, ci ricorda non solo che non possiamo decidere noi come e quando salvarci, ma anche che “vince chi molla”. Si intitola così il testo – incluso nell’album “Una somma di piccole cose” – che vogliamo condividere con voi questa sera per ricordarci l’importanza del lasciare andare e del lasciarci andare.

Lasciare andare

Fra le canzoni di Niccolò Fabi più apprezzate dagli ascoltatori figura senza ombra di dubbio “Vince chi molla”, un inno al lasciare andare e a lasciarsi andare al fluire della vita:

“Lascio andare la manoche mi stringe la golaLascio andare la funeChe mi unisce alla riva”

Il testo parte da immagini che evocano il nostro eccessivo attaccamento al tempo e alle situazioni, per poi andare a toccare sempre più le corde della memoria, degli oggetti e delle storie che ci portiamo dietro e a cui spesso non riusciamo a dare il giusto valore. Vivere, così come amare, non significa possedere. Nella sua “Vince chi molla”, Niccolò Fabi ce lo ricorda più di una volta con quel “lascio andare” ripetuto a m’ di mantra, con le immagini della “mano che stringe la gola”, del “moschettone nella parete”, della “sete”.

“Lascio andare il destinoTutti i miei attaccamentiI diplomi appesi in salottoIl coltello tra i dentiLascio andare mio padre e mia madreE le loro paureQuella casa nella forestaUn umore che duri davvero”

Troppe volte, impegnati a raggiungere la meta, dimentichiamo di guardare ai piccoli passi che facciamo ogni giorno guidati dal flusso della vita. “Vince chi molla” ci ricorda che la bellezza della nostra esistenza, così come del tempo che abbiamo a disposizione su questa terra, risiede proprio nella straordinarietà del momento presente, il qui ed ora cantato dai poeti sin dalla notte dei tempi, e nel senso di fiducia con cui dovremmo lasciarci andare al mondo. Un inno alle piccole cose, come del resto tutto l’album che da questo concetto prende il titolo.

“Vince chi molla” di Niccolò Fabi

Lascio andare la manoche mi stringe la golaLascio andare la funeChe mi unisce alla rivaIl moschettone nella pareteL’orgoglio e la seteLascio andare le valigieI mobili antichiLe sentinelle armate in garittaA ogni mia cosa trafitta
Lascio andare il destinoTutti i miei attaccamentiI diplomi appesi in salottoIl coltello tra i dentiLascio andare mio padre e mia madreE le loro paureQuella casa nella forestaUn umore che duri davveroPer ogni tipo di viaggioMeglio avere un bagaglio leggero
Distendo le veneE apro piano le maniCerco di non trattenere più nullaLascio tutto fluireL’aria dal naso arriva ai polmoniLe palpitazioni tornano battitiLa testa torna al suo peso normale
La salvezza non si controllaVince chi mollaVince chi molla

Niccolò Fabi

Niccolò Fabi (16 maggio 1968) è un cantautore romano che proprio l’anno scorso ha festeggiato i 25 anni di attività. Ha esordito nel mondo della musica nel 1997 con “Capelli”, che vince il Premio della Critica nelle Nuove Proposte al Festival di Sanremo e segna il primo passo per la pubblicazione dell’album “Il Giardiniere”.

Da allora, Fabi ha firmato numerosi album, fra cui l’amatissimo “Novo mesto” che contiene “Costruire“, uno dei suoi più grandi successi, “Ecco” e “Una somma di piccole cose”, da cui è tratto “Vince chi molla”.

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