Girata quasi interamente in yiddish, la nuova miniserie di Netflix “Unorthodox” offre uno spaccato inedito sulla comunità ortodossa chassidica, nota per le sue regole rigidissime. Quattro puntate, di cinquanta minuti l’una, che ci portano nella comunità chassidica di Williamsburg a New York, attraverso gli occhi della giova Esty, in fuga da un matrimonio combinato. Insieme a Esty, avrete modo di viaggiare dal piccolo e opprimente quartiere di Williamsburg a una Berlino vivace e piena di opportunità, dove Esty inizia un vero e proprio percorso di iniziazione. Delicata, poetica e mai banale, la nuova miniserie di Unorthodox ci porta nel mondo di Esty, senza giudicarlo, né eluderne la complessità. Un piccolo capolavoro che merita un po’ del vostro tempo in quarantena.
Di cosa parla
È vero che Esty non è intrappolata dietro un muro invalicabile. Ma come dice a un’amica, “Williamsburg non è l’America”. E il sottile filo di ferro che circonda la comunità chassidica rischia di trasformarmi in una cortina di ferro. Un giorno, con contanti e alcuni documenti nascosti nella cintura, Esty rompe quella barriera, prendendo un aereo da sola alla volta di Berlino. La scomparsa di Esty crea scandalo nella comunità, che già la vedeva come sospetta e “diversa”, incapace di dare un figlio al marito, dopo un anno di tentativi. Gli anziani della comunità mandano suo marito, il confuso e pacato Yanky, a cercarla, accompagnato da Moishe, un prodigo criminale che vede nella missione di recupero una possibilità di riaccettazione.

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Una storia di rinascita
Quello che anima Esty all’inizio della serie è un semplice e puro bisogno di normalità. Orfana e abitata da una “immorale” passione per la musica (in una comunità dove alle donne è proibito cantare in pubblico), Esty vorrebbe soltanto sentirsi normale. Nel matrimonio spera di trovare un senso e uno scopo alla sua esistenza, ma lei e Yanky si rivelano presto incompatibili. E il matrimonio, piuttosto che dare a Esty un senso di identità, lo nega. Non è più se stessa, ma soltanto “la moglie di Yanky Shapiro”. A Berlino, Esty è libera ma terrorizzata. Con pochi soldi e nessuna istruzione, Esty teme di non farcela. Ma, qui, grazie a una inaspettata forza interiore e al supporto di un gruppo di musicisti, Esty inizia un percorso alla scoperta del vero suo vero io.