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Lady Oscar, l’eroina scandalo che ha sovvertito gli stereotipi di genere

Il 14 luglio 1789, durante la presa della Bastiglia, moriva Lady Oscar, considerata una delle prime icone femministe

Considerata una delle prime icone femministe, “Lady Oscar” fa la sua prima apparizione sugli schermi giapponesi il 10 ottobre 1979. Il suo personaggio si presenta da subito in tutto il suo essere dirompente, stravolgendo i canoni dei cartoni dell’epoca e portando temi inediti come l’identità sessuale e la prostituzione. In Italia arriva nel 1982 e da subito viene sottoposto a forti censure. Le avventure di Lady Oscar finiscono il 14 luglio del 1789, quando, debilitata dai primi sintomi della tisi, la protagonista muore, durante i tumulti dell’assalto alla Bastiglia

Dal manga alla serie tv

Conosciuta in Italia per la serie televisiva, Lady Oscar nasce in Giappone come manga. Ideate e scritte da Riyoko Ikeda, le avventure di Lady Oscar furono serializzate su rivista dal 1972 al 1973 e poi raccolte in tankōbon. Soltanto successivamente furono tratti il film del 1975, diretto da Jacques Demy, e la serie televisiva animata che tutti noi conosciamo. In Italia, così come in altri paesi europei, il successo dell’opera fu infatti determinato dalla trasmissione nel 1982 della serie televisiva, per la quale fu utilizzato il titolo internazionale Lady Oscar.

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Il 14 luglio 1789 a Parigi ebbe luogo quello che passerà alla storia come l’evento cardine delle Rivoluzione francese. L’assalto alla fortezza, adibita a quel tempo a prigione politica

Lady Oscar

Nata donna, ma cresciuta dal padre come un uomo, Oscar François de Jarjayes ha fatto subito discutere di sé per la sua identità sessuale ambigua, diventando uno dei personaggi più moderni della storia dei cartoni. Con il suo portamento fiero e la chioma bionda al vento, Lady Oscar ha sovvertito l’immagine femminile stereotipata dei cartoni di un tempo e ha portato al centro del racconto il tema dell’indipendenza, come quello dell’identità sessuale.

La storia

La serie è ambientata in Francia, negli ultimi anni dell’ancien régime, e racconta in maniera dettagliata la vita nella corte di Versailles e gli anni della rivoluzione del 1789. Nel 1770, la giovane Maria Antonietta d’Austria giunge a corte. Le fa da scorta in ogni sua uscita Oscar François de Jarjayes, nobile sua coetanea nonché comandante della Guardia Reale, che è stata educata sin da bambina come un uomo. Tra le due nasce subito una forte amicizia. Oscar assiste all’incontro tra Maria Antonietta e il conte svedese Hans Axel von Fersen, del quale entrambe le donne finiscono per innamorarsi.

Ispirato a una storia vera

La storia di Lady Oscar si ispira a quella di Marie-Jeanne Schellinck. Travestita da uomo, la donna si arruolò nell’esercito francese intorno al 1792 e si batté nello scontro di Jemappes. Il 10 novembre dello stesso anno venne nominata sottotenente e lasciò il servizio militare solo per sposare il suo tenente. Con lui combatté ancora fino al 1808 quando poi si ritirò a Lille. Anche il nome di Lady Oscar è vero in quanto è ispirato a quello di François Augustin Reynier de Jarjayes. Si tratta di un conte, cavaliere coraggioso che cercò di salvare la famigliare reale durante la rivoluzione e di far evadere la regina.

La censura

Anche a questo anime,  come è capitato alla gran parte dei cartoni giapponesi portati in Italia, è stata applicata una severa censura. Soprattutto per quanto riguarda le scene che toccavano temi come l’omosessualità, la prostituzione e il sesso. È stata censurata, ad esempio, la scena in cui Rosalie si offre a Oscar per un po’ di denaro. Nella versione originale, a questo gesto, Oscar risponde ridendo e le confessa di essere una donna e quindi non può fare quello che le chiede. Le offre comunque una moneta, pregandola di non fare più un gesto del genere. In Italia, invece, Rosalie chiede un po’ di soldi per la madre malata ed è stato tagliato il momento in cui Oscar ride.

 

 

 

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