Sei qui: Home » Intrattenimento » TV » Cultura in tv, perché programmi come “La grande bellezza” vengono sospesi

Cultura in tv, perché programmi come “La grande bellezza” vengono sospesi

Perché a volte la cultura in tv a volte non funziona? Lo abbiamo chiesto a Luca Nannipieri, critico d'arte e volto televisivo, ospite di vari programmi in Rai, Mediaset e La7, autore del libro "A cosa serve la storia dell'arte" (Skira)

Perché la cultura in tv spesso “non paga”? I programmi sull’arte, soprattutto quelli trasmessi sulle tv commerciali, per resistere e non essere chiusi devono osare un altro linguaggio, un altro contenuto. Devono proporre un format diverso rispetto a quello appartenente ad altri narratori di cultura in tv. E’ questo il parere di Luca Nannipieri, critico d’arte e volto televisivo, ospite di vari programmi in Rai, Mediaset e La7, autore del libro “A cosa serve la storia dell’arte” (Skira). Accogliamo le sue riflessioni, condivise in seguito alla decisione da parte di Mediaset di sospendere momentaneamente la trasmissione “Viaggio nella Grande Bellezza” di con l’attore Cesare Bocci.

Perché la cultura in tv non funziona

Sospesa per pochi ascolti la trasmissione TV su Canale5 sull’arte e sulle bellezze d’Italia, condotta dall’attore Cesare Bocci. E’ stata una scommessa che Mediaset ha fatto bene a lanciare. Una mia considerazione: la narrazione della Grande Bellezza l’abbiamo delegata a Piero e Alberto Angela. Su questo sono i numeri uno. Gli altri programmi sull’arte, per resistere e non essere chiusi, devono giocare un altro campionato, un altro sport, più picaresco, più avventuroso, più ardito, della celebrazione della Grande Bellezza.

Osare di più e differenziarsi

Se parli di Michelangelo, Raffaello e Pompei, la gente li guarda già da Piero e Alberto Angela. Sei avvertito come un doppio, anche se lo fai bene. L’arte in tv, anche in reti commerciali dove l’audience ti punisce, deve osare un altro linguaggio, un altro contenuto. E se poi vieni ugualmente punito dall’audience, almeno hai avuto il coraggio di tentare una strada nuova, non la reiterata esaltazione della Grande Bellezza.

Gestire la materia è rischioso. Forse, anche rischiando il flop, consiglierei di avere un critico d’arte, non un attore, a parlare d’arte in tv, così come una tela da dipingere la do ad un artista e non ad un idraulico.

Le opinioni della gente

Sul tema cultura in tv e in particolare in merito alla decisione di chiudere il programma “Viaggio nella Grande Bellezza” sono intervenuti in molti sui social. Nel dibattito social che si è creato, secondo alcuni la trasmissione è stata “un po’ troppo superficiale e piatto. Un modello di comunicazione che punta solo all’aspetto estetico dell’opera d’arte, senza facilitare la comprensione del fenomeno artistico né una partecipazione attiva da parte dello spettatore.” In molti, quindi, concordano sul fatto che forse sarebbe stato più indicato proporre un altro registro, più coinvolgente ed accattivante. Interessante notare come, parlando di cultura in tv, secondo molti per raccontare la bellezza e non solo dell’arte in tv si potrebbe osare percorrendo diverse strade. In particolare puntando sul contemporaneo, secondo alcuni “poco considerato ma capace di aprire a intersezioni e ritmi molto più persuasivi e contenuti interdisciplinari.”

© Riproduzione Riservata