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“Tutto l’universo obbedisce all’amore”, il meraviglioso inno all’empatia di Franco Battiato

"Ed è in certi sguardi che si vede l'infinito". Cantava così Franco Battiato nella sua "Tutto l'universo obbedisce all'amore", un meraviglioso inno all'empatia.

Non è fra le canzoni più famose di Franco Battiato, ma “Tutto l’universo obbedisce all’amore” è un capolavoro. Il testo del cantautore siciliano celebra la forza e la bellezza di un sentimento che spesso releghiamo all’ambito sentimentale tralasciando la sua valenza universale.

Scopriamo la canzone in occasione del compleanno di Franco Battiato, che nasceva il 23 marzo 1945.

L’amore che muove il mondo

Ascoltando “Tutto l’universo obbedisce all’amore” abbiamo la sensazione che Battiato abbia scritto questi versi in un momento di profonda comunione con il mondo. Tutto il testo, a partire dal titolo, ruota attorno al valore dell’amore, che viene raccontato attraverso la metafora delle leggi fisiche: l’universo obbedisce alle leggi dell’amore, tutto ciò che ci circonda è da esso permeato ed alimentato.

Colpisce, come sempre del resto nelle sue creazioni, il fatto che Franco Battiato attribuisca all’amore questo significato profondo ed universale che si discosta dal senso comune che noi gli affibbiamo di solito: non è il legame fra uomini, ma quel senso di solidarietà, delicatezza, affetto e profondità che ci lega gli uni agli altri. È l’empatia che ci rende umani, e che alleggerisce il peso delle sofferenze che ognuno di noi porta, in misura diversa, sulle spalle.

“Tutto l’universo obbedisce all’amore” di Franco Battiato

Rara la vita in dueFatta di lievi gestiE affetti di giornataConsistenti o no
 
Bisogna muoversiCome ospiti pieni di premureCon delicata attenzionePer non disturbare
 
Ed è in certi sguardi cheSi vede l’infinito
 
Stridono le autoCome bisonti infuriatiLe strade sono praterieAccanto a grattacieli assolati
 
Come possiamoTenere nascostaLa nostra intesa
Ed è in certi sguardiChe s’intravede l’infinito
 
Tutto l’universo obbedisce all’amoreCome puoi tenere nascosto un amoreEd è così che ci trattiene nelle sue cateneTutto l’universo obbedisce all’amore
 
Come possiamoTenere nascostaLa nostra intesa
Ed è in certi sguardiChe si nasconde l’infinito
 
Tutto l’universo obbedisce all’amoreCome puoi tenere nascosto un amoreEd è così che ci trattiene nelle sue cateneTutto l’universo obbedisce all’amore.

Franco Battiato

Franco Battiato è stato, e sarà sempre, uno dei più grandi artisti italiani. Tra gli anni Settanta e Ottanta Battiato fu fra gli intellettuali più innovativi del paese, sperimentando generi diversi e producendo moltissimi dischi.

Nato in provincia di Catania il 23 marzo 1945, si formò musicalmente a Milano negli anni Sessanta dove conobbe tra gli altri Giorgio Gaber che lo aiutò a fare uscire le prime canzoni e a fare le prime apparizioni in televisione.

I testi delle canzoni di Franco Battiato sono ricercati e complessi, da considerarsi quasi un genere a sé. Nel 2012 entrò nella giunta regionale del presidente Crocetta in qualità di assessore alla Cultura. Nel 2017 dopo il suo ultimo concertò si ritirò dalla vita pubblica. Pubblicò l’ultimo disco nel 2019 “Torneremo ancora”. Battiato ci ha lasciati il 18 maggio del 2021, dopo una logorante malattia.

Fuori dalla norma

Nessuno come Battiato è riuscito a scardinare le regole del gioco in così tanti ambiti, da quello musicale, cinematografico e televisivo, ma anche mistico e spirituale, votando la sua creatività al risveglio della coscienza del pubblico. Ancora oggi si parla del “genio di Battiato”, come colui che ha ridisegnato il concetto di musica pop in Italia.

Mai prima di lui era stato possibile scalare le classifiche raccontando storie secondo una grammatica nuova, ispirata da contenuti fuori dal mainstream e alla ricerca continua di una dimensione sacrale dell’arte. Dall’inizio di carriera all’incontro con la musica elettronica di Karlheinz Stockhausen, dal primo album “Fetus” (1972), fino a “La Voce del Padrone” (1981), l’album più venduto in Italia.

Oltre a successi intramontabili come “L’era del cinghiale bianco”, “La Cura”, “Centro di gravità permanente”, “Cuccurucucù”. Battiato ha vissuto molte vite, diceva di sé di non essere mai nato e quindi mai morto. E forse per questo è riuscito in ogni decade della sua vita a regalarci un personaggio nuovo.

La sua musica è anche un viaggio attraverso il nostro Paese: dalla Sicilia del Dopoguerra, ancora carica di valori cristiani, alla Milano degli anni ’60 e del boom economico, fino all’incontro con le filosofie orientali e il Buddismo.

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