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Il Teatro più piccolo del mondo rischia di chiudere per sempre

C'è un borgo, nel cuore dell'Umbria, che custodisce il Teatro goldoniano più piccolo del mondo. Oggi questo gioiello, unico al mondo, rischia di chiudere per sempre

C’è un borgo, nel cuore dell’Umbria, che custodisce il Teatro goldoniano più piccolo del mondo con soli 99 posti tra palchi e platea. Si trova a Montecastello di Vibio, è stato voluto agli inizi dell’Ottocento da nove famiglie nobili del borgo e si chiama Teatro della Concordia. Un vero e proprio gioiello dal fascino immortale che oggi, dopo mesi di pandemia e chiusure forzate, rischia di chiudere per sempre. A raccontarci la storia del teatro più piccolo del mondo è, in esclusiva per Libreriamo, Edoardo Brenci Pallotta, Presidente della Società del Teatro della Concordia, che oggi lancia un appello alle istituzioni e al mondo intero per salvare il gioiello a cui ha dedicato la sua vita, salvandolo dalla distruzione. 

La storia del Teatro della Concordia

L’avventura di Edoardo Brenci Pallotta comincia nel 1993, quando, dopo anni di peregrinazioni fra Roma e Milano, decide di tornare al suo borgo d’origine: Montecastello di Vibio. Una scelta coraggiosa che lo costringe a lasciarsi alle spalle il mondo che si era costruito per intraprendere un’avventura straordinaria e anche un po’ folle. Infatti, nel cuore di Montecastello, sorgeva un piccolo teatro dall’alone leggendario. Le porte del teatro della concordia erano chiuse da ben 42 anni. Infatti, dopo la stagione brillante del XIX secolo, il teatro, nato per volere di nove famiglie nobili, era andato in decadenza. Negli anni Cinquanta, era stato chiuso definitivamente e nessuno ci aveva più messo piede. “Ricordo che mia mamma mi raccontava di quando andavano a ballare nel teatro, ma non lo conoscevo”, racconta Edoardo Brenci. Negli anni Ottanta la regione Umbria è la prima regione italiana a restaurare i suoi teatri. E, fra questi, c’è anche il Teatro della Concordia. “Ricordo ancora la prima volta che entrai, rimasi senza parole”, ricorda Edoardo Brenci con la voce un po’ spezzata dall’emozione.

Perché è il teatro più piccolo del mondo

Unico teatro ad aver avuto un francobollo di Poste Italiane e persino una targa d’onore del Presidente della Repubblica, il Teatro della Concordia è stato riportato allo splendore originario, attirando nel corso degli anni turisti da ogni parte del mondo. Con meno di 200 metri quadri di superficie artistica, il Teatro della Concordia è la dimostrazione che “la civiltà non si misura a cubatura né a metri quadri”, come lasciarono scritto le nove famiglie. In questo spazio di sole 37 poltroncine in platea che, aggiunte ai 62 posti dislocati nei due ordini di palchetti, costituiscono in totale 99 posti, si alternano oltre al palcoscenico, due camerini, una sala riunioni, un Foyeur, dei servizi ed una sala espositiva. Sono presenti in una proporzione mirabilmente ridotta e stilisticamente di una bellezza avvolgente e armonica tutti gli elementi del Teatro goldoniano all’Italiana: questa caratterizzazione lo rende il Teatro più piccolo esistente per completezza funzionale, tecnica architettonica e dimensione. 

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Un attrattore turistico

“Il nostro forte sono le visite emozionali: la curiosità di entrare nel teatro più piccolo del mondo. Raccontiamo fatti, aneddoti, vicissitudini legati alla storia del Teatro della Concordia, dalle leggende che aleggiano sul teatro sino agli splendidi affreschi di Cesare e Luigi Agretti”. Oltre alle visite, c’è una rassegna di teatro, che punta soprattutto ad attirare giovani artisti internazionali. “Una chitarrista austriaca – ci racconta Edoardo Brenci – , dopo aver visto un servizio alla tv tedesca, è venuta con suo padre, un contadino, soltanto per suonare qui”. Ma la vita di un teatro in un piccolo borgo è complicata. Infatti, continua il Presidente: “Il problema è che mancano strutture ricettive. Per fortuna c’è un ristorante, almeno quello. Qui si fanno convention, spettacoli, ma anche matrimoni civili, promesse d’amore”.

L’appello per salvare il teatro più piccolo del mondo

Tutto questo è venuto meno negli ultimi mesi e ora il teatro più piccolo del mondo rischia di chiudere per sempre. “Abbiamo assunto due giovane ragazze e ora rischiano il licenziamento. Noi piccoli non abbiamo nessun aiuto e il terzo settore non può  continuare a vivere di elemosina e donazioni”.  Il protocollo in vigore per il Teatro della Concordia permette di fare entrare 9 persone su 99 posti. “Altro che teatri aperti!”, prosegue amareggiato Edoardo Brenci, “Io mi auguro che tutto torni alla normalità, ma le istituzioni devono rendersi conto delle difficoltà del terzo settore. Che si rendano conto che esistiamo! Ci vuole una politica che creda nei piccolo borghi, nella cultura, che guardi al piccolo (non soltanto ai teatri in cui entra Gianni Morandi)”. A Gianni Morandi, l’artista che l’ha spronato sempre, senza il quale non sarebbe mai arrivato dove si trova adesso, Edoardo Brenci rivolge un commento colmo di tristezza: “I teatri non hanno riaperto e il mio piccolo teatro rischia di chiudere per sempre!”. 

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