“Qualcuno volò sul nido del cuculo” diventa una serie TV

11 Luglio 2025

La serie TV ispirata al film classico offre una nuova visione di "Qualcuno volò sul nido del cuculo". Scopri tutti i dettagli!

Qualcuno volò sul nido del cuculo diventa una serie TV

C’è una voce che ha attraversato silenziosamente la letteratura e il cinema per oltre mezzo secolo. Una voce possente, ma soffocata, quella del Capo Bromden: mezzo nativo americano, mezzo ombra, narratore dimenticato dal grande schermo. Ora, quella voce si prepara a farsi sentire con tutta la sua potenza in una nuova serie TV, spin-off ufficiale del celebre Qualcuno volò sul nido del cuculo.

E questa volta, sarà lui a raccontare tutto. Dall’inizio alla fine. Nelle scorse settimane, il produttore Paul Zaentz, nipote del leggendario Saul Zaentz,  ha annunciato durante il podcast CK Café la nascita di un progetto tanto atteso quanto inaspettato: una serie ispirata al romanzo di Ken Kesey che tornerà a seguire il punto di vista originale del libro.

Un cambio di rotta che promette di restituire profondità, umanità e centralità a uno dei personaggi più simbolici e silenziosi della narrativa americana.

“Qualcuno volò sul nido del cuculo” diventa una serie TV: il Capo Bromden finalmente parla

Il Capo Bromden sta per rompere il suo silenzio. E lo farà in un momento storico in cui il recupero delle voci marginali è diventato centrale nel discorso culturale globale. Questa serie potrebbe segnare una svolta non solo per i fan del romanzo e del film, ma per tutti coloro che credono nel potere delle storie non raccontate.

In un’epoca in cui tutto è già stato detto, dare la parola a chi ha taciuto troppo a lungo è il gesto più radicale. E forse, il più giusto.

Il ritorno alle origini: la voce dimenticata

Nel romanzo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962, è proprio il Capo Bromden a raccontare tutto ciò che accade nell’ospedale psichiatrico dove è rinchiuso. Ma lo fa fingendosi sordo e muto, osservando il mondo come chi conosce fin troppo bene il potere che le parole possono avere.

È attraverso i suoi occhi che conosciamo Randle McMurphy, l’infermiera Ratched e tutti gli altri pazienti. È lui a vedere cosa accade davvero, a cogliere le contraddizioni, le ingiustizie, le piccole rivoluzioni quotidiane. Eppure, nell’adattamento cinematografico diretto da Milos Forman nel 1975, film che vinse cinque Oscar tra cui miglior film, miglior regia e miglior attore a Jack Nicholson, quel punto di vista viene completamente annullato.

Il Capo resta un personaggio silenzioso, secondario, pur se decisivo. La sua prospettiva viene sacrificata per lasciare spazio a una narrazione più lineare, incentrata su McMurphy. Una scelta che portò lo stesso Kesey a prendere le distanze dal film, pur riconoscendone la forza espressiva.

La serie: tutto dal punto di vista del Capo

Il nuovo progetto, ancora senza data ufficiale, cast o showrunner confermati, rappresenta un recupero narrativo e politico. La serie, secondo quanto dichiarato da Zaentz, si concentrerà interamente sul punto di vista del Capo Bromden, restituendo il giusto spazio a un personaggio che incarna le ferite dell’America: colonialismo, razzismo, istituzionalizzazione, e l’alienazione dell’identità culturale.

Ma c’è di più. Dopo aver seguito gli eventi già noti dalla prospettiva del Capo, la serie esplorerà anche il “dopo”. Cosa succede quando un uomo, dopo anni di silenzio e oppressione, trova il coraggio di rompere le catene e scappare? Cosa resta del mondo fuori, quando si è stati troppo a lungo prigionieri di quello dentro? Un’eredità cinematografica che pesa Affrontare un capolavoro come Qualcuno volò sul nido del cuculo non è semplice.

La versione cinematografica di Forman è diventata un cult assoluto, capace di imprimersi nella memoria collettiva con la potenza di un’opera tragicamente umana. Ma proprio per questo, dare nuova voce al Capo Bromden è una sfida che potrebbe rivelarsi rivoluzionaria.

Il Capo, interpretato allora da Will Sampson, è una figura che ha segnato profondamente l’immaginario: la scena finale, in cui solleva il lavandino e fugge dall’ospedale, è una delle più potenti dichiarazioni di libertà del cinema americano. Ma cosa pensava? Cosa provava? Ora lo sapremo.

Un personaggio-simbolo della marginalità Capo Bromden è un simbolo complesso.

È l’uomo invisibile, marginalizzato due volte: come paziente psichiatrico e come nativo americano. La sua muta presenza incarna il peso di chi non viene ascoltato, di chi osserva da una posizione di oppressione. Raccontare la storia dal suo punto di vista significa cambiare radicalmente la narrazione: non più il ribelle carismatico al centro della scena, ma colui che lo ha osservato cambiare tutto.

Zaentz ha dichiarato che le serie TV sono il linguaggio ideale per esplorare la profondità dei personaggi, molto più dei remake cinematografici, che spesso risultano deludenti. Ecco perché la serie sul Capo non è solo un progetto nostalgico: è una nuova frontiera narrativa.

Una stagione che promette introspezione

Il formato seriale si presta perfettamente a indagare le visioni del Capo: i suoi deliri, le sue percezioni distorte, la sua memoria spezzata. Lo spettatore sarà immerso nella mente di un uomo che, per sopravvivere, ha dovuto fingere di non esistere. E che ora torna a parlare.

Potremmo aspettarci una narrazione frammentata, onirica, forse persino allucinatoria, nel segno di una psiche spezzata, ma anche lucida nella sua critica all’istituzione. Un punto di vista che, proprio perché fragile e personale, saprà restituire la dimensione collettiva della violenza istituzionale.

Il titolo del romanzo è tratto da una filastrocca infantile: “One flew east, one flew west, one flew over the cuckoo’s nest”. Il nido del cuculo è l’ospedale psichiatrico stesso. Ken Kesey scrisse il libro dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico, dove fece anche uso sperimentale di LSD per studiare la mente umana.

Il film fu uno dei tre nella storia del cinema a vincere i “Big Five” agli Oscar: miglior film, regia, attore, attrice e sceneggiatura. La serie “Ratched” (Netflix, 2020), prequel sul personaggio dell’infermiera, è l’unico spin-off ufficiale precedente, ma non ottenne una seconda stagione.

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