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“Pier Paolo Pasolini – Una Visione Nuova”, il docufilm al cinema

Sarà al cinema il 5, 6 e 7 marzo, distribuito da Medusa Film, il documentario "Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova", che ritrae Pasolini come un artista che cambiò la vita di molte persone

“Artisti come Bernardo Bertolucci, Vincenzo Cerami, Laura Betti, Sergio e Franco Citti, Ninetto Davoli, lo scenografo da Oscar Dante Ferretti, che cosa hanno in comune? Hanno tutti collaborato con Pier Paolo Pasolini”. Inizia così il docu-film “Una visione Nuova“,  scritto e diretto da Giancarlo Scarchilli (Nastro d’argento 2011 per Vittorio racconta Gassman) in sala come evento speciale dal 5 al 7 marzo.

L’anniversario di Pier Paolo Pasolini

Il documentario tributo al poeta – cineasta, esce in contemporanea in 100 sale italiane, distribuito da Medusa, proprio nel giorno in cui Pier Paolo Pasolini avrebbe compiuto 101 anni. Un appuntamento importante per la storia del cinema, per ripercorrere la magia che si respirava sui set di opere dirompenti come Accattone (1961), attraverso le testimonianze diretti di amici cineasti che ne coltivano la memoria, con commossa riconoscenza. Tra i tanti intellettuali ed artisti che hanno condiviso un tratto di strada professionale con Pasolini, il giudizio è unanime: un uomo che ha cambiato il destino di tanti, scoprendo il talento là dove nessuno lo avrebbe cercato. La storia di Sergio Citti, ne è il più lampante esempio: da imbianchino a sceneggiatore e regista; un talentuoso narratore delle borgate che oggi chiameremmo storyteller.

Il docufilm

Il film di Scarchilli (una produzione MG Production in associazione con Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Cinema e CSC Cineteca
Nazionale) esce all’indomani di un nuovo giallo, con la richiesta dell’avvocato Stefano Maccioni alla procura di Roma di riaprire le indagini sulla morte di Pasolini, avvenuta all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre del 1975: “Quella notte all’Idroscalo di Ostia Pino Pelosi non era solo, ci sono almeno tre tracce, tre “fotografie” di persone e ciò giustifica il perché, dopo quasi 50 anni, è ancora possibile arrivare ad una verità giudiziaria. Una verità che si baserebbe su dati scientifici, sulla presenza di tre Dna.”

Pasolini uno di noi

Al di là della cronaca, l’attualità dell’icona Pasolini è intramontabile, non a caso Scarchilli lo ritrae come “rabdomante del presente”. Oggi diremmo un “talent scout”, ma qualsiasi definizione sarebbe riduttiva e ingabbierebbe la complessità del Pasolini, gigante d’altri tempi, che il
regista ci restituisce attraverso una polifonia di voci. Nel docu-film si alternano sapientemente documenti d’archivio e testimonianze inedite di tanti cineasti, come quelle di Pupi Avati che lo ama perché “scomodissimo per tutte le parti” o del magistrato giallista Giancarlo De Cataldo che gli riconosce che “ogni volta che uno scrittore o un regista, da Romanzo Criminale a Favolacce, racconta quell’universo, dentro c’è un tributo a Pasolini”. E allora, ieri come oggi – come osserva argutamente il giornalista Filippo Ceccarelli “Pasolini uno di noi!”

Silvia Grassi

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