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“L’addio”, una canzone poesia di Franco Battiato sull’andare via

Scopri la bellezza de "L'Addio" di Franco Battiato, canzone scritta per Giuni Russo nel 1981 e che possiamo considerare una delle più belle poesie dell'autore siciliano

Quando una canzone è a tutti gli effetti una poesia. L’addio di Franco Battiato è l’esempio per eccellenza. Una canzone-poesia che trasmette quella nostalgia tipica del ricordo di una separazione, di un amore che dura per sempre senza poter essere vissuto. 

Una poesia ambientata proprio alla fine dell’estate quando le porte tornano a chiudersi e, purtroppo, anche tante relazioni. Le relazioni con la propria casa, con la famiglia, con l’amata, conigli amici. 

Dai versi  di Franco Battiato emerge senza lasciare alibi il senso della fine e l’amarezza del non poter più vivere insieme

Per orgoglio non dovevi
Lasciarmi andare via

In questi due versi c’è tutto il senso della fine di una relazione che lascia l’amarezza nel cuore. Un’amarezza che la lontananza non riuscirà mai a smaltire. Anche se il tempo passa, la nostalgia di quell’amore è e sarà sempre presente.

La relazione ormai finita riappare costantemente destando quella malinconia che Franco Battiato esprime con il non dovevi lasciarmi andar via.

Ma chi è quell’amore che per orgoglio doveva evitare la partenza? A nostro avviso non è importante, possono essere tutti gli affetti, compresa la propria città. 

Una canzone scritta per Giuni Russo

L’addio fu composta da Franco Battiato per Giuni Russo nel 1981 con l’aiuto della scrittrice Ippolita Avalli (pseudonimo di Vera Ciossani) e con il contributo musicale di Mino Di Martino, cantautore d’avanguardia con cui Franco Battiato aveva creato nel 1975 il gruppo sperimentale Telaio Magnetico. 

Giuni Russo fu memorabile interprete di questa canzone, faceva parte del suo album Energie.

L’Addio cantata da Franco Battiato rivive nella raccolta Fleurs 2, il ventiseiesimo album musicale di Franco Battiato, pubblicato nel 2008 con etichetta Mercury Records e Anthology – Le nostre anime” pubblicata il 13 novembre 2015 dalla Universal Music, una raccolta composta da cover e canzoni scritte da Battiato stesso.

L’Addio di Franco Battiato (il testo)

Con la fine dell’estate
Come in un romanzo l’eroina
Visse veramente prigioniera
Con te dietro la finestra guardavamo
Le rondini sfrecciare in alto in verticale
Ogni tanto un aquilone
Nell’aria curva dava obliquità a quel tempo
Che lascia andare via, che lascia andare via
Gli idrogeni nel mare dell’oblio

Da una crepa sulla porta ti spiavo nella stanza
Un profumo invase l’anima
E una luce prese posto sulla cima delle palme
Con te dietro la finestra guardavamo
Le rondini sfrecciare in alto in verticale
Lungo strade di campagna
Stavamo bene
Per orgoglio non dovevi
Lasciarmi andare via, lasciarmi andare via

Ogni tanto un aquilone
Nell’aria curva dava obliquità a quel tempo
Che lascia andare via, che lascia andare via
Gli idrogeni nel mare dell’oblio
Quando me ne andai di casa
Finsi un’allegria ridicola
Dei ragazzi uscivano da scuola
Dietro alla stazione sopra una corriera
L’addio

Credits
Writer(s): Francesco Battiato, Giacomo Di Martino, Vera Ciossani
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Il significato de L’Addio

“L’addio” di Franco Battiato è una canzone, che riteniamo poesia, che esplora il tema della nostalgia con lo stile tipico di Franco Battiato. 

Nel testo le metafore prendono il sopravvento con una dolcezza e leggerezza che non possono che creare trasporto. 

Con la fine dell’estate
Come in un romanzo l’eroina
Visse veramente prigioniera

La prima metafora è quella dell’eroina prigioniera tra le mura di casa. Il senso della fine della relazione è contenuta in questi versi. Una porta si chiude e solo la finestra condivisa può garantire il rapporto attraverso i ricordi. 

L’immagine suggerisce un senso di prigionia, di privazione. Ma allo stesso tempo rimane la continuità degli sguardi. Il senso concreto è quello di un a relazione che si interrompe, che non permette alla nostra eroina di poter aver una relazione con il suo “amore”.

Le atmosfere siciliane di Franco Battiato rendono l’interpretazione. Capitava spesso che le famiglie inibivano o meglio proibivano delle relazioni. La chiusura in casa solitamente della ragazza era molto in voga.

Allo stesso tempo, potrebbe essere la figura materna rinchiusa nella propria casa costretta alla separazione dal figlio in cerca di un futuro.  

Con te dietro la finestra guardavamo
Le rondini sfrecciare in alto in verticale
Ogni tanto un aquilone
Nell’aria curva dava obliquità a quel tempo
Che lascia andare via

Il portone della casa, come un castello, si chiude e l’unica via che può collegare i due amanti sono i ricordi lo sguardo della reminiscenza, che garantisce la continuità della relazione anche se a distanza.

La visione del volo delle rondini è il tempo passato insieme, le routine condivise nei giorni vissuti insieme, inseguendo il tempo che passa.

La metafora dell’aquilone rappresenta gli unici momenti in cui si rompeva con la routine, in cui il tempo concedeva allo spazio un percorso meno monotono, lineare. Era quello il momento in cui si andava via insieme, un po’ come partire. 

 Tuttavia, il protagonista riconosce che il tempo alla fine “lascia andare” tutto, incluso gli elementi di idrogeno che compongono i ricordi, mentre si dissolvono nel mare dell’oblio.

La reminiscenza l’anima del legame

Ma il ricordo emerge con forza,

Da una crepa sulla porta ti spiavo nella stanza
Un profumo invase l’anima
E una luce prese posto sulla cima delle palme

la porta chiusa ha una crepa che riaccende le emozioni vissute insieme. 

Rimane l’amarezza di non poter condividere il proprio tempo insieme,

Quando me ne andai di casa
Finsi un’allegria ridicola

L’addio però è segnato e malgrado queste bellissime sensazioni di quella relazione rimane solo il ricordo. 

Saro Trovato

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