Durante la cerimonia della 71ma edizione dei Primetime Emmy Awards, Michelle Williams ha vinto la sua prima statuetta come attrice protagonista per la straordinaria performance nella miniserie Fosse/Verdon, ma a rendere memorabile il momento della premiazione è stato il discorso pronunciato sul palco a difesa della parità di retribuzione per le donne.
Il discorso
Grazie mille a FX e FX 21 Studio per avermi pagato in modo equo. Perché hanno capito che quando dai valore a una persona, le conferisci il potere di entrare in contatto con il proprio valore intrinseco. E in cosa riverseranno quel valore? Nel proprio lavoro.
Quindi la prossima volta che una donna, soprattutto una donna di colore – che guadagna 52 centesimi rispetto a ogni dollaro guadagnato dalla controparte maschile – vi dice ciò di cui ha bisogno per fare il proprio lavoro, ascoltatela. Credetele. Perché un giorno potrà ritrovarsi di fronte a voi e vi dirà: ‘Grazie’, per averle permesso di avere successo grazie all’ambiente di lavoro, e non ‘nonostante’ esso.
Visualizza questo post su Instagram
Il caso di Michelle Williams e il divario retributivo
Il discorso di Michelle Williams arriva più di un anno dopo il caso del film “All the Money in world”, per il quale l’attrice era stata pagata meno di $ 1.000, mentre il suo co-protagonista, Mark Wahlberg, aveva ricevuto un compenso $ 1,5 milioni. Alla luce del netto divario retributivo rispetto alla coprotagonista, l’attore Mark Wahlberg aveva scelto così di donare $ 1,5 milioni al Time’s Up Legal Defence Fund in segno di protesta. Parlando a Washington DC il 2 aprile in merito al divario retributivo di genere, Michelle Williams disse di sentirsi “paralizzata da un sentimento di futilità”.
Non è stata una sorpresa per me, ha semplicemente rafforzato la convinzione che l’uguaglianza non è un diritto inalienabile e che, seppure le donne lavorino altrettanto duramente, lo fanno sempre per meno soldi e con più responsabilità da gestire a casa
11 motivi per cui il tempo è scaduto
Sull’onda dello scandalo generato dagli abusi perpetrati da Harvey Weinstein, è nato nel gennaio 2018 il movimento “Time’s Up“, che si traduce come “il tempo è scaduto”, raccogliendo le adesioni di oltre 300 potenti donne della mecca del cinema per combattere aggressioni sessuali e discriminazioni a Hollywood e in generale nel mondo del lavoro.
Attrici, registe, agenti, avvocatesse ed executive dell’entertainement hanno creato un fondo (da 13 milioni di dollari, poi superati ampiamente) per aiutare donne meno privilegiate di loro a proteggersi dalle molestie e dai contraccolpi di una denuncia.
Il manifesto di “Time’s up”
- 1 donna su 3 tra i 18 e i 34 anni è stata sessualmente molestata a lavoro. il 71% di queste donne non ha denunciato.
- Quasi la metà delle donne lavoratrici negli Stati Uniti afferma di aver subito molestie sul posto di lavoro.
- Le molestie sessuali sono diffuse in tutti i settori, ma soprattutto nei lavori di servizi a basso salario. Ad esempio, oltre il 25% delle accuse di molestie sessuali depositate presso l’EEOC (Commissione pari opportunità) nell’ultimo decennio provenivano da industrie con lavoratori del settore dei servizi.
- E’ dimostrato che le donne nelle occupazioni dominate dagli uomini, specialmente quelle in contesti lavorativi dominati dagli uomini, sono sessualmente molestate più delle donne che lavorano in contesti femminili.
- Quasi il 50% degli uomini ritiene che le donne siano ben rappresentate nella leadership in aziende in cui solo una persona su dieci è una donna.
- Circa un terzo delle donne pensa che le donne siano ben rappresentate quando vedono uno su dieci in posizioni di leadership.
- 1 su 5 leader della cosiddette C-Suite è una donna. Meno di 1 su 30 è una donna di colore.
- Dal 2007 al 2016, solo il 4% dei registi campioni d’incassi è donna. Solo 7 donne di colore. 1 su 1114 registi su 1.000 film era latino americana.
- Le donne bianche non ispaniche sono pagate 81 centesimi su un dollaro pagato agli uomini bianchi non ispanici. Le donne asiatiche 88 centesimi sul dollaro. Le donne nere e ispaniche sono pagate rispettivamente 65 centesimi e 59 centesimi su un dollaro che viene pagato a maschi bianchi.
- Più di un terzo dei paesi del mondo non ha leggi che proibiscano le molestie sessuali sul posto di lavoro, lasciando quasi 235 milioni di donne lavoratrici vulnerabili sul posto di lavoro.
- Nel mondo appena la metà delle donne in età lavorativa partecipa alla forza lavoro, rispetto ai circa tre quarti delle loro controparti maschili. La chiusura di tale gap potrebbe aggiungere circa $ 12 trilioni di PIL globale entro il 2025.
VIA: https://womenintheworkplace.com
LEGGI ANCHE: 17 donne senza paura che hanno cambiato la storia