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I film che si ispirano ai quadri di Edward Hopper

Hopper è stato un grande frequentatore di sale cinematografiche e questa stretta relazione con i film, ha portato l'industria cinematografica a lasciarsi influenzare dai suoi dipinti

MILANO – Edward Hopper è considerato da molti il pittore con l’occhio cinematico. Nato e cresciuto in un quartiere borghese di New York, il pittore si interessò presto alla rappresentazione della vita americana. A partire dalle prime incisioni in bianco e nero, finendo ad arrivare ai dipinti che hanno preso un posto di rilievo nella cultura americana, il realismo di Edward Hopper ha influenzato fortemente diverse arti, in particolare il cinema. Non a caso Hopper è stato un grande frequentatore di sale cinematografiche e questa stretta relazione con il film come fonte di ispirazione, ha portato l’industria cinematografica a lasciarsi influenzare dai suoi dipinti già dagli anni ’40. Attraverso i suoi quadri, i film hanno tratto ispirazione per le tecniche e le ambientazioni, utlizzando luci e ombre per rappresentare persone e luoghi che appartengono ad un certo periodo storico. Dai quadri di ambientazioni rurali o cittadine, dagli inquadramenti decentralizzati immortalando gli ultimi clienti in un bar, gli impiegati negli uffici notturni o le coppie che si godono la serata, vediamo grazie a Taste of Cinema, alcuni film che si ispirano ai quadri di Hopper.

 

L’ombra del vento (1943, Alfred Hitchcock)

Alfred Hitchcock dopo essersi trasferito in Ameica nel 1939, iniziò a girare alcuni dei suoi classici più famosi approfondendo la relazione tra il cinema e il realismo di Hopper. L’ombra del vento è uno di quei classici che sono stati fortemente influenzati dalle opere dell’artista. In questo film, infatti, non solo le location scelte sono simili ad alcune di quelle illustrate da Hopper nelle sue opere come Hodgkin’s House (1928) o Room for Tourists (1945), ma anche l’uso di finestre, porte e il posizionamento dei personaggi all’interno di un dato spazio, ricordano altre opere “Hopperiane” come Summertime (1943).

 

Le forze del male (948, Abraham Polonsky)

L’uso della luce e i temi sono le principali caratteristiche che ricollegano il film di Polonsky ai quadri di Hopper. Il film, infatti, conferisce un senso completo alla New York di Hopper, con la tipica architettura newyorkese, il ponte di Brooklyn, i fari e la zona costiera rocciosa. Si dice che durante le riprese, il regista abbia condotto il direttore della fotografia George Barnes, a vedere una mostra delle opere di Edward Hopper in quanto voleva che l’immagine assomigliasse a quei dipinti. E in questo ci è riuscito alla grande.

 

Psycho (1960, Alfred Hitchcock)

Si tratta probabilmente di uno dei film più famosi diretti da Alfred Hitchcock in cui una donna di nome Marion, fuggita con i soldi del suo principale,  si ferma in un motel solitario vicino a Phoenix (Arizona), dove verrà uccisa a coltellate sotto la doccia. Il mistero su chi sia l’assinio si fa ancora più fitto, dopo la scomparsa di un investigatore chiamato ad indagare. La connessione principale tra il film di Hitchcock e i dipinti di Hopper diventa chiara una volta che sappiamo che Bates House è in realtà ispirata a “The House by the Railroad”, dipinta da Hopper nel 1925. Dipinto servito anche come ispirazione per la famiglia Benedict in Giant (1956).

 

Zabriskie Point (1970, Michelangelo Antonioni)

Dopo aver firmato un contratto con il produttore Carlo Ponti a metà degli anni ’60, Antonioni realizzò tre film in inglese, il secondo dei quali fu Zabriskie Point. Il film funge da ritratto dell’America e della fine della cultura della libertà degli anni ’60. Trae ispirazione dai dipinti di Hopper quando Antonioni sceglie di girare lungo il deserto americano, collocando personaggi isolati e distanti da quella società moderna i cui valori sono apparentemente tornati al passato.

 

Profondo rosso (1975, Dario Argento)

Un altro regista italiano è stato influenzato dalle opere di Hopper per i suoi film. Stiamo parlando di Dario Argento, nel suo film del 1975, Profondo Rosso. Altamente stilizzato, il film è influenzato dai dipinti di Hopper in diversi punti. In primo luogo, la scenografia, in cui si può vedere una grande varietà di colori. Il  rosso in particolar modo e nel modo in cui gli oggetti sono meticolosamente posizionati. In secondo luogo, un riferimento più diretto è la barra blu che assomiglia in qualche modo alla barra dipinta in Nighthawks (1942). In questo bar le persone sembrano essere sospese nel tempo perché a malapena si muovono o interagiscono tra loro. Questo è un altro riferimento chiave allo stile di Hopper perché in varie scene del film, un numero di comparse compaiono sullo sfondo, da sole o semplicemente in piedi senza muoversi mentre fumano languidamente una sigaretta o mentre stanno aspettando qualcuno accanto a  una vetrina. Queste figure ricordano le persone sole immortalate in alcune opere del pittore come Sunday (1926) o Hotel Window (1955).

 

Blade Runner (1982, Ridley Scott)

Il regista Ridley Scott cita Hopper per aver avuto una grande influenza nella scenografia del suo futuristico film noir Blade Runner. In particolar modo racconta di essersi rifatto al dipinto Nighthawks (1942)  dichiarando di aver costantemente sventolato una riproduzione di questo dipinto sotto il naso del team, per illustrare l’aspetto e l’umore che stava cercando.

 

Blue Velvet (1986, David Lynch)

David Lynch ha affermato in molte interviste lo stretto rapporto che ha con la pittura, sottolineando come le opere di Francis Bacon e Edward Hopper  abbiano avuto il maggior impatto sui suoi film. E’ così che guardando Blue Velvet, si riescono a rintracciare i dettagli noir ai dipinti di Edward Hopper. Si evince particolarmente l’influenza della luce e ombre sulle luci e ombra sul colore, creando diverse sfumature scure e una paletta di colori “noirish” che dominano lo schermo e l’atmosfera del film. Dettagli, quindi, che ben illustrano i misteri nascosti nello stile di vita americano suburbano apparentemente calmo.

 

 




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