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“Il favoloso mondo di Amélie”, un film agrodolce sulla vita

"Il favoloso mondo di Amélie" è un film che non si può non amare. Tra Parigi, personaggi strambi, amore e fantasia, scopriamo le caratteristiche di questo capolavoro.

Il favoloso mondo di Amélie (Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain) è un film del 2001 diretto da Jean-Pierre Jeunet  con protagonisti Audrey Tautou e Mathieu Kassovitz ed ha ricevuto una considerevole quantità di premi e nomination nei vari festival internazionali del cinema. Ma oltre ad essere uno dei film più acclamati e amati, questo è un film sui sogni ed un film che ci fa sognare Parigi. Scopriamo insieme le tematiche affrontate e le curiosità su questo gioiello cinematografico. 

La trama 

Quando la principessa Diana viene uccisa, il mondo è in lutto. Per alleviare il dolore, la gente compra Beanie Babies e ascolta Elton John. Ma da qualche parte a Montmartre, Parigi, la vita di una giovane donna di nome Amélie cambia per sempre.

Sconvolta dalla notizia dell’incidente d’auto di Diana, Amélie fa cadere il coperchio della sua bottiglia di profumo. Rotola sulle piastrelle del bagno, rompendo una piastrella sul muro. Dietro, Amélie trova un barattolo pieno di giocattoli di molti anni fa. Invece di buttarlo o venderlo su eBay, Amélie decide di restituirlo al suo proprietario.
Riesce a rintracciare l’uomo che una volta era il ragazzo che possedeva la scatola. Il suo nome è Dominique Bretodeau, e Amélie gli lascia la lattina da trovare. La scoperta cambia anche la sua vita. Da quel momento, Amélie decide di diventare una buona samaritana, dando lavoro alle persone nel caffè in cui lavora lei stessa, descrivendo il mondo a un cieco e ispirando suo padre a partire per una vacanza.

Tuttavia, Amélie non può aiutare una persona: se stessa. Inizia così un percorso su di sé, finalizzato a realizzare i piccoli sogni e desideri che ella ha sempre custodito. Il finale è davvero romantico, guardare per credere. 

 

Amore

Parigi è la città dell’amore, almeno lo è per le persone che non ci vivono. Anche se, ovviamente, c’è sempre un pizzico di romanticismo nell’aria nelle strade, questa è esattamente l’immagine idealizzata della città che Jean-Pierre Jeunet evoca nel film. Ora, come abbiamo appena detto, poiché Amélie vive a Parigi, non è la città dell’amore per lei. Per la maggior parte del film, passa il tempo cercando di aiutare tutti gli altri a trovare l’amore, dimenticandosi di se stessa. Piano piano, però, il percorso che fa fare agli altri, la aiuta a trovare la propria anima gemella. 

La cosa importante del Favoloso mondo di Amélie è non è necessariamente un film sull’amore romantico; bensì è sul trovare l’amore nelle cose di tutti i giorni. Nei piccoli gesti, profumi, oggetti. 
Solo partendo da questi, che si è in grado di trovare l’amore in un’altra persona. 

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Stupore e meraviglia

Chi non si stupirebbe vivendo a Parigi ogni giorno? Visitare la Basilica del Sacro Cuore o prendere un caffè e una baguette in un caffè? Guardare Amélie ti fa venire voglia di correre su Booking.com e prenotare subito una vacanza.

Naturalmente, non c’è bisogno di andare a Parigi per trovare i luoghi più belli del mondo. Il nostro paese è colmo di posti incantevoli che non dobbiamo mai smettere di apprezzare e visitare. Anche su questo Amélie ci insegna molto. Lei sa che non deve nemmeno lasciare il suo quartiere per trovare qualcosa di straordinario, rimandando sempre consapevole che, uscendo dalla propria confort zone, sarà in grado di stupirsi sempre di più. Questo atteggiamento ci fa riflettere sui tesori che abbiamo a due passi da noi e sull’atteggiamento di apertura che dobbiamo sempre avere verso la novità. 

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Un inno all’autenticità 

Il surrealismo è nato in Francia, quindi non è così sorprendente che tutti i personaggi nel film “il favoloso mondo di Amélie” sembrino essere un po’ fuori dall’orbita del resto di noi. Tutti i personaggi sono un po’ stravaganti, e portano la loro eccentricità all’estremo. Questo è un vero e proprio omaggio alla diversità e al coraggio di essere se stessi. La cosa interessante è che  Amélie si circonda di un adorabile gruppo di strambi ed essendo tutti così tanto eccentrici, sembrano tutti “normali”. Cioè, nessuno si sente diverso perchè, in realtà, ognuno è semplicemente la versione più autentica di sè.  

 

Amélie: Una protagonista sui generis 

Amélie Poulain passa la maggior parte della sua vita da sola. Viene istruita a casa da una madre fredda e distante, vive in un piccolo appartamento da sola e mentre lavora al caffè Two Windmills, non la vediamo mai interagire con i clienti,
Nonostante sia spesso in solitudine, Amélie non sembra sentirsi sola. C’è una differenza. Dopo che il suo unico amico, Blubber, un pesce suicida, viene gettato nel fiume da sua madre, Amélie crea una serie di amici immaginari per tenerle compagnia. Man mano che cresce, questi amici non appaiono più così spesso (è più probabile che prendano la forma di oggetti del mondo reale), ma lei ha sempre la sua immaginazione attiva con cui intrattenersi.

Poiché trascorre così tanto tempo nella sua testa, “nota dettagli che nessun altro vede”. Per esempio, a volte guarda i volti delle persone che guardano un film invece di guardare il film stesso.
È l’acuta attenzione di Amélie ai dettagli che le permette di individuare i profondi desideri degli altri.
Le gesta di Amélie la tengono occupata fino a quando non si imbatte in Nino, all’interno di una cabina fotografica. Lui sembra l’altra sua metà, solitario e attento ai dettagli. Non guasta il fatto che sia l’uomo più carino di Montmartre. Ossessionata da Nino e dal suo album fotografico, Amélie inizia a sentire una profonda tristezza nella solitudine, rendendosi conto che potrebbe perdere qualcosa di importante se decidesse di rimanere da sola. 

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